Passi, si fa per dire, con l'affettuoso buffetto del presidente del senato Grasso agli Usa "la prossima volta avvertiteci meglio". Di cosa? Di trasformare l'Italia in una distesa di macerie economico-finanziarie? Il caso Prism non è stato ancora capito a fondo in Italia, nella sua minacciosa portata, e non lo sarà mai fino a quando ci sarà questo ceto politico. Ma, come capita sempre nei periodi di grandi cambiamenti, appena una falla finisce di aprirsi se ne comincia ad aprire un'altra.
Ecco che l'edizione tedesca del Wall Street Journal intervista Amussnen, che incidentalmente fa il direttore della Bce (Draghi è il presidente), che afferma che "l'Italia è troppo grande per essere salvata dall'esterno". La dimensione della crisi italiana è di nuovo tornata a due anni fa, con il rischio crack del paese. E l'"Europa" non ha alcuna intenzione di iniettare risorse nel nostro sistema. Nemmeno alla greca cioè in una gigantesca partita di giro che ha disintegrato il paese ellenico. Siccome Asmussen sostiene che l'Italia è strategica per Ue, Bce ed eurozona è chiaro dove si sta andando. Alla ricerca dello Jaruzelski italiano che faccia l'autoinvasione per tamponare l'eurozona come il golpe polacco del 1981 fermò per qualche anno la crisi del patto di Varsavia.
Se le considerazioni di Asmussen sono moneta comune in Europa, se non sono posizioni isolate, ne vedremo delle brutte. Perché si cercherebbe di favorire una drammatica riduzione del debito, del "costo" del lavoro in forma di fatto militare facendola pagare salatissima a più di mezzo paese. Il 2014 sarà tutto fuorché una passeggiata di salute.
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