giovedì 20 novembre 2014

Raccolta differenziata:una scusa per aumentare a dismisura la tassa sui rifiuti.Ecco perchè

In molti comuni d’Italia la raccolta differenziata è solo una scusa per aumentare la tassa sui rifiuti.Tu differenzi,loro gettano tutto in discarica.Ecco dove e perchè.

Il grosso affare delle amministrazioni locali: 
aumentare a dismisura la TARSU per mandare poi tutti i rifiuti in discarica. 
I cittadini differenziano, pagano e tra qualche anno si ritroveranno di fronte la solita emergenza rifiuti. Se non si fa la differenziata, perché pagare una TARSU così alta? 
Salite sulla giostra, signori! Si differenzia. Siate cittadini modello, non mescolate rifiuti!

Nel frattempo cominciate a pagare gli oneri della differenziata che noi … la buttiamo in discarica!
 Questa è la situazione della gestione rifiuti in Campania e in Lazio (e non solo).
In molti comuni si esegue la differenziata con tanto di multe (giuste, per carità) ai cittadini che sbagliano (come a Formia) per poi … gettare il tutto in discarica. Come dire, differenziamo per il puro piacere (?) di farlo.
Ma al peggio non c’è mai fine. A Torre del Greco, il comune non riesce neanche ad organizzare la raccolta: i cittadini devono consegnare i rifiuti nelle isole ecologiche, insomma il comune corallino intasca la TARSU (tra le più salate d’Italia) e scarica sui cittadini gli oneri della raccolta porta a porta. Ma cosa se ne faranno questi amministratori dei soldi della TARSU, se non li spendono per la raccolta? Mistero.
Il raggiro della raccolta differenziata è già evidente in Campania: nonostante intere province (Avellino, Salerno, Benevento) la applicano da quasi un decennio, non si fa altro che cercare nuovi siti per le discariche (o la si esporta), mentre addirittura Napoli non riesce neppure a mostrare una parvenza di differenziazione dei rifiuti.

Il raggiro sarà evidente in Lazio a breve. La discarica di Malagrotta è quasi satura ma la Regione cerca un nuovo sito per una nuova mega discarica a cielo aperto.

Sorge la domanda: ma la differenziata la devono fare solo i cittadini? Inoltre che senso ha differenziare se non siamo organizzati e se non si fa nulla per organizze a gestire correttamente i rifiuti?

Un piano regionale che preveda il riciclo dei materiali tratti dai rifiuti e la gestione dell’umido prevede innanzitutto un corpus normativo amministrativo adeguato, inoltre la realizzazione di unità produttive, un network di trasporto e gestione relativamente complessi: è un progetto che si realizza per intero nell’arco di 5-10 anni, se oggi le amministrazioni regionali non hanno neppure stilato una bozza di progetto non c’è da stare allegri.

Con la gestione della differenziata nei comuni si da l’impressione ai cittadini che si stia facendo qualcosa, ma avere solo il primo anello della catena non significa far funzionare l’ingranaggio.

E il risveglio da questo bel sogno sarà amaro o meglio, puzzolente.
Ormai è chiaro che i cittadini non vogliono più discariche nelle vicinanze delle proprie abitazioni.
E hanno ragione.
Chi può dar torto a una persona che ci tiene alla salute propria e dei propri familiari?
Possiamo dar torto alle persone che pagano le tasse per la differenziata e poi si vedono costruite delle discariche nel giardino?
Possiamo dar torto a chi si oppone ad un sistema che sta distruggendo le nostre terre?
Sono solo particolarismi o campanilismi?
O è lottare per il diritto sacrosanto alla salute?
O significa mettere di fronte ai pubblici amministratori le proprie responsabilità e inefficienze?

Adesso è il momento di chiedere agli amministratori pubblici che si stanno rigirando i pollici e stanno lavorando solo per dividersi i proventi della TARSU di andarsene. La gestione dei rifiuti non si può risolvere nei momenti di crisi, quando si manda l’esercito a impedire ai cittadini di far valere le proprie sacrosante ragioni, ammazzando di fatto non solo la democrazia, ma la stessa convivenza civile. Stiamo differenziando? Bene, regioni e province realizzino il network per il riciclo dei materiali, il riutilizzo della frazione umida (ad esempio per concimi) e, per il poco di frazione umida non riutilizzabile, il termovalorizzatore.
Ma lo facciano ora, subito, non a parole nella prossima emergenza.
Inoltre gli amministratori rendano conto ai cittadini riguardo l’utilizzo dei soldi della TARSU.
Soprattutto si dica se veramente le Regioni Lazio e Campania lavorano per il benessere dei propri cittadini o se stanno lì solo per spartirsi, in modo satrapesco, i proventi delle pubbliche tasse.

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