di Luciano Lago
Prosegue incessante la pressione della lobby “pro Monsanto” per spingere l’Europa ad approvare la coltivazione dei prodotti OGM nelle agricolture nazionali dei vari stati europei.
La maggior parte delle pressioni sono state fatte sull’EFSA (organismo europeo per la difesa alimentare) che aveva già fornito un parere scientifico positivo su alcuni tipi di coltivazioni ma si era riscontrata poi una crescente ostilità verso il cibo transgenico da parte di una serie di paesi fra cui l’Italia che si erano avvalsi della clausola di salvaguardia verso le coltivazioni OGM sul proprio territorio.
In particolare avevano suscitato scalpore le ricerche di laboratorio e gli esperimenti svoltisi in Francia per mezzo dell’equipe del prof. Gilles- Erik Selarini, che hanno evidenziato gli effetti della nutrizione con mais OGM tipo NK603, svolti su cavie (ratti) che hanno evidenziato la morte per cancro di tutte le cavie utilizzate. Accertata la nocività degli OGM anche sull’organismo umano.
Stessa conclusione anche da studi effettuati in Canada: si tratta di uno studio indipendente fatto da un team di medici del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Sherbrook in Canada dal quale è emersa la presenza della tossina BR nel 93% delle donne incinte esaminate, tossina presente anche nel cordone ombelicale nell’80% dei casi. La tossina BR è una sostanza chimica che viene spesso impiantata negli OGM.
A seguito di questi risultati, per prima la Russia, nell’ Ottobre scorso, ha disposto il blocco di tutte le importazioni di mais modificato geneticamente prodotto dalla Monsanto, per tutelare la salute dei propri consumatori.
Forti perplessità anche da altri paesi extra europei che hanno sperimentato la dannosità delle colture OGM dopo averle impiantate a seguito delle pressioni economiche ricevute. In particolare in Argentina dove dal 1996 esiste un utilizzo massiccio di culture OGM nella soia, nel cotone e nel mais, si è riscontrato un forte aumento dei tumori e delle malformazioni neonatali nella popolazione residente nelle aeree interessate ed in specie nei bambini. Questo ha determinato il governo della Cristina Kirchner a convocare una commissione che debba studiare il fenomeno e prendere delle decisioni in merito.
Nonostante queste apparenti insuccessi, la Monsanto non demorde e continua la pressione della lobby favorevole agli OGM, visti gli enormi interessi in gioco, passa alla contro offensiva ed ha iniziato ad attivare una campagna di “persuasione”occulta circa l’utilizzo degli OGM, arruolando a libro paga della multinazionale alcuni fra gli specialisti nell’alimentazione e nelle tecniche agricole per diffondere tesi favorevoli allo sviluppo dei propri prodotti e diffondere pubblicità esplicita o indiretta.
Troviamo anche su giornali molto quotati e diffusi, come ad es. il “Corriere della Sera”, articoli di opinionisti come un tal Danilo Taino, che, parlando dei problemi dell’agricoltura italiana, afferma testualmente “.…di fronte a questa situazione, tra l’altro fortemente determinata dalla politica agricola della UE, escludere a priori gli OGM dall’Expo 2015 significherebbe dire al mondo che l’agricoltura italiana e quella europea devono vivere entro confini stretti, isolate dal mondo: punire e frustrare un settore che sta dimostrando invece di essere aperto, capace di gestire le sfide scientifiche e in grado di scegliere il Bio come l’Ogm”.
Quindi adottare gli OGM, secondo l’articolista, significa “aprirsi al mondo e magari al “progresso”, al mercato omologato ed agli interessi delle grandi multinazionali. Davvero esemplare ed esplicita l’esortazione verso il mercato globalizzato.
Consideriamo che, poche settimane addietro, il 12 Ottobre, era stato organizzato l’evento globale della seconda marcia contro la Monsanto ( “March Against Monsanto MAM”), svoltasi in 500 città ed in 50 paesi, nel silenzio più totale dei media italiani. Non è la prima volta che succede e le varie organizzazioni ambientaliste che difendono l’equilibrio della natura hanno fornito resoconto di queste ed altre manifestazioni di protesta pacifica che sono totalmente ignorate dai padroni della informazione “mainstream”, incluse anche le più importanti Tv e radio . Le manifestazioni sono state interamente pacifiche, senza incidenti e questo non ha dato il pretesto per un possibile risalto negativo da parte di giornali e TV. Nessuno dei media ha spiegato i motivi della protesta che sono in buona parte ignorati da una buona parte del pubblico dei consumatori. La prossima giornata di protesta è stata annunciata per il 24 maggio 2014.
