Il contributo ventennale servirà ad acquistare 12
pattugliatori. Da Fincantieri commentano: “Finanziamento importante per
salvaguardare i nostri lavoratori”. Il capo di stato maggiore De Giorgi ha
alzato la posta chiedendo 12 miliardi. Intanto la portaerei Cavour, costata 1,5
miliardi, viene impiegata come ‘fiera galleggiante’ per missioni di promozione
commerciale
di Enrico Piovesana -
Portaerei Cavour
Dieci miliardi per la
riduzione del cuneo fiscale (troppo pochi per sindacati e industriali), ma
quasi sette miliardi per le nuove navi da guerra. Tra le “risorse per lo
sviluppo e finanziamento di esigenze indifferibili” della legge di stabilità
varata dal governo Letta è previsto al momento un contributo ventennale da 6,8
miliardi a carico del Ministero dello Sviluppo Economico per il rinnovo della
flotta navale della Marina militare. Denaro destinato in particolare
all’acquisizione dei dodici nuovi pattugliatori d’altura ‘dual-use’ chiesti a
gran voce nei mesi scorsi dal capo di stato maggiore, ammiraglio Giuseppe De
Giorgi.
“Se questo contributo verrà confermato dal Parlamento –
commentano dalla sede triestina di Fincantieri – si tratta di un provvedimento
molto importante per il futuro del lavoro dei nostri cantieri e per quello
della Marina militare, che come ha più volte ricordato il capo di stato
maggiore, ammiraglio De Giorgi, altrimenti rischiava l’estinzione, e che per
questo aveva chiesto al governo uno stanziamento di 10 miliardi. Questa
decisione del governo è frutto delle forte pressioni esercitate dai sindacati e
degli esponenti liguri del Pd più sensibili al futuro dei cantieri regionali:
il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, il senatore ed ex sindaco
di Sarzana Massimo Caleo, il senatore membro della commissione Difesa Vito Vattuone
e ovviamente il sottosegretario alla Difesa Roberta Pinotti“.
Per giustificare queste nuove spese militari tutti tirano in
ballo l’emergenza immigrazione e l’operazione umanitaria ‘Mare Nostrum’. “Si
tratta di risorse economiche importanti per il riordino della flotta della
Marina militare – ha commentato il senatore Vattuone – che potrà così dotarsi
di navi moderne da utilizzare nella protezione civile e per far fronte
all’annoso problema dell’immigrazione, causa di tante tragedia umanitarie”.
Il sottosegretario Pinotti, rispondendo a un nuovo appello
del capo di stato maggiore De Giorgi – che ieri ha alzato ulteriormente la
posta chiedendo non più 10 ma addirittura 12 miliardi – lo ha rassicurato
dicendo che “questo governo è attento alle richieste della Difesa che, come
abbiamo visto nel caso di Lampedusa, ha un’esigenza sempre più forte di
presenza della Marina nel nostro mare”. “Piena condivisione” delle richieste
della Marina anche da Burlando: “Un paese moderno non può fare a meno di una
flotta come si deve. Quanto successo a Lampedusa continuerà a succedere”.
Lo stesso amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe
Bono, ha aperto la sua audizione in commissione Difesa, nell’ambito
dell’indagine conoscitiva sui sistemi d’arma, parlando di “controllo delle
frontiere” e di “interesse strategico delle problematiche migratorie”.
Accennando poi all’instabilità dei paesi nordafricani, l’ad Bono, vestendo i
panni del suo committente militare, ha sottolineato la necessità di
“fronteggiare tutto questo con un presidio del Mediterraneo molto più forte di
quanto sia stato fatto finora: il mare Mediterraneo è mare nostro e lo dobbiamo
presidiare, quindi l’Italia deve dotarsi di una Marina che possa assolvere
questo compito. Ci auguriamo che l’esigenze della Marina vengano tenute in
conto dal governo con molta attenzione”.
Esigenze operative presentate sempre come urgentissime e
imprescindibili, ma che in passato hanno portato a scelte costose e
discutibili. Il caso più emblematico è quello della portaerei Cavour,
l’ammiraglia della nostra flotta navale, costata 1,5 miliardi di euro. “Una
delle più belle navi del mondo, destinata a ospitare i famosi F-35 ma dotata
anche di straordinarie capacità polivalenti, come l’ospedale di bordo, che la
rendono ideale per impieghi umanitari”, ha detto ieri l’ad di Fincantieri.
Peccato che abbia un costo d’esercizio così esorbitante (200 mila euro al
giorno) da averla resa di fatto inutilizzabile: da quando è entrata in servizio
nel 2009, questo mastodonte viene usato solo per missioni di promozione
commerciale pagate dalle aziende italiane (Fincantieri, Finmeccanica, Eni) che
se ne servono come fiera galleggiante del ‘made in Italy‘, una prima volta in
Brasile nel 2010 (con una puntata umanitaria ad Haiti) e ora in Medio Oreinte e
in Africa, partenza prevista tra poche settimane.
“I pattugliatori di De Giorgi – ha spiegato l’amministratore
delegato di Fincantieri concludendo la sua audizione in commissione Difesa –
sono navi polivalenti che potranno essere usate non solo per il contrasto
all’immigrazione, ma anche in caso di calamità naturali: pensiamo solo a quanto
sarebbero utili se eruttasse il Vesuvio”.
Fonte:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/21/legge-stabilita-7-miliardi-per-nuove-navi-da-guerra-della-marina/748067/
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