mercoledì 7 maggio 2014

Iran:FORTE ESPLOSIONE A QAZVIN

Barack-Obama-Mahmoud-Ahmadinejad-United-States-vs-Iran

Decine le vittime coinvolte nell’incendio a nord della città iraniana

Una forte esplosione ha avuto luogo in un magazzino a Qazvin, nel nord dell’Iran, lo affermano  le agenzie di stampa locali. Le autorità non confermano ma parlano di almeno 50 vittime, tra morti e feriti.
A quanto pare  l’incendio si sarebbe verificato all’interno del centro commerciale che rapidamente avrebbe la città a causa della  nuvola di fumo.  Le strade che portano sul luogo dell’incidente sono state chiuse al traffico. Lo conferma l’agenzia di stampa Fars

Nonostante gli sforzi dei vigili del fuoco, la situazione non è ancora sotto controllo. I media locali aggiungono che il magazzino precedentemente era utilizzato  come deposito di petrolio.
Forse l’AMERICA -NATO si prepara a un ennesima bugia per mettere a ferro e fuoco tutto il medio oriente ? E’ cosi messa male da volere a tutti i costi una guerra CHE COINVOLGERÀ TUTTO IL MONDO? FERMATE QUESTI PAZZI E I GOVERNI DEVO FARLI ..FERMATE QUESTI NAZISTI CHE FANNO RABBRIVIDIRE PER COME CONDUCO QUESTE GUERRA SOTTO BANCO ,MANIPOLANDO I GIOVANI ,USANDOLI COME ZOMBI PER IL LORO PIANI CRIMINALI..
Sappiamo che per raggiungere lo scopo il NOW ha bisogno di territori da conquistare e solo rimasti solo quelli del medio oriente Un attacco militare all’Iran da parte dei paesi occidentali compresa Israele, sarebbe «una catastrofe» e porterebbe allo scontro fra sciiti e sunniti (che sta già destabilizzando non solo piccoli paesi come il Bahrain ma anche grandi paesi come l’Iraq). Lo aveva ricordato il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, nel corso di una conferenza stampa a Mosca qualche anno fa. «Sulle possibilità che questa catastrofe si verifichi o no dovreste chiedere a chi ha parlato ripetutamente della questione», ha affermato Lavrov rispondendo alla domanda se gli Usa e i loro alleati (quelli israeliano e quelli europei) attaccheranno la Repubblica islamica. «Non ho dubbi che sarebbe come versare benzina su un fuoco che sta covando sotto la cenere, il fuoco nascosto dello scontro tra sunniti e sciiti» e che innescherebbe con ogni probabilità una «reazione a catena» che poi sarebbe difficile controllare. In Israele,  gli Usa di Obama cercano di tenere a freno, il ministro della difesa assicurando che gli israeliani sono ancora «molto lontani» dalla decisione finale di attaccare i siti nucleari iraniani come fecero nell’81 contro il sito nucleare iracheno di Osirak.
Fra Washington e Tehran non si placa l’escalation di minacce verbali. L’ambasciatore iraniano a Mosca, Mahmoud Reza Sajjadi,aveva ribadito che l’Iran era pronto a chiudere lo stretto di Hormuz, lo strategico passaggio (petrolifero) fra il golfo Persico e l’oceano Indiano per cui passa fra il 30 e il 40% del greggio, nel caso in cui il paese «dovesse sentir minacciata la sua sicurezza», ovvero nel caso di un attacco contro gli impianti nucleari iraniani. La risposta americana del segretario alla difesa Leon Panetta dichiaro’ che gli Usa  erano comunque  «totalmente pronti» a far fronte alle minacce iraniane di chiudere lo stretto di Hormuz. Ossia, in soldoni, la chiusura di Hromuz sarebbe come una dichiarazione di guerra.
La prospettiva di un (nuovo) conflitto e presumibilmente ancor peggiore di quelli (in conclusi) in Iraq e Afghanistan, inquieta molto e molti. L’’Italia di Monti  all’epoca affermo’  «siamo pronti a partecipare a una decisione europea su un possibile embargo petrolifero» (annuncio’ come prossimo passo della Ue) contro l’Iran (da cui la Ue importa quasi il 20% del suo petrolio e l’Italia il 10%).Una guerra psicologica fatta di minacce, controminacce, dichiarazioni ufficiali di politici e militari, interviste,  moniti, che vede implicati tutti i protagonisti di questo scontro.  E’ una guerra di nervi, molte volte mirata a condizionare il comportamento della controparte. La guerra segreta tra l’Iran ,Russia e  altri Paesi (spionaggio, cyber guerra, guerra psicologica)che potrebbe essere sostitutiva da altre forme convenzionali di guerra ma molte volte anche propedeutica ad una guerra vera.
La partita continua. ( sergio coco e cabras patrizia)

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