martedì 24 marzo 2015

Il banchiere globale Jacob Rothschild avvisa circa “il massimo rischio geopolitico”


di Alfredo Jalife-Rahme
La prestigiosa rivista britannica The Economist- che si è specializzata nel minacciare e disinformare per promuovere la sua agenda globalista -annuncia che il mondo è entrato in una “nuova era nucleare”.
Il mondo in realtà non è mai uscito dall’era nucleare. Una cosa è  che- in conseguenza della dissoluzione dell’URSS-Washington e Mosca abbiano negoziato, a suo tempo, in forma sensata e creativa la diminuzione sostanziale del loro arsenale nucleare, ed altra è  la disponibilità di bombe atomiche tanto per i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU- USA, Gran Bretagna, Russia, Francia e Cina- come per gli altri paesi: Israele, India, Pakistan Corea del Nord.

Mentre Israele, che gode di privilegi “celestiali” dal Consiglio di Sicurezza, non ha firmato  il trattato di non proliferazione (TNP) e non ammette l’ispezione del suo arsenale clandestino a Dimona  da parte dell ‘Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA), la cifra delle sue bombe atomiche sarà calcolata elusivamente  tra le 80 e 400. L’unico paese che si è spogliato di questi artefatti è stato il Sud Africa- cosa per cui neppure lo ringraziano gli abitanti del pianeta, se sono consapevoli di questo.
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Nelle note del dibattito cartesiano, si potrebbe stabilire incidentalmente che le tre ex repubbliche che si sono scisse, l’Ucraina, la Bielorussia e del Kazakistan, si sono disfatte del loro arsenale nucleare-che era di proprietà dell’URSS- e questo  è passato sotto il controllo di Mosca durante la  fase di balcanizzazione della Russia, che ancora  Stratfor (think tank USA)  vorrebbe polverizzare   fino all’ignominia, come se fosse cosa tanto semplice nella fase di Vladimir Putin.
L’Economist- proprietà, assieme al Financial Times, del gruppo Pearson, compartecipato della Black Rock, la più grande banca d’investimenti del mondo, diretta  dall’ israelita-statunitense Larry Fink, il quale si è svenduto con la pala il petrolio del Messico- neppure menziona l’arsenale clandestino di Israele, paese che dalla sua fondazione, circa 67 anni fa, si è consacrato a scatenare guerre messianiche contro i suoi vicini e che adesso cerca di fare in modo che gli USA distruggano l’Iran per suo conto.
Quanti paesi e nazionalità sono state distrutte da Israele nel Medio Oriente? La cosa più assurda per l’Economist è che questi (gli USA) mettano  al centro, come maggior pericolo, piuttosto che la dotazione clandestina del suo alleato Israele, la capacità tecnologica nucleare dell’Iran-che non possiede alcuna arma atomica e che risulta uno degli stati che ha sottoscritto il TNP- sul punto di concretizzare i suoi negoziati con gli USA (sotto il formato del P5 +1).
Non si tratta di mettere sotto giudizio la disinformazione tossica dell’Economist, che svolge la sua missione assegnatagli dalla plutocrazia finanziaria globale e che accede attraverso l’arco di trionfo degli USA, che è l’unico paese del pianeta che ha sganciato due bombe atomiche sulle popolazioni civili (Hiroshima e Nagasaki).- cosa che sembra abbia dimenticato il bellicoso primo ministro del Giappone, Shinzo Abe-, ma l’ambientazione negativa che l’Economist disegna contro la Russia, una superpotenza nucleare, ed il suo presidente, puerilmente demonizzato,  Vladimir Putin.
I banchieri globalisti sono entrati nel panico di scena  in vista dell’imminente prossima frana del loro modello finanziario di sfruttamento -nello stesso tempo- per il  disordine geopolitico globale che hanno creato con le loro futili guerre nei quattro cantoni del pianeta- e che arriva al suo parossismo con il loro intervento in Ucraina, dove si può scatenare la Terza Guerra Mondiale nucleare.
