venerdì 24 aprile 2015

Dicono che i giovani rifiutano di lavorare all’Expo,ma non dicono che cercano schiavi!Ecco la verità


Da qualche giorno tg e giornali ridicolizzano i giovani che hanno rifiutato di lavorare all’Expo.Ma non dicono che cercano schiavi.Non dicono che in realtà lo stipendio in molti casi non è di 1300 € al mese,come invece spifferano in “pompa magna”i media nazionali.

STANNO CERCANDO DI ATTRIBUIRE GIA’ DA ORA LA PROSSIMA FIGURACCIA DELL’EXPO (perhè molto probabilmente non ce la faranno ad essere pronti per l’apertura) AI GIOVANI ITALIANI

Ecco come stanno davvero le cose:
Oggi il Corriere della Sera ha dato l’ennesima notizia sui problemi di Expo 2015, a soli 7 giorni dalla sua inaugurazione ufficiale. Questa volta non si tratta di corruzione, ritardi nelle costruzioni o morti sul lavoro. A vederla da certe angolazioni è addirittura una notizia che rincuora: per quanto la crisi morda i giovani di questo paese non sono ancora completamente disposti a fare da zerbini per gli organizzatori del grande evento.
Infatti il giornale lamenta la difficoltà avuta dagli organizzatori del grande evento a trovare giovani disposti a lavorare negli stand per 1300 euro al mese (addirittura!). Manco a dirlo, il messaggio (neanche troppo) implicito è che i giovani italiani sono troppo svogliati, viziati, schizzinosi, choosyNon a caso lo stesso articolo contrappone l’esempio virtuoso dei giovani che hanno accettato di lavorare gratuitamente.
Dai commenti che si leggono sui social network la realtà pare essere diversa, un’idea è data da questo articolo apparso online. Insommachi si occupa di reclutare i lavoratori per Expo naviga a vista, nella completa disorganizzazione, ma pretende che i giovani siano pronti e disponibili a lasciare tutto e partire al servizio del grande evento senza porre domande sul contratto e su quanto verranno pagati. Oltretutto si scopre che in molti casi non si tratta di 1300euro, ma 500, 190 e via dicendo… (e chi ci vive a Milano con queste cifre?)
Anche questa volta i portavoce della classe dirigente del paese hanno provato a scaricare la responsabilità di questo (ennesimo) fallimento di Expo 2015 sulle spalle dei giovani. Allo stesso tempo aggiungono un mattoncino alla narrazione tossica dei giovani disoccupati e precari perché choosy, cercando di delegittimare ogni tentativo di protesta, di rabbia o di sdegno che una generazione tremendamente impoverita e precarizzata potrebbe mettere in campo.
Ecco che cosa verrà esibito nei padiglioni di Expo: la logica del Jobs Act messa all’opera e il modello di paese e di relazioni lavorative che Renzi vuole per l’Italia. Zero questioni, zero domande, zero diritti: devi ringraziare se ti viene offerto un lavoro (quindi lo puoi fare anche gratis o a pagamento). Ovviamente chi non accetta queste condizioni sarà automaticamente lo svogliato capace solo di lamentarsi e causa dei mali del paese.

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