venerdì 12 settembre 2014

Nella ricorrenza dell’11 settembre Obama promette di bombardare la Siria

di Andrey Fediašin

L’11 settembre a New York sono state ricordate le quasi 3 mila vittime degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. I nomi delle vittime – ciò è diventato ormai una tradizione – sono stati letti nella piazza al centro del complesso commemorativo.
Il presidente Barack Obama ha fatto coincidere con questa tragica data il messaggio televisivo alla nazione con il quale è intervenuto alla vigilia dell’11 settembre. Tra altre cose Barack Obama ha promesso di bombardare i terroristi del gruppo “Stato islamico” (SI) in qualunque luogo si trovino in Iraq e in Siria.

Il presidente ha fatto notare che nell’ambito della loro strategia di lotta contro l’SI gli USA “non possono fare assegnamento sul regime del presidente siriano Bashar Assad “. Ma la Siria sarà bombardata indipendentemete dal fatto se Assad lo vuole o no.
C’è qualcosa di surreale nel fatto che Obam, premio Nobel per la pace del 2009,ricordi il tragico anniversario degli atti terroristici dell’11 settembre con le promesse di bombardare uno Stato sovrano senza aver chiesto il permesso né a questo Stato, né all’ONU. Ciò non quadra con nessuna norma del diritto internazionale. Non solo, ma Obama farà guerra ai radicali islamici generati dagli stessi  USA.
A sua volta il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov ha dichiarato di essere stato colpito da come sia ritardata la reazione dell’Occidente e degli USA ai numerosi ammonimenti di vecchia data da parte della Russia:
Abbiamo più volte richiamato l’attenzione sul pericolo che proviene dallo “Stato islamico”, che alcuni anni fa si chiamava “Stato islamico dell’Iraq e del Levante”. Sul pericolo creato dalle azioni di questa organizzazione, nonché di Al Qaeda, di Jabhat al-Nusra e dei gruppi radicali che dopo si sono uniti nel “Fronte islamico”.  Ci hanno risposto che il terrorismo è, certamente, un male, ma in questo caso, ossia nel caso della Siria, il terrorismo era stato generato dalla politica di Bashar Assad.
Per cui questi atti terroristici possono essere condannati solo insieme con la richiesta di dimissioni di Bashar Assad. Come capite, si tratta ormai di un doppio standard e del tentativo di giustificare manifestazioni terroristiche.
Si crea l’impressione che per Washinton sia più importante cambiare il regime e soddisfare le proprie antipatie che unire gli sforzi contro una minaccia comune, ossia contro il terrorismo, ha sottolineato Serghej Lavrov.
Questo “messaggio strategico” di Obama è stato aspettato con impazienza sia nel congresso, sia in Europa, sia nel Medio Oriente. Da quando il presidente Bush ha avviato nel 2001 la Grande Guerra al terrorismo, la situazione “sui fronti” non è migliorata. Tutti i paesi ai quali Washington ha fatto iniezioni di antiterrorismo e di democrazia sono in fiamme e vanno in pezzi.
Una terza parte dell’Iraq è già occupata dai reparti dello “Stato islamico”, la Libra è smembrata, l’Afghanistan è incontrollabile, in Siria è in corso una guerra civile. Lo stesso SI è nato grazie esclusivamente alle cure di Washington. Questa organizzazione è crescita da “Al Qaeda della Mesopotamia”. Gli USA hanno finanziato sia questa organizzazione che il movimento dei talebani.
In questo momento il segretario di Stato John Kerry viaggia per la regione cercando di imbastire una nuova coalizione antiterroristica. Presumibilmente, oltre agli USA di questa coaizione faranno parte tutte le monarchie petrolifere del Golfo Persico, Turchia, Egitto, Giordania, Iraq e persino Australia.
Il terrorismo internazionale può essere combattuto solo sulla base di una coalizione antiterroristica gobale, sostiene Irina Fedorova, analista del Centro di studi sul Medio Oriente dell’Istituto di orientalistica presso l’Accademia delle scienze della Russia. Un’alleanza basata sugli interessi di un solo gruppi di paesi e, per giunta, con una grande dose di ideologia non può essere efficace, ritiene Irina Fedorova:
Il problema principale è che gli Stati Uniti non riescono a definire chi sono i terroristi. Sostengono alcuni terroristi in Siria perché fanno del bene, ossia lottano contro il dittatore. Su altri terroristi sganciano bombe. Si tratta di doppi standard che impediscono di raggiungere il successo nella lotta contro il reale terrorismo.
Ma il fatto più incomprensibile è che Obama, come risulta dal suo intervento, si rifiuta di coordinare gli sforzi nella lotta ai terroristi dell’SI con i governi che dovrebbero essere logicamente alleati degli USA in questa lotta, ossia con il governo di Bashar Assad in Siria. Ed infatti, lo “Stato Islamico” si batte proprio contro gli sciiti, e la confessione religiosa di Assad è quella degli alawiti che confessano una varietà dello sciismo.
La Siria è pronta a cooperare e ad unire gli sforzi con gli USA nella lotta contro i terroristi, ha detto il ministro degli esteri siriano Walid Muallem:
Siamo pronti ed aperti a tale cooperazione sia con gli USA che con la Gran Bretagna. Ma qualificheremo come aggressione contro la Siria qualsiasi azione militare non coordinata con il governo siriano. In questo caso il governo siriano si vedrà costretto ad adottare tutte le misure necessarie per la difesa della propria sovranità.
Secondo le statistiche ufficiali del Pentagono, le forze aeree degli USA hanno effettuato già 153 attacchi contro le posizioni dell’SI in Iraq. Adesso contro il gruppo saranno usati anche missili da crociera americani, aerei e droni.
Alcuni esperti russi ritengono però che in realtà il bersaglio degli attacchi aerei in Iraq e Siria dichiarati da Obama possa essere non lo “Stato Islamico” ma le truppe governative di Bashar Assad. Tal è il parere di Evghenij Satanovskij, presidente dell’Istituto di studi sul Medio Oriente:
“A che serve ad Obama distruggere lo ‘Stato islamico’? Lotterà contro l’SI in modo dosato affinchè il gruppo non scompaia completamente dalla carta. L’SI potrebbe essere annientato solo mediante un’operazione terrestre, ma Obama non ha assolutamente bisogno di eliminare l’SO composto da sunniti. Ciò rafforzerebbe i gruppi sciiti che non hanno bisogno di Obama, visto che il loro partner principale è l’Iran”.
Fonte: Italian.ruvr

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