Questa giornata di mobilitazione del 12 Ottobre era stata la seconda organizzata globalmente e pubblicizzata soltanto attraverso il coordinamento sui social network come Facebook o Twitter.
La protesta era nata spontaneamente dalla base, iniziata negli USA per volontà di Tami Canal Monroe, una madre americana che ha voluto organizzare l’evento usando appunto i social. Questa signora vive in California ove il Governo federale ha rifiutato la legge per l’etichettatura dei prodotti OGM. La signora Tami ha voluto difendere il diritto di libera scelta del consumatore che è alla base della normativa negli Stati Uniti, organizzando una protesta di massa contro le autorità federali, accusate di impedire la libera scelta dei prodotti alimentari da acquistare, nel suo caso liberi da OGM. La prima giornata di azione globale si era tenuta lo scorso 25 maggio ed aveva segnato già un successo strepitoso con oltre 2 milioni di partecipanti, senza però la presenza dell’Italia, dove però l’emergenza OGM, così definita , sarebbe anche più pressante visto l’attacco delle multinazionali alla nostra agricoltura tradizionale. Attacco che viene svolto basandosi sulle posizioni di forza derivanti dagli accordi su WTO sottoscritti anche dall’Italia e dalle normative europee in corso di trasformazione per la pressante azione della lobby pro Monsanto.
Infatti nei giorni scorsi era stata annunciata la prima trebbiatura del mais OGM MON810, ossia prodotto con semi geneticamente modificati e sotto brevetto proprio della Monsanto, nelle campagne di Vivaro in provincia di Pordenone, nonostante che in Italia esistesse il divieto di coltivazione per 20 anni. Il modo con il quale sono riusciti ad aggirare la legge a Vivaro è semplice: la Commissione Europea ha stabilito la libertà per gli agricoltori di decidere cosa coltivare e dunque anche OGM, a patto che non possano contaminare le colture vicine e che la biodiversità non venga compromessa. Non solo ma è anche previsto che le Regioni debbano dotarsi di una legge che regolamenti la coesistenza, ossia che stabilisca dove le colture OGM possano essere coltivate.
Risulta difficile quindi vietare la coltivazione degli OGM visto che ogni stato membro è libero e sovrano e di conseguenza l’inefficacia del decreto che pone il divieto di piantare mais MON810, decreto che era stato emanato proprio quando era stata già effettuata la semina del mais. Sarebbe stato necessario quindi predisporre in anticipo una moratoria perché ogni stato europeo possa decidere autonomamente nel proprio territorio. Tanto che risulta stabilito che non costituisce reato piantare mais OGM in Italia.
La trebbiatura in Ottobre, andava a coincidere proprio con la giornata di Marcia globale contro Monsanto e non si è tenuta a causa della pioggia e nel frattempo alcuni attivisti si sono recati per protesta a taggare con vernice blu delle pannocchie ricevendo denuncia dall’Autorità Giudiziaria.
Le motivazioni della “MAM March Against Monsanto” riguardavano la dannosità dei prodotti OGM per gli organismi umani (viste le prove di laboratorio fatte in Francia ed altri paesi) ed in protesta per l’utilizzo di questi senza informazioni adeguate per i consumatori. Consideriamo che la gran parte dei mangimi per animali è composto da farine OGM ma questa alimentazione non è neppure menzionata in etichetta.
Sarà importante verificare quanti riusciranno ad opporsi alle pressioni della multinazionale. appoggiata in toto dall’amministrazione USA di Obama il quale ha emanato persino un decreto presidenziale a tutela delle produzioni e della diffusione degli alimenti OGM (“Farmer Assurance Provision”) nell’”interesse nazionale americano” (leggi dei profitti delle multinazionali).
Il Farmer Assurance Provision – Section 735 è una disposizione che fornisce enormi privilegi alle multinazionali degli OGM. D’ora in avanti, almeno per i prossimi sei mesi, i tribunali americani non potranno bloccare la vendita dei prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati, a prescindere dai rischi per la salute dei consumatori. Gli oppositori hanno ribattezzato la norma“Monsanto Protection Act” perché il senatore repubblicano del Missouri Roy Blunt ha lavorato alla stesura del testo proprio insieme alla multinazionale californiana.
Un chiaro esempio di come il Congresso USA, grazie all’azione delle lobby, si pieghi sfacciatamente agli interessi delle multinazionali concedendo loro privilegi che possono anche mettere a rischio la salute dei consumatori.
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