venerdì 24 aprile 2015

Farmaci veterinari:stesso principio attivo dei nostri ma costano più del doppio.Come mai?

 I farmaci veterinari contengono gli stessi principi attivi dei nostri ma costano più del doppio.Come mai?Inoltre anche se pur volendo,i veterinari non possono prescrivere ufficialmente farmaci umani.Merito di una legge studiata a puntino per permettere alle lobbie del farmaco di speculare anche sugli animali.

I farmaci per i cani sono identici ai nostri, ma costano il triplo. Un problema da non sottovalutare, dato che che circa la metà degli italiani possiede un animali domestici e spende circa 100 euro all’anno per curarli, ma almeno un terzo dei proprietari spende più del doppio come spiegato su Linkiesta:

Curare il nostro cane costa molto, più di quanto spendiamo per noi. Il prezzo dei farmaci veterinari in Italia è in media il triplo rispetto a quello delle pastiglie destinate all’uomo. Nonostante, in molti casi, il principio attivo sia identico. Prendiamo ad esempio il Fortekor, contro l’ipertensione di cani e gatti. Costo della confezione: 15 euro circa. Il principio attivo della medicina è il benazepril cloridrato. Che, se comprato per l’uso umano, ha un prezzo di 5 euro. A parità di dosaggio. Tradotto: la stessa molecola da usare per gli animali costa tre volte di più.
Il mercato delle medicine per cani, gatti, pesci e uccelli nel nostro Paese vale quasi 500 milioni di euro. Ed è in continua crescita, visto che ormai quasi la metà degli italiani vive con un animale domestico in casa. Tra cure e farmaci, gli animali ci costano in media cento euro all’anno, ma un terzo dei proprietari italiani paga almeno due o tre volte tanto”.
L’Enpa, Ente nazionale protezione animali, ha lanciato una petizione su Change.org per richiedere al ministero della Salute di rendere obbligatoria la prescrizione medica del principio attivo, invece della marca del medicinale, anche per le medicine destinate agli animali. Il problema sta nella legge che regola l’uso e la prescrizione di queste medicine:
La legge prevede che i veterinari non possano prescrivere farmaci per uso umano nel caso in cui siano disponibili medicinali veterinari con le stesse indicazioni terapeutiche. Il veterinario, “sotto la sua diretta responsabilità”, può prescrivere l’“uso in deroga” dei farmaci umani solo nel caso in cui non esistano medicinali veterinari destinati a curare una determinata patologia «al fine di evitare all’animale evidenti stati di sofferenza». Per tutto il resto, ci sono medicine veterinarie che possono costare anche il 100% in più. Qualche veterinario, in realtà, davanti alla forbice dei prezzi sempre più ampia, consiglia ai pazienti i meno costosi principi attivi destinati all’uso umano. Ma sempre sotto banco, rischiando multe da 1.549 a oltre 9mila euro

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