martedì 29 ottobre 2013

Verona, scandalo nelle mense: “daranno sabbia al posto della carne!”

Scoppia la rivolta nelle mense. Genitori ritirano i figli a pranzo
IL CASO. Molte famiglie infilano negli zaini dei bambini qualche vivanda fatta in casa, altri li portano a casa a mangiare. Mamme nel panico per l’intercettazione choc «Sabbia al posto della carne» e disagio tra gli ex dipendenti comunali assorbiti dai privati: «Siamo pochi e lavoriamo di più»
Un pulmino della Serenissima, la ditta che ha avuto dall'Agec la gestione delle mense FOTO MARCHIORI
Meglio una pastasciutta veloce o un panino al volo, ma fatti in casa, piuttosto del cibo della mensa scolastica. Questa convinzione si sta diffondendo tra i genitori, che infilano negli zaini dei figli qualche vivanda fatta in casa per la pausa pranzo. Altri vanno addirittura a riprendersi i bambini tra mezzogiorno e l’una e li riaccompagnano alle lezioni del pomeriggio. Dopo gli arresti che hanno decapitato l’Agec, con ipotesi di reato dal peculato alla corruzione, le scuole frenano a fatica l’ondata di indignazione e preoccupazione dilagante tra le famiglie, ma anche tra gli stessi insegnanti. «I ghe dà da magnar la sabbia al posto de la carne»: l’intercettazione-choc viene ripetuta con sgomento dalle mamme e dai papà che si consultano fuori dalle scuole, dove sventolano i volantini dei Cinquestelle che invitano a non pagare la retta della mensa. Le discussioni proseguono su internet e sui telefonini.
 «Portare e riprendere i bambini a scuola quattro volte al giorno è un disagio sfiancante, e solo una piccola parte delle famiglie se lo può permettere. Ma noi non lasceremo i nostri figli in balia di questo sistema finché non verrà fatta chiarezza», spiegano Elisabetta Faedo e Alessandro Gornati, prelevando i rispettivi bambini dall’elementare Camozzini di Chievo durante la pausa di mezzogiorno. «Li portiamo a mangiare a casa perché ci è stato detto che, a scuola, non si può consumare alcun pasto all’infuori del cibo della mensa. Gli istituti non hanno ricevuto direttive in merito, perciò tutto deve proseguire come se niente fosse. E a noi questo sembra assurdo», commentano ancora i genitori, facendo salire i figli in auto. C’è più riserbo tra gli insegnanti, imbarazzati nel lasciar proseguire il servizio mensa tale e quale a fronte delle lamentele delle famiglie. Che non sono certo nuove. «Molte segnalazioni sono partite anche da noi, soprattutto su quantità e qualità del cibo, entrambe scarse», ammette una direttrice scolastica, che vuole conservare l’anonimato. «I bambini mangiano poco e malvolentieri. Si capiva che qualcosa non funzionava. Ma più di farlo notare a chi di dovere, che ci possiamo fare?». Il malessere cova anche a monte, ossia nelle cucine centralizzate in cui vengono preparate le migliaia di pasti che finiscono poi nelle scuole comunali. Bisogna ricordare che il servizio mense è stato prima ceduto dal Comune ad Agec nel 2009, e poi di recente appaltato tramite gara da Agec a ditte esterne, come Serenissima Ristorazione-Euroristorazione. Ma le aziende escluse si sono subito appellate al Tar per ottenere la sospensione dell’aggiudicazione. Tra ricorsi e controricorsi, a farne le spese sembrano essere stati i dipendenti precari di Agec, assorbiti dalle ditte vincitrici dell’appalto «con orari allungati e stipendi sforbiciati», a loro dire. Uno di loro spiega che «ad oggi, io e miei pochi colleghi ci ritroviamo a dover smaltire un carico di lavoro prima eseguito dal triplo del personale. Nei vari passaggi, i cuochi di Agec a tempo indeterminato sono stati smistati nelle scuole come personale ausiliario. E nelle cucine sono rimasti pochi precari, in condizioni al limite dell’accettabile. Come si può garantire la qualità dei pasti in questo modo?». Gli ex cuochi della mensa centralizzata, quelli reimpiegati nelle scuole, dicono che «la notizia dell’inchiesta è stata una mattonata. Certo, da mesi in Agec non si respira bella aria, ma non sospettavamo nulla di simile. Che vergogna».
Scandalo Agec, le intercettazioni: “Daranno sabbia al posto della carne in mensa”
Le registrazioni raccolte dalla Guardia di Finanza dipingono un quadro forse peggiore di quello che si pensava, con studenti coinvolti senza riguardo. Intanto l’ex presidente Michele Croce chiede le dimissioni dell’amministrazione comunale.
“I ghe dà da magnar la sabbia… al posto della carne”. È solo una delle moltissime intercettazioni raccolte dalla Guardia di Finanza nel corso delle indagini. A Fare questa affermazione, considerata significativa dall’accusa, è il dipendente Agec Giovanni Bianchi nell´inchiesta sui presunti illeciti commessi all´azienda comunale di via Noris che ha comportato l’arresto di otto dipendenti e un imprenditore.
Il testo dell’ordinanza riporta: “Si aggiunge, a corredo del già abbondante quadro probatorio come a seguito dell´aggiudicazione della gara sul servizio mensa, uno dei commissari Giovanni Bianchi il quale forse per un momento si è reso conto di cosa comporti alterare una gara, peraltro avente ad oggetto la somministrazione dei pasti ai bambini, si lascia sfuggire il commento: «Da mangiare (ai bimbi delle scuole, ndr) verrà data della sabbia al posto della carne»”.
Il gip Paolo Scoot di Luzio afferma che questa frase “denota un grado di dolo, di collusione e totale spregio dell´interesse pubblico da rendere ancora più gravi le condotte”. Che gli indagati siano coscienti delle proprie azioni e della loro illegalità, è provato anche da altre frasi intercettati dalle forze dell’ordine. È Alessia Confente, dirigente del servizio farmaceutico che “firmerà tutti i verbali di gara senza averne preso parte”, scrive il giudice. “Con quello riusciamo ad andare in galera? Sì o no?”, ha detto la Confente in un’intercettazione raccolta dalle Fiamme Gialle.
mense bimbi
 
Intanto dal proprio blog Verona Pulita, Michele Croce esprime la propria inidignazione: ”Oggi non scrivo come ex Presidente Agec, nè come professionista, nè come cittadino. Oggi scrivo da padre e come padre le intercettazioni sui servizi di mensa comparse sui quotidiani mi suscitano un profondo senso di ORRORE. Non si tratta qui di stabilire se qualcuno ha sbagliato o non ha sbagliato, se ha commesso o non ha commesso errori. A questo ci penseranno i tribunali, ma quale che sia lo sviluppo della vicenda giudiziaria quello che si legge è un orrore; e l’orrore resta. Voglio dire che non ci interessa come finirà il processo ma che il sentimento di profonda indignazione che ci suscita quanto letto prescinde dalla vicenda giudiziaria perchè tocca le corde a cui tutti siamo più sensibili: LA SALUTE DEI NOSTRI FIGLI. Ora, mi chiedo, che farà la politica?”
 

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