lunedì 24 febbraio 2014

L’Ucraina è sull’orlo del default

L’Ucraina è sull’orlo del default
La contrapposizione in Ucraina prosegue già da oltre due mesi, il numero delle vittime dello spargimento di sangue sta raggiungendo livelli sconvolgenti. La gente spaventata dagli ultimi eventi, sta lasciando il Paese. Quelli che restano si mettono in fila davanti ai negozi di commestibili e alle Banche.
 Il paese, come mai prima, è prossima al default e sarà estremamente difficile uscire da questo stato: i grossi investitori stanno ritirando i loro soldi e l’eventuale assistenza da parte del FMI non farebbe che fiaccare ulteriormente la moneta nazionale.

Il motivo della contrapposizione, ossia il fatto che le autorità hanno rinunciato all’eurointegrazione, i protestanti l’hanno dimenticato molto presto, anzi hanno cominciato ad avanzare esigenze economiche e politiche insistendo sul miglioramento delle condizioni di vita e sull’immediato cambio di potere. Anche se prima del brusco calo nel 2009 il PIL registrava una continua crescita, l’opposizione è acceduta al parlamento e alle prossime presidenziali mancava meno di un anno. Ad un tratto in mezzo alla città pacifica migliaia di persone hanno cominciato a comportarsi come se fossero in guerra: ad erigere barricate, ad occupare edifici e ad aggredire persone.
Per il momento, a quanto pare, la soluzione della situazione critica è ancora lontana. Anzi, il Paese continua a tagliare le possibili vie d’uscita dalla crisi. Il rating creditizio a lungo termine dell’Ucraina in valuta straniera si è abbassato fino ad un livello pre-default con prognosi negativa. L’instabilità degli indici economici è dovuta innanzitutto all’instabilità politica. Gli investitori stanno ritirando i loro soldi dall’Ucraina poiché semplicemente non sanno con cui dialogare e in quale misura risulta stabile la base giuridica dello svolgimento di un’attività imprenditoriale in simili condizioni. Proprio ciò ha provocato un panico e la carenza di contanti,- ritiene Vladimir Rozhankovsky, direttore del Dipartimento Analisi del Gruppo d’investimento della “Nord-Capital”:
La situazione in cui risulta impossibile prelevare un paio di decine di grivne in una Banca ha provocato un panico e la gente ha cominciato a ritirare tutto ciò che potevano ritirare. In una simile situazione l’unica speranza è la Banca Nazionale. Comunque, la situazione è tale che essa può assicurare la disponibilità di fondi liquidi solo con il metodo monetario, ossia stampando grivne. Ma in questa situazione non ci sarà la possibilità di farsi concedere un credito dal FMI poiché esso non concedere crediti ai paesi che coprono il deficit di bilancio con il mondo monetario.
Tuttavia, secondo l’esperto, le condizioni alle quali il FMI concede crediti, possono fiaccare ancora di più la moneta nazionale. Inoltre, attualmente nel Paese risultano rotti anche i legami produttivi interni tra l’Ucraina Oriente operaia e l’Ucraina Occidente sovvenzionata. Perciò l’unica via d’uscita dalla crisi è quella di conferire le autorità locali più ampi poteri per ciò che riguarda la distribuzione delle risorse,- è convinto Mikhail Pogrebinsky, direttore del Centro di Studi Politici e di Conflittologia di Kiev:
L’unica possibilità di risolvere la situazione è quella di prendere decisione sulla decentralizzazione del potere. Ossia a disporre delle risorse energetiche saranno le autorità locali: nella regione di Leopoli – i nazionalisti, nella regione di Harkov – altre persone. Ciò è possibile, ma bisogna approdarvi.
Attualmente la crescita del PIL è garantita per lo più dalla parte orientale del Paese dove è concentrata la maggior parte della produzione. Perciò alle regioni occidentali la cui quota nel PIL sommario dell’Ucraina è pari a non più del 20 %, lo scenario di federalizzazione del Paese risulta essere assolutamente svantaggioso, – ritiene Vladimir Rozhankovsky.
La divisione economica è indesiderabile per loro. Anzi vorrebbero il contrario: avere una propria costituzione in uno spazio economico unico. Cosa che in fondo è assolutamente impossibile.
Al tempo stesso è impossibile anche realizzare una piena unione delle regioni occidentali ed orientali le cui politiche sono orientate in direzioni opposte. Attualmente non c’è anche un leader unico che possa unire sotto la sua guida tutto il Paese, – ritiene Igor Shishksin, vice direttore dell’Istituto di studi sui paesi della CSI:
Lo si deve non alla mancanza di leader ma alla struttura stesa dell’Ucraina, alla sua frammentazione, alla contrapposizione tra le regioni. Ricodiamoche Yanukovich tentava di diventare il leader di tutta l’Ucraina e per farlo ha tradito il suo elettorato principale, cercando di dare fichi ai sostenitori dell’integrazione nell’Ue. Ora vediamo cosa ne è venuto fuori.
Chiunque arrivi al potere al termine degli attuali avvenimenti in Ucraina, deve essere un forte leader in grado di recuperare l’economia in rovina e i rapporti rotti con i partner esterni. In caso di mancanza di aiuti finanziari dall’esterno il rating debitorio del Paese continuerebbe ad abbassarsi e in fin dei conti comporterebbe il default tecnico.

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