ROMA – Tutti gli stock di armi e agenti chimici della Siria, per un totale di circa 1.000 tonnellate, sono stati posti sotto sigillo antimanomissione e resi inutilizzabili: lo ha annunciato l’Organizzazione per la proibizione di armi chimiche (Opac).
”Tutti gli stock di armi e agenti chimici sono stati posti sotto sigilli che sono impossibili da manomettere”, ha detto il portavoce dell’Opac, Christian Chartier, insistendo sul fatto che gli stessi sigilli sono “a prova di manomissione”.
“Si tratta di 1.000 tonnellate di agenti chimici e 290 tonnellate di armi chimiche”, ha detto Chartier, sottolineando che tutti gli stock sono rimasti “sui siti”: “non siamo ancora in fase di movimento”, ha detto.
La Siria dispone anche di 1.230 munizioni non ancora “riempite” di agenti chimici. Il consiglio esecutivo dell’Opac, che si riunirà il 5 novembre prossimo, dovrà decidere la road map per la distruzione delle armi e degli agenti chimici sulla base di un documento, il “piano generale per la distruzione” delle armi, consegnato dalla Siria il 24 ottobre.
Siria: forse aggressione aerea di Israele a due basi aeree, conferma da Usa, silenzio da Damasco
DAMASCO – Un nuova aggressione aerea israeliana avrebbe colpito due basi aeree della repuibblica siriana a Latakia e Damasco: ne da’ notizia Al Arabiya, precisando che nei bombardamenti sono state distrutte due distinte forniture di missili anti-aerei.
A poca distanza di tempo e’ giunta la conferma del governo statunitense fatta da alcune fonti alla CNN. La notizia va comunque presa con la dovuta cautela visto che da Damasco non perviene alcuna conferma. Ed infatti nessuna reazione ufficiale dal governo siriano che pero’ l’ultima volta che si era verificato un attacco aereo da parte di Israele aveva promesso una immediata risposta, qualora l’affronto alla nazione si fosse ripetuto.
La notizia e’ comunque da prendere con la dovuta cautela perche’ Al Arabiya e’ una rete finanziata dall’Arabia Saudita, la nazione piu’ ostile al governo Assad che finanzia i terroristi che combattono in Siria.
La conferma degli Usa e’ altresi’ da considerare in tale contesto e non puo’ essere convalidata come qualcosa che dimostri che l’attacco si sia veramente verificato.
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