lunedì 11 novembre 2013

ENERGIA, VI SPIEGO LA FAVOLA DEL FOTOVOLTAICO



di GIAN LUIGI LOMBARDI CERRI

Qualunque energia prodotta deve avere una caratteristica fondamentale : essere disponibile istantaneamente nel momento e nelle quantità richieste.

II sole, quando c’è e quando è perpendicolare al pannello ricevitore trasmette 1kwh per metro quadro. Nell’arco di un anno è possibile ricavare 150 kwh al Nord e 170 kwh al Sud sempre per un metro quadro. Questo,naturalmente, con pannelli fissi ossia non tenuti perpendicolarmente al sole. Se si vuole aumentare l’efficienza occorre dotare l’impianto di un costoso dispositivo a 2 assi tiltanti, che permettono di mantenere il pannello sempre perpendicolare all’asse della luce solare.

Gli impianti Fotovoltaici si dividono sostanzialmente in 3 classi :

1.-Pannelli termici atti a produrre acqua calda sanitaria

2.-Panelli fotovoltaico atti a produrre direttamente energia elettrica

3.-Pannelli fotovoltaici termici atti a produrre un fluido ad alta temperatura che generi vapore da inviare ad un turboalternatore


I primi, sono i più semplici ed i meno costosi. Va aggiunto che anche in inverno i pannelli, nelle giornate di sole, danno un apporto energetico a completamento del gas o dell’elettricità che serve a dare le temperature richieste. Questo significa che la succitata soluzione è semplice, poco costosa e si ammortizza rapidamente anche a prescindere dei finanziamenti governativi.

In merito ai secondi, gli attuali dispositivi fotovoltaici si basano sostanzialmente sulla capacità di certe strutture di silicio di trasformare direttamente l’energia solare in energia elettrica. In un futuro più o meno prossimo altri materiali riusciranno a compiere la stessa trasformazione energetica con più efficienza, ma, al momento attuale è la sola risorsa di cui si dispone. Attualmente sono tre le forme di silicio usate delle quali la più costosa ha un rendimento massimo del 15%.

Facciamo un po’ di conti. Un impianto a pannelli solare per famiglia della potenza di 3 Kw di punta, costa, installato, circa 20.000 euro e produce 150 kwh/metro quadro all’anno. Moltiplicando per 8 ( numero di pannelli necessari per 3 kw) avremo una produzione di 1200 kwh/anno. Immaginiamo, in prima istanza che il sistema duri venti anni e non richieda interventi manutentivi e che, ancora, mantenga un’efficienza del 100%. Il conto da fare è: 20.000/20 sono 1000 euro all’anno da ammortizzare.

Se acquistassimo la corrente dall’ENEL la pagheremmo 0,18 € /kwh, che moltiplicato per 1200 ci dice che verremmo a spendere 216 €/anno, contro i 1000 da recuperare, poiché lo Stato pagava 0.46 euro a Kwh, avremmo incassato 552 euro. Ora che ne paga 0,36 euro a Kwh incasseremo 432 euro.

Immaginiamo, invece, che l’impianto costi 16.000 euro e duri 30 anni. In questo caso dovremmo ammortizzare 533 euro/anno. Il che significa che i conti non tornano anche in questa situazione.

L’inverter è la parte elettrico-elettronica di un impianto Fotovoltaico , che trasforma la corrente continua prodotta dalle cellule fotovoltaiche in corrente alternata.

A seconda del tipo, la durata di un inverter può variare da 5 anni fino a 15 anni (l’intervallo più probabile per il primo guasto, comunque, è di 5-10 anni), quindi normalmente durano meno della durata degli incentivi statali o comunque, di solito, ipotizzata per impianto fotovoltaico (20-25 anni). Infatti, gli inverter hanno componenti elettromeccanici, maggiormente soggetti a guasti, mentre altri componenti – come ad esempio i condensatori – sono soggetti a invecchiamento, a stress, ad usura oltre i loro limiti operativi, a shock termici, a sovraccarichi, ecc.

La garanzia sugli inverter dovrebbe essere di 10 anni o più, tuttavia la garanzia standard fornita dai produttori è di 5 anni, ma solitamente estendibile a 10, 15 o 20 anni.

