sabato 11 gennaio 2014

IN MORTE DEL MARE ADRIATICO: SPECULAZIONI EOLICHE E RAPINE DI IDROCARBURI AUTORIZZATE DAL GOVERNO ITALIANO

ISOLA CAPRAIA (ARCIPELAGO DELLE TREMITI) - FOTO GIANNI LANNES (tutti i diritti riservati))


di Gianni Lannes


La devastazione del mare costiero italiano e la cementificazione di un paesaggio unico al mondo, prosegue alacremente, grazie ai via libera dei governi tricolore, l'ultimo della serie ammazza lo Stivale, è quello dell'eterodiretto Letta.

Il ministero dell'Ambiente, infatti, ha come sempre espresso parere positivo all'ennesimo impianto industriale eolico off shore (chiamato impropriamente "parco" per addolcire la violenza di una brutale aggressione al delicato ecosistema marino).



Canale d'Otranto e Monti dell'Epiro - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Sul versante italiano noti boiardi si accingono ad annientare le aree marine ancora integre, dal Canale d'Otranto fino a Chieuti, passando con lo schiacciasassi sulle Tremiti, un parco marino di carta velina, alla stregua di un finto parco nazionale come quello del Gargano - dai confini perimetrali sempre più ristretti in ossequio agli affari - usato dal 1993 come un carrozzone dai politicanti d'ogni risma e colorazione (destrorsi, centroni e sinistroidi) che hanno decapitato la Capitanata, priva di una degna rappresentanza politica e succube di Bari, come tutte le altre province appule. 

Nella Montagna del sole,  la Regione Puglia - che già vanta un documentato surplus energetico - si accinge ad autorizzare un mastodontico impianto eolico tra Carpino e Cagnano Varano, dopo i nulla-osta di Manfredonia ed Apricena, grazie anche alla incapacità di un comitato locale di protezione ambientale, sgangherato e telecomandato dai soliti caporioni della casta parassitaria politica. 

E così prevale tutt'al più la retorica degli analfabeti funzionali e la demagogia da voltastomaco: l'importante è occupare le poltrone e tenerle ben strette. Altro che progresso umano o sociale.

E non bastavano gli abusivi pozzi di idrocarburi per estrarre petrolio amaro, sconquassando irrimediabilmente i bassi fondali di un mare che impiega nei cicli naturali quasi un secolo per ripulire le sue acque superficiali. Tra non molto tutto il Basso Adriatico, senza considerare le unità belliche della Nato che giocano costantemente alla guerra, sarà un immenso cantiere: un mare di pale lungo circa 800 chilometri, unitamente alle piattaforme petrolifere di società internazionali, annienterà l'orizzonte costiero.

Insomma, addio natura, storia e cultura. Ma dove si è rintanato il governatore sedicente "ecologista" da mera campagna elettorale, tale Nichi Vendola che in qualità di presidente della giunta regionale ha rilasciato ben 14 autorizzazioni (dicasi quattordici) per l'estrazione di idrocarburi nella sola provincia di Foggia, e l'apertura in violazione delle norme di difesa sanitaria e ambientale, vale a dire dell'inceneritore di rifiuti (E.T.A. Spa in agro di Manfredonia, località Paglia) fuorilegge della sua amica Marcegaglia e tante altri impianti di morte industriale?

E cosa aggiungere alla realizzazione di ben due gasdotti che maciulleranno la bellezzezza incantata del Salento, sopravvissuta all'ingordigia dell'uomo? Grazie Vendola. Addio Puglia: magia d'occidente e preludio d'oriente.

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