L'obiettivo, raggiunto, è stato quello di formare una enorme "V" su Barcellona, capitale culturale e politica di una regione che si vuole sempre più nazione. I manifestanti si sono concentrati sui due assi viari principali della metropoli catalana, la Avinguda Diagonal e la Gran Via de les Corts Catalanes, per un totale di circa 12 chilometri. La "V" allude al "voto" referendario negato da Madrid, ma anche alla "Via Catalana all'indipendenza", la gigantesca catena umana di un milione e mezzo di persone che l'anno scorso, sempre l'11 settembre, percorse tutta la Catalogna per 400 km, dal confine Sud con la regione di Valencia, a quello Nord con la Francia.
Questa manifestazione si era ispirata alla "Via Baltica", con cui nel 1989 i cittadini di Estonia, Lettonia e Lituania unirono le loro mani in una gigantesca catena umana per rivendicare l'indipendenza dall'Unione Sovietica. L'11 settembre è la festa nazionale della Catalogna, in cui si commemora la fine dell'indipendenza e l'occupazione di Barcellona da parte delle truppe borboniche al termine della Guerra di successione spagnola, l'11 settembre del 1714. Quest'anno la festa, nota come "Diada", si carica di ulteriore intensità dato che si tratta del tricentenario: per questo il governo regionale catalano (la "Generalitat"), presieduta dal nazionalista di centro-destra Artur Mas, ha indetto una lunga serie di eventi commemorativi.
Non a caso l'inno catalano, "Els Segadors", è stato suonato esattamente alle 17.14, dando il via ai vari discorsi ufficiali: da notare che alle cerimonie erano presenti alcuni rappresentanti del governo regionale ma non Mas, che ha scelto di mantenere un profilo discreto lasciando la scena agli organizzatori, in primis l'Assemblea Nazionale Catalana (associazione trasversale indipendentista che da circa quattro anni guida l'impennata dell'indipendentismo e la rivendicazione del diritto all'autodeterminazione). Incalzato dalla mobilitazione della società civile, Mas ha deciso lo scorso dicembre di convocare un referendum sull'indipendenza per il prossimo 9 novembre.
La mossa si è scontrata però con il divieto di Madrid, che ha già annunciato che bloccherà la consultazione presso le supreme giurisdizioni spagnole, in quanto illegale se priva dell'assenso delle istituzioni centrali dello Stato spagnolo.
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