venerdì 19 dicembre 2014

SONO SOLO TALEBANI?

JEB-BUSH

ESISTE UN NESSO FRA LA DISCESA IN CAMPO DI JEB BUSH E L’AGGRAVARSI DELLA RECRUDESCENZA TERRORISTICA DI MATRICE TALEBANA?

In questi giorni, una commissione del Senato degli Stati Uniti d’America ha pubblicato un rapporto che evidenzia i metodi brutali usati da alcuni agenti della Cia negli anni della “guerra al terrorismo” dichiarata in grande stile  al tempo in cui George W. Bush sedeva alla Casa Bianca (clicca per leggere).

Chi ha letto il libro “Massoni” scritto da Gioele Magaldi comprenderà le ragioni di una tempistica che non appare affatto casuale.  Procediamo con ordine, nel tentativo di fornire a tutti una chiave di lettura utile per comprendere i principali fatti politici che monopolizzano adesso l’attenzione del mondo. Oggi, sul Corriere della Sera, organo ufficiale delle Ur-Lodges più reazionarie e antidemocratiche del pianeta, il buon Massimo Gaggi racconta le ambizioni di Jeb Bush in vista delle presidenziali americane del 2016.
Per i pochi che non lo sapessero Jeb Bush è il fratello dell’ex presidente George W. Bush. C’è un nesso fra la candidatura di Jeb Bush e l’aggravarsi della recrudescenza terroristica di matrice talebana?
E ancora: è casuale la concomitanza temporale che accumuna la discesa in campo del già citato Jeb Bush con la pubblicazione di un report che palesa la barbarie dei metodi utilizzati negli anni in cui un altro Bush (George W. per l’appunto) ricopriva l’incarico di Presidente degli Stati Uniti d’America? Non intendo rispondere in automatico a simili domande. È preferibile che ognuno di voi maturi un personale convincimento una volta conosciuti alcuni fatti sapientemente occultati dal circuito giornalistico “ufficiale”. Tutto ruota intorno alla figura di George H. W. Bush, padre di George W. e di Jeb, già presidente degli Stati Uniti d’America dal 1988 al 1992.
Per ragioni che troverete dettagliatamente spiegate all’interno del volume di Magaldi, ad un certo punto della sua carriera politica, George W. H. Bush, già affiliato presso le Ur-Lodges reazionarie “Edmund Burke”, “Leviathan”, “Three Eyes”  e “White Eagle”, decide di dare vita ad una nuova superloggia nata sotto il segno della “vendetta” e del “sangue”: la Hathor Pentalpha, “scheggia impazzita nell’ambito del milieu libero-muratorio oligarchico” (“Massoni”, pagine 532 e seguenti). Facciamo un passo indietro.
Osama Bin Laden, leader del gruppo terroristico “Al Qaeda”, ricevette l’iniziazione massonica presso la “Three Eyes” direttamente per mano di Zbigniew Brzezinski negli anni in cui combatteva in Afghanistan contro l’impero sovietico. Ad un certo punto però le cose cambiano. “A partire dal 1996 e poi in modo sempre più strutturato dal 2000-2001 in avanti”, racconta Frater Kronos a pagina 540 del libro Massoni, “Osama Bin Laden e Al Qaeda vengono strappati dal controllo delle vecchie Ur-Lodges e ingaggiati dalle nuove Ur-Lodges egemoni, la Hathor Pentalpha e la Geburahper recitare in un nuovo copione”.
Un copione che prevede la costruzione mediatica di un “temibilissimo nemico”, potenzialmente mortale per la civiltà occidentale, in grado di giustificare sul piano esterno la pianificazione per reazione di una serie di guerre nel mondo islamico; nonché, sul piano interno, un pericoloso giro di vite volto a depotenziare diritti e garanzie civili prima considerati inattaccabili. Sintetizzando al massimo, possiamo affermare che sia le guerre in Afghanistan e Iraq, sia il varo del “Patriot Act”, sono stati il frutto, pianificato e voluto, di una strategia sadica e cinica realizzata attraverso l’utilizzo di alcuni spregiudicati personaggi orbitanti nell’area del cosiddetto “integralismo islamico”.
Oggi, con Jeb Bush all’orizzonte, la trama si ripete con interpreti nuovi. Abu Bakr al Baghdadi, autoproclamatosi califfo dello stato islamico, già affiliato presso la Ur-Lodges “Hathor Pentalpha”, si è già difatti perfettamente calato nei panni di un redivivo Bin Laden, pronto a minacciare ovunque nel mondo i soliti “infedeli”. Avete capito perché i “tagliagole”, scomparsi dalla scena mediatica per quasi un decennio, sono ora improvvisamente tornati?
Capite perché, guarda caso, dal Pakistan all’Australia, assistiamo solo adesso ad una nuova (ed etero-diretta) ondata di attentati presuntivamente consumati nel nome della religione? In molti ingenuamente penseranno: “Chi meglio di un Bush potrà combattere e sconfiggere i terroristi?”.
Una malattia è indispensabile per giustificare l’entrata in scena del medico.
Francesco Maria Toscano

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