"Inoltre bisogna considerare che, paradossalmente, il calo dell'inflazione sarebbe stato ancora piu' grave se non fosse stato per l'aumento delle tariffe e dei pedaggi a gennaio, incrementi che pero' tolgono liquidita' a famiglie ed imprese frenando ulteriormente la domanda interna - aggiunge -. La verita' e' che la stagnazione dei consumi prosegue, e la combinazione di eccesso di pressione fiscale e credit crunch continua a frenare investimenti delle imprese e spesa delle famiglie.
Le vendite vanno bene solo per i discount, segnale di un mercato sempre piu' guidato dagli sconti: di fronte alla sostanziale stagnazione dei consumi, aiutano solo le promozioni, ormai praticate da quasi tutti gli esercenti e non calcolate nel tasso di inflazione. Secondo un sondaggio Confesercenti SWG, nel 2014 l'83% dei negozianti ha praticato uno sconto. Ancora piu' preoccupante e' che il rischio deflazione non e' un problema solo italiano: l'Eurostat a gennaio certifica la discesa in territorio negativo dell'intera Eurozona, Germania inclusa".
"Per invertire la tendenza occorre tirarsi su le maniche e intervenire rapidamente. Basta con l'austerita' a senso unico: bisogna sbloccare il credito e correggere il tiro di un fisco troppo esoso e punitivo su imprese e famiglie. E bisogna farlo presto: l'eventuale discesa nella spirale deflattiva cancellerebbe le legittime e necessarie speranze di un ritorno alla crescita", conclude l'associazione di categoria. Speranze di crescita ridotte al lumicino, guardando i dati reali e non le previsioni fantasiose del governo Renzi.
Redazione Milano.
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