mercoledì 11 dicembre 2013

I forconi a Roma e la fiducia a Letta

I forconi a Roma e la fiducia a Letta“Fratelli d’Italia l’Italia s’è desta”, l’inno di Mameli riecheggia sulle casse antistanti il parcheggio di Piazzale Ostiense a Roma. Nella capitale è il secondo giorno di presidio del Movimento guidato dai forconi del 9 dicembre. Sotto il Colosseo tutto fila liscio e tranquillo a dispetto di quello che accede nelle altre città italiane. Sono le cinque e mezzo, il comizio dei “leader” nazionali è alla fine. «Un domani molti di noi entraranno nelle istituzioni e che racconteremo ai bimbi? Dove eri quando facevi la rivoluzione? In stanza a farti le p…?», a parlare è Leo Zagami, presente nella piazza del 9 dicembre teorico della cospirazione ed appassionato di illuminati. Tant’è che nel giro di pochi minuti leva fuori Bilderberg.

sciopero forconi roma 2
CONTRO LE BANCHE- «Le banche stanno dimostrando di esser dei strozzini legalizzati», urla dal palchetto. Scattano i “bravo” tra il pubblico, composto da anziani e ragazzi giovanissimi. «Ci hanno dato i mutui e adesso li riprendono ma in Italia la gente si deve svegliare». Poi si rivolge ai “media collusi” del regime. Non prima di gridare un sonoro Vaffa al megafono echeggiato dalla folla. Una signora segue i comizi, fa l’autista per una ditta privata: «Cinquanta chilometri al giorno, andata e ritorno, per arrivare alla mia sede di lavoro. Lei non ha idea di quanto spendo di benzina. E la pressione fiscale che subisco?».
I LEADER DEL 9 DICEMBRE – Chi c’è dietro la riscossa dei forconi? Danilo Calvani è un ex piccolo imprenditore dell’ortofrutta, ora a capo del comitato Agricoltori Riuniti: tentò di diventare primo cittadino a Latina, con scarso successo. Poi c’è Umberto Gobbi degli Autonomi bresciani, Giuseppe Caponio, giovane laureato in scienze agrarie a capo della fazione pugliese. Ci sono Augusto Zaccardelli, capo del Movimento autonomo degli autotrasportatori ed ex ultras della Lazio, Mariano Ferro leader dei forconi siculi. Al nord invece c’è Andrea Zunino che smentisce le intimidazioni ai commercianti da parte del coordinamento. Saranno loro, cellulari alla mano, a coordinare la marcia su Roma, marcia che si farà solo in caso in cui il governo Letta incasserà la fiducia. «Solo allora – spiega una militante – tir ed automezzi raggiungeranno Roma. Prima non ci muove». Dal presidio romano ci tengono a precisare che i tumulti e i sit-in che si organizzeranno domani tra Montecitorio e Madama non hanno nulla a che fare col Movimento. A proporre lo stazionamento su Facebook è Catena Umana. Ma se l’andazzo sarà comequello di Piazza del Popolo allora non c’è nulla di cui preoccuparsi. Intanto domani pomeriggio a San Lorenzo BerLusconi incontrerà una “delegazione”:
FASCISTA NAIF – «Io? Ho la faccia da fascista? Anche se lo sono non ci sono problemi: le idee qui non hanno colore anche se sono di destra o di sinistra», spiega un partecipante venuto dalla Sicilia. Ma allora i “Boia chi molla” con i fumogeni davanti alla sede di Repubblica? «Ma noi – precisa – non ci siamo fatti rappresentare da loro. I fermati di oggi non c’entrano nulla col coordinamento. Tu sei fascista?», chiede. Spiegano che ogni mossa a Torino ed Imperia è decisa dal Coordinamento. Nel mentre Zagami (in passato candidato con la lista Grande Sud) intrattiene il pubblico: «Le europee… vogliamo ridere? E magari ci ritroviamo Buttiglione. Noi vogliamo stampare la lira!!!! Viva l’Italia e viva la rivoluzione».
MEDIA CASTONI - Nel mentre i giornalisti prendono qualche battuta dei presenti. «Non dirgli nulla, tanto loro manipolano tutto», commenta un manifestante. Al suo fianco un signore concorda. Un giornalista, sfiduciato dalla lobby dei caporedattori, racconta una barzelletta per stemperare gli animi: «In uno zoo un bambino cade nella gabbia dei leoni. Un operaio, presente sul posto lo salva portandolo via. Arriva un giornalista e chiede ‘Scusi è lei che ha salvato il bimbo?’. L’operaio risponde alle domande entusiasta. ‘Ma lei fa parte della Cgil?’ ‘No’, replica l’operaio, ‘Della Cisnal’. L’indomani il pezzo del giornalista sarà intitolato così: Operaio ruba da mangiare al leone». A Piazza dei Partigiani, dove finora la lotta è stato solo dibattito e volantinaggio, ci si prepara per le prossime ore. Dopo l’ultimo presidio notturno si aspetterà il voto di fiducia a Letta e i suoi. La decisone di quella “casta” lontana dalla “gente comune”. «A Roma – spiegano – si deve stare buoni». Illuminati e non si aspetta uno squillo, un sms: «Andiamo verso Roma». Dopodiché si avanza: con o senza applausi a seguito.
http://www.giornalettismo.com/archives/1259735/i-forconi-a-roma-e-lattesa-per-la-fiducia-a-letta/

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