E’ davvero difficile comprendere perché le Istituzioni tendano in qualche occasione a cavalcare l’autolesionismo.
Non vediamo come possa essere considerato inaccettabile un gesto di solidarietà in favore di unamanifestazione fondata sul disagio sociale, contro una classe politica sorda alle esigenze dei cittadini.
Parliamo del gesto, ribadiamo, pieno di significati, che ha visto protagoniste le forze dell’ordine schierate a difesa del palazzo della Regione Piemonte. Il casco levato in segno di pace e solidarietà con chi esprimeva democraticamente e civilmente in piazza il proprio disagio.
Ma tant’è, la Questura ha avvertito l’obbligo di prendere le distanze da quel gesto, anzi addirittura a considerarlo ordinario previsto dal regolamento.
Questo il comunicato.
“In relazione a quanto pubblicato da alcune agenzie e ripreso sul web, secondo cui alcuni poliziotti, in occasione delle manifestazioni svoltesi oggi in Torino, si sono tolti il casco in segno di solidarietà con i manifestanti, si fa presente quanto segue.
Verso le ore 10,30, al termine di un intervento disimpegnato da un contingente della Polizia di Stato per contenere una improvvisa azione dei manifestanti, i poliziotti in servizio, su disposizione del funzionario responsabile, si sono tolti il casco, essendo venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo.
Trattasi, pertanto, di comportamento da considerare ordinario e correlato al venir meno dello stato di tensione e delle esigenze di ordine pubblico.
A tale gesto non appare possibile , pertanto, riconnettere significati non attinenti alle regole d’impiego dei dispositivi individuali di protezione e,tantomeno, di condivisione delle istanze dei manifestanti”.
Ci permettiamo di confutare quanto contenuto nel comunicato della Questura, semplicemente riportando le parole di una funzionaria della Digos, perfettamente recepite dai giornalisti presenti in piazza “Il togliersi il casco è un gesto importante di solidarietà e di fiducia nei vostri confronti”rivolta ai manifestanti.
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