domenica 8 dicembre 2013

Equitalia e “impossibilia nemo tenetur”

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La confusione regna sovrana anche dopo la minisanatoria dei ruoli inseriti nel maxiemendamento alla legge di stabilità che prevede la possibilità di  saldare il conto senza pagare gli interessi di mora. Questo infatti provocando l’attività di riscossione nei primi mesi del 2014 farà in modo che Equitalia essendo impegnata ad inviare ai potenziali interessati lettere informative sarà parzialmente ferma.

Gli agenti della riscossione informeranno  mediante posta ordinaria tutti i soggetti interessati invitandoli a sottoscrivere entro il 30 giugno un atto con il quale dichiarano di avvalersi della sanatoria versando contestualmente il 50% dell’importo dovuto. L’Italia si conferma così il Paese delle Sanatorie che in questo caso riguarderà potenzialmente decine di milioni di persone e di cartelle che si spera porti nelle casse dello Stato centinaia di miliardi. Si tratta come sempre di una misura che andrà a vantaggio quasi esclusivamente dei soli contribuenti con importi molto alti e con cartelle molto vecchie. Una norma quella decisa dal Governo in forte controtendenza rispetto a quella adottata negli anni passati dove invece veniva offerta una lunga rateizzazione a fronte del pagamento di interessi. La sanatoria come termine pone la data  di  settembre 2014 e saranno rimborsati i ruoli emessi entro il 31 ottobre 2013 senza corrispondere gli interessi di mora, in pratica per chiudere il conto sarà necessario pagare l’intero importo iscritto a ruolo o la parte residua per chi ha già pagato delle quote e le somme dovute ad Equitalia a titolo di aggio per la riscossione.  Come spesso un grande avvocato ci spiega “le riscossioni di Equitalia ci pongono dinnanzi a situazioni in cui ogni richiamo al dovere di contribuire al soddisfacimento dei bisogni dello Stato è privo di significato perché ad “impossibilia nemo tenetur”. Andrebbero quindi dichiarate incostituzionali tutte le norme che, nel dettare i criteri per la determinazione dell’imponibile, non consentono la detrazione delle spese inevitabili. Tanto più che il principio fiscale è basato sulla «convenienza» del lavoro per il contribuente: convenienza che in queste condizioni non sussiste”.
Guerriero del Risveglio

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