Inoltre la insperata risurrezione della Russia- contro cui Wall Street e la City (settore finanziario di Londra) esercitano la loro psicotica guerra finanziaria-, cosa che più temono i banchieri globalisti è la virtuale insurrezione delle loro popolazioni nei paesi che hanno devastato, per cui hanno iniziato ad acquistare rifugi nascosti nei luoghi più reconditi del pianeta.
Nella sua informativa  annuale del 2014, il fondatore del fondo di investimenti  britannici, RIT Capital, Jacob Rotschild- presidente onorario dell’Istituto ” Jevish Policy Research”, la cui famiglia si trova dietro la creazione di Israele-, ha diagnosticato che il mondo deve “affrontare i maggiori rischi geopolitici dalla Seconda Guerra Mondiale” ed ha esternato la sua esasperazione per la bassa crescita del PIL mondiale nonostante tutti gli incentivi monetari ed i bassi tassi di interesse.
Il molto controverso banchiere Rotschild, di 78 anni e la cui famiglia ha praticato lo schiavismo (letteralmente), non condivide il miraggio dei monetaristi e dei banchieri centrali del G-7, egli piuttosto giudica che i maggiori rischi geopolitici sono quelli che dipendono dal caos espansivo che proviene dal Medio Oriente e da una debilitata (super sic!) Europa, minacciata dalla piaga della disoccupazione, in misura non minore causata dal fallimento nel concretizzare le riforme strutturali in vari paesi che formano parte della UE.  Si sono forse trasformati i banchieri globalisti nelle loro perverse giocate finanziarie e belliche, quelle  che praticano dai tempi di Waterloo?
I Rotschild, supremi manipolatori dell’oro, neppure compaiono nella poca rigorosa statistica degli uomini più ricchi del mondo fatta da Forbes, quando, da circa cinque anni , gli analisti cinesi hanno valutato la loro fortuna dinastica in 5 bilioni di dollari.
Lasciando da parte tanto la strana acquisizione ereditaria di un brevetto di semiconduttori attraverso Jacob Rothschild, grazie alla roccambolesca sparizione dell’aereo della Malaisia, MH3070, così come l’interventismo del suo presunto prestanome George Soros in Ucraina-all’unisono del suo presunto alleato, il banchiere Iho Kolomoysky, con una fortuna dei 6mila 500 milioni di dollari, che ostenta la triplice nazionalità ucraina, israeliana e cipriota, il banchiere globalista mette in rilievo (nella sua informativa)  il caos esistente e l’estremismo in Medio Oriente, l’aggressione (supersic!) ed espansione russa.
La dinastia Rothschild si è esaltata grazie ai suoi macabri giochi finanziari ai due lati del Canale della Manica, quando impastarono una enorme fortuna sui cadaveri di Waterloo, il 15 di Giugno del 1815, con la sconfitta di Napoleone. Il trionfo secessionista russofilo a Debaltsevo, che ha sconvolto la correlazione geopolitica delle forze in Eurasia, sarà l’anti Waterloo dei Rothshild?
I banchieri globalisti raccolgono adesso  i venti di tempesta   che hanno seminato con le loro sregolata globalizzazione finanziaria- una surrettizia guerra finanziaria globale, anche se non ci si azzarda a chiamarla con il suo nome e che ha superato i mezzi dello stratega prussiano Carl Philipp Gottlieb  von Clausewitz-, in sincronia con le loro  fallite guerre nell’Eurasia: nei confini del RIC (Russia, India e Cina), contro i quali  cerca di destabilizzare e balcanizzare mediante la barbarie dello jihadismo globale, l’intervento degli USA e dei suoi alleati (Israele), secondo quanto dichiarato dal generale Wesley Clark, ex comandante supremo della NATO.
L’unico che può togliere il sonno ad un Rothshild è un Putin.
Fonte: La Jornada
Traduzione: Luciano Lago
Nella foto sopra: manifestazione a Washington contro Netanyahu
Nella foto al centro: il banchiere Jacob Rothschild

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