sabato 19 ottobre 2013

Il calcolo della velocità relativo agli aerei chimici



I normalizzatori, i negazionisti… quelli che amano definirsi “debunkers“, ma anche le autorità governative, i meteorologi allineati ed i giornalisti d’accatto (vedi i recenti articoli proposti sulla stampa nazionale da pedine del C.I.C.A.P.), in merito a quelle scie che devastano i nostri cieli, ci spiegano, con somma prosopopea, che si tratta solo di innocue scie di condensazione, rilasciate da aerei di linea ad altissima quota.Noi sappiamo che ciò non è vero e che costoro mentono e lo abbiamo dimostrato in innumerevoli circostanze. Abbiamo provato, dati alla mano, che gli aerei che vediamo noi sorvolano i centri abitati ad altitudini irrisorie, spesso anche inferiori ai 1.500 metri. Queste, d’altronde, sono le quote necessarie per operare il cloud seeding igroscopico delle nubi basse e diversamente non potrebbe essere, poiché si sfruttano le correnti ascensionali affinché i composti dispersi salgano in quota sino ad abbattere l’umidità sì da eliminare la nuvolosità naturale, sostituita da bizzarre formazioni artificiali (elettroconduttive) che la N.A.S.A. e l’U.S.A.F.definiscono “smart clouds“.

In aggiunta agli altri elementi di prova in questi anni portati a suffragio di quanto qui si afferma, proponiamo un altro punto cardine: la velocità. Quale attinenza ha la velocità con le quote di sorvolo non idonee alla formazione di contrails? E’ presto detto.


Gli aerei commerciali sono progettati per volare a notevole velocità (600/900 km/h) in condizioni di atmosfera rarefatta, laddove la resistenza aerodinamica è molto bassa. Alle altitudini di 27.000/38.000 piedi, tale velocità può essere mantenuta senza problemi ed inoltre si ha un minore consumo di carburante per via della minima resistenza opposta dall’aria. Per questo motivo ed anche per ragioni di sicurezza, i voli commerciali hanno l’obbligo (salvo che per atterraggio e decollo) di disporsi, nel minor tempo possibile, su corridoi aerei predisposti opportunamente a quote molto elevate. Da quelle altezze gli aerei di linea, è bene precisarlo, non sono osservabili da terra.

Il punto focale è che gli aerei progettati per volare ad elevate velocità solo ad alta quota, non sono adatti a mantenere quelle stesse velocità alle quote ove l’aria è più densa. Questo perché la resistenza aerodinamica ne provocherebbe il cedimento strutturale. In buona sostanza, se un 767, un A-330 o un A-320, tanto per proporre solo qualche esempio, volassero a 600/900 km/h a quota non di crociera (8/13.000 metri), ma a “quota cumulo” (1.300/1.800 metri), comincerebbero presto a perdere pezzi, sino a veder compromessa l’integrità strutturale. Questo è un elemento davvero importante, ai fini della verifica di quanto sin qui asserito. E’ possibile verificare personalmente a quale velocità questi aerei militari, spacciati per velivoli commerciali, sorvolano le nostre campagne e le nostre città. Se, infatti, come mendacemente ci viene spiegato in ogni occasione, questi aeromobili fossero davvero riferibili a “voli di linea” ad alta quota, allora dovremmo constatare che essi incrociano a velocità prossime ai 600/900 km/h. Se, invece, la loro velocità fosse nettamente inferiore a quella di un volo regolare, allora saremmo di fronte ad un “volo di linea fake”, con tanto di livree contraffatte. [1] Si deve escludere che il punto di osservazione sia nelle prossimità di uno scalo aereo e che l’aeroplano non sia in fase di decollo o atterraggio.
[1] A seguito di recenti osservazioni, possiamo arguire che alcune rotte civili sono dirottate su aree ben specifiche. Il pilota dirige verso il nuovo corridoio assegnatogli, anche deviando dalla sua rotta originaria, scende di quota ed attiva la dispersione dei composti chimici. Intanto FlightRadar24 ed altri strumenti simili segnalano correttamente la rotta, ma non la quota e tanto meno la velocità.
Calcolo della velocità
Il calcolo della velocità si esegue dividendo la distanza per il tempo impiegato a percorrerla. Nel “SI” (Sistema internazionale di unità di misura), la velocità si esprime in metri al secondo (m/s o m*sec-1), dal momento che distanza e tempo si esprimono rispettivamente in metri (e) e in secondi (s).
Sintetizzando il tutto in una formula, avremo la seguente formula:
Calcolo Velocità (m/s) = Distanza in metri / Tempo in secondi
Il calcolo della velocità è quindi un’operazione abbastanza semplice; maggiori “problemi” si possono, invece, incontrare nell’esprimerla con unità di misura diverse, ad esempio quando è necessario operare la conversione da m/s a Km/h e viceversa. Arriviamo alla risposta per gradi.
Tenendo presente che un’ora equivale a 3.600 secondi (60 minuti x 60 secondi ciascuno), viaggiando alla velocità costante di un metro al secondo, si percorrono 3.600 metri (3,6 km) all’ora. Possiamo quindi affermare che
1 m/s = 3,6 Km/h
Trattandosi di una semplice equazione, per calcolare in m/s una velocità nota in Km/h dobbiamo moltiplicarla per 3,6. Viceversa, per passare da Km/h a m/s, la velocità va divisa per 3,6.
Da m/s a km/h: moltiplichiamo la velocità per 3,6
Da km/h a m/s: dividiamo la velocità per 3,6
Verifiche sul campo hanno fornito velocità medie di 340 km/h. Abbiamo così dimostrato, seppure indirettamente, che gli aerei impegnati nel “cloud seeding igroscopico” non sono affatto vettori di linea ad alta quota, ma unità militari a “quota cumulo”! Infatti, noti due punti di sorvolo “A” e “B”, si calcola il tempo di percorrenza e si applicano le formule sopra esposte. Buon divertimento!

Nessun commento:

Posta un commento