di Luciano Lago
Il famoso analista e politologo americano, Zbigniew Brzezinski, ha riconosciuto come sia arrivata alla sua fine l’egemonia globale degli USA. Ciò nonostante l’America continua a lottare per la supremazia mondiale, usando pero’ dei metodi nuovi.
“Nel sistema unipolare ereditato dagli Stati Uniti dopo la fine della guerra fredda, le decisioni prese a Washington determinavano l’agenda internazionale, dopo 23 anni il contesto è cambiato e quel sistema oggi è giunto alla fine e non potrà più ristabilirsi per tutto il tempo che sarà destinato alla prossima generazione”.Questa la considerazione fatta dall’ex consigliere per la sicurezza della casa Bianca, Zbigniew Brzezinski nel corso di un convegno.
“Nelle attuali condizione nessuna delle superpotenze può ottenere l’egemonia mondiale, motivo per il quale gli USA devono scegliere meglio i conflitti ai quali partecipare, visto che le conseguenze di un errore potrebbero essere devastanti”; ha dichiarato Brzezinski, già consigliere del presidente Jimmy Carter e già primo direttore della Trilateral Commision, una organizzazione internazionale privata fondata per iniziativa di David Rockefeller per sviluppare una maggiore collaborazione tra USA, Europa e Giappone.
“ E’ sicuro che la nostra posizione dominante (nella politica internazionale) non è più la stessa di 20 anni fa”, ha dichiarato Brzezinski nel corso di una conferenza tenutasi presso la scuola di Studi Internazionali Avanzati (SAIS) dell’Università Johns Hopkins, “nel suo status di superpotenza mondiale”, ha aggiunto, “gli USA non hanno vinto neppure una sola guerra”.
Brzezinski, che viene considerato uno degli specialisti più influenti nella politica estera, quello che durante gli ultimi decenni aveva configurato il corso geostrategico di Washington, durante la conferenza ha dichiarato :“per gli Stati Uniti è arrivato il momento di comprendere che il mondo contemporaneo risulta molto più complicato ed anarchico di quanto lo fosse negli ultimi anni della guerra fredda, tanto che l’accentuazione dei nostri valori così come la convinzione della nostra eccezionalità e l’universalismo, sono da considerare quanto meno prematuri da un punto di vista storico”.
Vogliamo sperare che questo tardivo riconoscimento fatto da un autorevole personaggio della elite mondialista americana possa essere adottato anche dai responsabili della politica estera di Washington che si sono dimostrati molto facili ad imbarcarsi direttamente o per interposta persona in guerre di tipo neocoloniale dietro risibili pretesti di “missioni umanitarie” o di “portare la democrazia” causando centinaia di migliaia di vittime innocenti e distruzioni immani (vedi Iraq, Libia, Siria).
Siamo molto dubbiosi che la constatazione fatta da Zbigniew Brzezinski possa portare più miti consigli ad Obama, Kerry ed il suo staff: dietro le azioni belliche americane premono gli interessi dell’enorme complesso militare industriale che viene alimentato da sempre nuovi conflitti e dalla frenetica corsa alla conquista delle risorse naturali presenti in Africa e Medio Oriente.
Dopo le tante guerre causate dalla politica USA e dopo aver preteso di imporre il loro modello di “democrazia” e l’“american way of life” a tanta parte dell’umanità, il mondo non aspetta altro che di vedere un vero cambiamento e difficilmente proverà una grande nostalgia di tornare sotto il tallone dello “zio Sam”.
http://www.contrainjerencia.com/?p=76950&utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+contrainjerencia%2FjvtA+%28CONTRAINJERENCIA%29
http://csis.org/expert/zbigniew-brzezinski
http://stratrisks.com/geostrat/11994
Nessun commento:
Posta un commento