Tirate voi le conclusioni. Io vi esporrò le mie.

Prima serie di conclusioni:

1 – I pannelli al Silicio sono un prodotto abbondantemente maturo, per cui non ci sono da aspettarsi progressi sensibili in termini di costi e di rendimento;

2 – Tutta la baracca, specie in Italia, sta in piedi solo in base ai robusti finanziamenti governativi, ergo coi soldi dei contribuenti.

Il giorno che lo Stato sarà costretto dalla crisi economica a calare i compensi (ed è già sceso da 0,46 a 0,36 euro/Kwh) cadrà il tutto come un castello di carte. Si tenga presente, inoltre, che lo Stato i soldi li ricava aumentando bellamente il prezzo dell’energia elettrica. Quindi i pannelli solari li paga chi non li ha. Poiché il prezzo dell’energia elettrica in Italia è abbondantemente fuori mercato,ulteriori aumenti per fomentare lo sport del Fotovoltaico non saranno possibili.

3 – L’intera manovra non produce assolutamente nulla, poiché installare impianti, totalmente prodotti all’estero, non sollecita la minima ricerca; anzi vengono applicate tecnologie in fase di scarto presso altre nazioni.

4 – L’unica possibilità di uno sbocco in campo fotovoltaico è rappresentata dal fatto che si giungano a realizzare pannelli in nano-tubi di carbonio che non saranno pronti prima di 15-18 anni, naturalmente all’estero (Caltech, MIT) e non in Italia dove il problema, che richiede investimenti e, soprattutto cultura, non viene neanche sfiorato.

Parliamo ora del “Solare Termodinamico”.

Una certa possibilità di utilizzo dell’energia solare è rappresentata dal cosiddetto sistema solare-termodinamico. In che cosa consiste ?

Sostanzialmente di due parti. Nella prima parte, una serie di pannelli solari ad orientamento automatico concentra i raggi del sole su un punto ben localizzato. Questa fase di trasporto del calore ha un’efficienza abbastanza vicina ad 1.

A questo punto le strade divergono, in base ai seguenti aspetti:

1 – Scaldare Sali fusi

2 – Scaldare acqua

3 – Scaldare piombo fuso

Questo per poter arrivare temperature superiori ai 500 gradi, con i quali si trasmette calore, attraverso uno scambiatore all’acqua (trasformata in vapore) che va ad alimentare una turbina connessa ad un alternatore.

La prima e la terza soluzione sono state adottate con l’intento di accumulare un po’ di energia nelle ore di mancanza di sole, mentre chi ha adottato la seconda soluzione sta puntando verso un secondo sistema che verrà sommariamente descritto più avanti. Il nostro grande dubbio riguarda i rendimenti di tutto il sistema.

A questo punto si impone una domanda: il fotovoltaico è una soluzioni ai problemi energetici di questo paese?  Domandiamoci, anzitutto, visto che il Fotovoltaico richiede grandissime estensioni di terreno, come sia la situazione italiana in fatto di disponibilità di aree.

L’energia consumata annualmente in Italia è di 333.200 (219.000 termica) GWh/anno (gigawattore/anno -  1 GW = 1.000.000.000 KW). La superficie dell’Italia è pari a 301.277 kmq. La superficie coltivata è di 150.000 kmq. La superficie montagnosa 163.719 kmq pari al 53% del totale. Alla fine del discorso si evidenzia, con semplici, elementari conti che la superficie necessaria ad installare  il Fotovoltaico non si trova proprio, a meno di utilizzare anche le superfici coltivate.

Lo Stato italiano promette, a chi installa un impianto Fotovoltaico, di rimborsarlo di un tot per kwh per 20 anni. Quando mai lo Stato ha rispettato la parola data anche per soli 5 anni? Se necessario troverà sempre una scusa, addossando le colpe al governo precedente e tutto finisce lì. La solita storia, trita e ritrita. Quanti BOT si è bellamente mangiato lo Stato italiano nell’arco della sua storia? Ne conservo ancora qualche campione (che vale carta straccia ovviamente) a puro titolo di ricordo se, per caso, mi venisse voglia di credere anche ad una sola delle sue parole.

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