Roma, 22 ott – «Aprire immediatamente un tavolo di
discussione, con il sindacato, che possa accompagnare l’iter parlamentare della
legge di stabilità, in modo da far comprendere al Parlamento il gravissimo
disagio e lo scoramento totale delle donne e degli uomini in uniforme che
quotidianamente si sacrificano in ogni angolo del Paese per la sicurezza e la
coesione sociale». E’ quanto chiede il Segretario Generale del SIULP, Felice
ROMANO, dopo un confronto con i poliziotti, reduci della manifestazione di sabato
scorso a Roma, rispetto ai contenuti della manovra economica varata dal CDM
che, «diversamente da quanto preannunciato dall’esecutivo, non contiene alcuna
risposta alle esigenze della sicurezza e soprattutto dei suoi operatori».
«Straordinari non pagati da oltre un anno, missioni e indennità di ordine
pubblico arretrati da circa 11 mesi, doppi turni e servizi pesanti nei quali,
quasi sempre si è esposti al rischio dell’incolumità personale e nei quali la
dignità di onesti servitori dello Stato è costantemente calpestata in nome di
una ragione di stato per un Stato completamente assente per i suoi servitori –
continua Romano – hanno creato una miscela esplosiva che corre il rischio di
assumere pieghe imprevedibili e incontrollabili». «Le dichiarazioni rese dai
colleghi e riportate da alcune trasmissioni televisive, secondo le quali alcuni
operatori delle Forze di polizia hanno dichiarato che alla prossima
manifestazione, visto il trattamento ricevuto dal Governo, si faranno da parte
e lasceranno entrare i manifestanti nei palazzi del potere, sono sintomatiche
di un totale senso di abbandono che i poliziotti vivono per effetto del
trattamento a loro riservato che il Parlamento non può far cadere nel
vuoto».
«È ormai allarme rosso per la
sicurezza, per i suoi operatori e per tutto ciò che questo può innescare. È
stata già deliberata la manifestazione nazionale per effetto
dell’insopportabile danno e denigrazione che comporta, per i poliziotti, la
proroga del blocco contrattuale e, soprattutto, del tetto salariale che mina
anche la stessa tenuta dell’operatività della funzione di polizia atteso che a
responsabilità maggiori non corrisponde un trattamento economico adeguato come
quello riconosciuto agli altri che hanno raggiunto la stessa professionalità
prima del 1° gennaio 2011. Essa, però sarebbe il punto di non ritorno nel
rapporto fiduciario ed indissolubile che deve presiedere la relazione esistente
tra lo Stato e chi lo rappresenta e che per esso è pronto anche al sacrificio
estremo». «Ecco perché – conclude Romano – se il Governo non darà risposte
concrete ed immediate al disagio degli operatori della sicurezza, anche
attraverso forme di autofinanziamento interno ad ogni singola Amministrazione,
oltre alla manifestazione nessuno si meravigli se quanto preannunciato
anonimamente dai colleghi impegnati nella manifestazione di sabato scorso
dovesse trovare riscontro». grnet Fonte:
Imolaoggi -
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