venerdì 13 dicembre 2013

Marine Le Pen presenta a Strasburgo il manifesto anti UE





11.dic. STRASBURGO

Continua la marcia trionfale di Marine Le Pen verso le elezioni europee.

A Strasburgo viene presentato per la prima volta ufficialmente Il cartello che raggruppa le formazioni anti-eurocrazia, anti-immigrazione incontrollata, protezionista e pro-famiglia tradizionale e prende quindi forma il suo programma. La Marine Le Pen prende le distanze dal movimento (etichettato come neo-nazista) di Alba Dorata, ma, attorno a Marine Le Pen, la leader del Front National, che nei sondaggi viaggia oltre il 20%, si collega con la Lega Nord nelle prossime europee ed è pronta a fare squadra con la formazione italiana, ed anche con lo Fpo austriaco di Strache, con il Pvv olandese di Wilders, con il Vlaans Belang dei separatisti fiamminghi, con i Veri Finlandesi, con i Democratici svedesi e magari anche con gli ungheresi di Jobbik. Si crea anche un asse con i putiniani di “Russia Unita”, che alle europee ovviamente non partecipano, ma che la Ue la sfidano in Ucraina.



Marine Le Pen oggi ha presentato al Parlamento europeo il ‘manifesto‘ di chi considera l’euro la radice di tutti i guai e l’Unione europea vorrebbe raderla al suolo per ricostruirla su fondamenta totalmente diverse da quelle degli ultimi 60 anni, bloccando l’intromissione della UE in tutte le questioni interne dei singoli stati. Vero obiettivo, avere le forze per fare un gruppo al Parlamento dopo le elezioni, dove ognuno si presenterà col suo simbolo. Ma per avere accesso alla visibilità e ai finanziamenti europei bisogna raggruppare almeno 25 deputati di almeno sette paesi.

Così ha scelto la fondazione ‘Alleanza europea per la libertà’, legata alla Fpo. E la Lega Nord, legata in questa legislatura all’Ukip ma ‘separata in casa’, è “assolutamente interessata e disponibile a collaborare” per “smontare e ricostruire l’Europa” e “uscire dall’euro”, dice all’ANSA il nuovo segretario Matteo Salvini. Non è ancora una adesione ufficiale, perché la proposta la farà al Congresso di domenica e dovrà essere la base a scegliere, ma è già pronto l’abbraccio con le delegazioni di Front National, Pvv, Fpo, Democratici svedesi, Vlaams Belang e Russia Unita che saranno presenti. E alla cena informale della sera prima con lo stato maggiore ci saranno anche Wilders e Strache. La Le Pen no, per altri impegni, ovvero dovrà convincere il padre a lasciare il partito per completare il rinnovamento di immagine.

A tessere la tela dei rapporti con i futuri confratelli, Lorenzo Fontana, capogruppo del Carroccio a Strasburgo. Ammette “uno spostamento a destra, se seguiamo la vecchia concezione”, ma lo ridefinisce come “un avvicinamento in Europa alle forze che la pensano come noi e che prima erano marginali”. In compenso Fontana nega con forza ogni legame con fascismo (“Ci sentiamo totalmente estranei, perché siamo contro ogni centralismo, sia in Italia sia in Europa”) e razzismo (“il problema non è l’immigrato, ma l’immigrazione clandestina e chi non ha voglia di integrarsi”) ed argomenta che “non siamo contrari all’Unione europea ma alle politiche che non hanno favorito i nostri interessi“. Ed aggiunge: “Mi viene il dubbio che Bruxelles abbia voluto favorire le multinazionali e gli interessi finanziari internazionali”.

Le Pen da Strasburgo lancia la sfida a Hollande, dice che il presidente dovrà sciogliere l’Assemblea nazionale se lei vincerà le amministrative di marzo. Prende le distanze tanto da papà Jean-Marie quanto dal presidente del partito Bruno Gollnisch, che il fascismo lo hanno sempre difeso. Chiarisce che l’ingresso di Alba Dorata ”non è mai stato in questione”. E parlando dell’Ucraina si dice “stupefatta che la Ue voglia immischiarsi, anche contro Hollande è sceso un milione e mezzo di persone in piazza, ma non hanno detto nulla”.

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