Una legge retroattiva, un mese fa, aveva qualificato "disonesta" la prassi dei crediti in valuta, e la legge attuale stabilisce l'obbligo del risarcimento e le modalita' del calcolo.
Le mensilita' delle rate di rimborso di mutui e crediti in valuta concessi agli ungheresi potranno diminuire in media di un terzo.
La misura rischia di trasformarsi in un nuovo salasso, di un valore di 3,5 miliardi di euro, per gli istituti finanziari, gravati gia' da quattro anni di un'imposta speciale altissima.
Le banche, in maggioranza straniere, dopo la prima legge, hanno cercato invano di dimostrare per vie giudiziarie che la prassi seguita fosse invece legale ed onesta. ''Abbiamo sempre rispettato la normativa in vigore'', e' stata la difesa.
Il tribunale di Budapest ha respinto tutte le querele.
Molte banche ricorreranno pero' ai fori europei, contestando la legalita' di leggi retroattive, ma questa strategia non porterà ad alcun cambiamento, perchè l'Ungheria è uno stato democratico sovrano e membro della Ue. Come tale, nel pieno diritto di legiferare e di approvare leggi, incluse le leggi poco gradite dai colossi bancari.
Redazione Milano.
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