ROMA - ''Urge una grande battaglia europeista: l'Europa dei popoli contro l'Europa dei populismi. Questa e' la posta in gioco nei prossimi sei mesi''. E' la 'chiamata alle armi' contro i 'nemici' dell'Europa che lancia all'opinione pubblica europea il premier Enrico Letta, in una intervista concessa allo spagnolo El Pais, al polacco Gazeta Wyborcza, al francese Le Monde, al tedesco Suddeutsche Zeitung, all'inglese The Guardian e alla Stampa, chiedendo di abbandonare la ''timidezza nella battaglia politica'' e sottolineando che nella prossima
legislatura Ue ''la scommessa di fondo e' passare dalla austerita' alla crescita, una scommessa che il Parlamento piu' euroscettico della storia rischia di azzoppare''.
Letta intanto rassicura l'Europa sul fatto che il suo governo andra' avanti: con le dimissioni dei ministri, racconta, ''ho iniziato a fare gli scatoloni'', dopo pero' ''il Parlamento mi ha dato una fiducia larga'' e ''dal 2 ottobre abbiamo maggiori forze e guardo al futuro con fiducia''. In Europa, dice c'e' ''una grande sottovalutazione del rischio di ritrovarsi nel prossimo maggio il piu' anti-europeo Parlamento europeo della storia'' e ''se i populisti in Europa superassero una percentuale del 25 per cento questo sarebbe molto preoccupante''.
Per evitarlo bisogna ''alzare la bandiera dell'Europa che lotta contro la disoccupazione, lanciando nei prossimi Consigli un grande Progetto giovani'', oltre a tornare a parlare di industria, come fara' il prossimo Consiglio di febbraio. Ed essere ''uniti sull'immigrazione'' perche' ''non e' un caso che Grillo in questa circostanza abbia seguito politiche di destra''. a questo proposito Letta spiega anche che ''abbiamo un debito di riconoscenza nei conofronti di Lampedusa, tanto che - annuncia - nella Legge di stabilita' mettero' un emendamento con opere compensative che riguarderanno l'isola diventata un simbolo''.
Contro i populismi in Italia la chiave ''sta nella capacita' di far diventare leggi entro quella data, l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e la riforma elettorale''. E anche sulle riforme ''penso che entro l'estate possiamo chiudere la partita''. ''Io - aggiunge il premier - lavoro perche' si cambino le regole e si torni nel 2015... quando sara', nel 2015 si torni a un confronto elettorale nel quale i cittadini possano scegliere tra due opzioni e questa scelta porti poi alla espressione di un governo''.
Letta si dice ''fermamente intenzionato e convinto di andare avanti su questa strada. Anche perche' i risultati si cominciano a vedere''. Nel 2014 ''l'Italia sara' uno dei Paesi piu' virtuosi d'Europa: per la prima volta, dopo 5 anni, il debito scendera'. Avremo il deficit di nuovo sotto il 3%'', ma anche la spesa pubblica primaria che scende. Si fermera' la crescita delle tasse, avviando il calo. Avremo il segno piu' sulla crescita e speriamo di fermare l’aumento della disoccupazione''. (ANSA).
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