venerdì 19 dicembre 2014

INDISCRETO / ECCO COSA DIRA' LA MERKEL A RENZI E COSA C'E' IN BALLO PER L'ITALIA A PARTIRE DAL BLOCCO DEL FISCAL COMPACT

INDISCRETO / ECCO COSA DIRA' LA MERKEL A RENZI E COSA C'E' IN BALLO PER L'ITALIA A PARTIRE DAL BLOCCO DEL FISCAL COMPACT


Matteo Renzi ha confermato di voler incontrare Angela Merkel, in coincidenza con la conclusione del semestre europeo dell'Italia. Formalmente il passaggio di consegne con la Lettonia avverrà a metà gennaio, ma di fatto è il Consiglio europeo di Bruxelles di oggi e domani a segnare l'ultima occasione operativa, in un quadro molto deludente della gestione italiana del semestre di presidenza della Ue.

Comunque, anche se non e' escluso un bilaterale a Bruxelles al vertice, è a gennaio che dovrebbe tenersi il summit con la Cancelliera in una sede europea o a Berlino. Questo significa che Renzi tenterà in extremis di ottenere dall'azionista forte dell'Europa, a tempo ormai scaduto, quelle concessioni attese invano in questi sei mesi.
In ballo c'è attualmente il piano Juncker che promette 300 miliardi di investimenti, frutto però di finanziamenti privati generati "a leva" da un impegno davvero minimo della Commissione. Lo stesso Juncker lo ha ripetuto ieri ("Non ho denaro e finora ho sentito solo parole"), mentre proprio la Merkel insiste che gli investimenti sono sì necessari, ma devono essere privati. Il governo tedesco ha già annunciato che non metterà un solo euro in progetti pubblici comunitari.
Di fatto quei 300 miliardi non ci sono, e molto probabilmente non ci sarà neppure la flessibilita' sulle manovre dei vari Paesi, Italia in testa.
Ciò che l'Italia ha ottenuto è solo un rinvio a marzo assieme a Francia e Belgio per verificare l'impegno sulle riforme e il loro impatto sul Pil. Il resto è un atteggiamento certamente più battagliero nei confronti di Bruxelles e della Germania, la nomina di Federica Mogherini alla guida della politica estera della Ue, una generica riflessione sul fatto che all'Europa serve rilanciare la crescita e l'occupazione, un buon feeling con il Fondo monetario internazionale che predica la fine dell'austerity. Detto in breve: una montagna di chiacchiere insignificanti e un incarico per la Mogherini finora fallimentare, basti pensare ai tragici sviluppi della vicenda dei due Marò. 
Se il summit italo-tedesco si farà,abbiamo avuto notizia che la Merkel non intende presentarsi senza nuove cartucce da sparare. In questi giorni i diplomatici e i funzionari tedeschi stanno aggiornando il dossier Italia con una serie di capitoli che ci dicono poco lusinghieri per il governo di Roma.
Il primo è il sostanziale flop del piano Garanzia Giovani, che Renzi aveva ereditato da Enrico Letta, operativo dal primo maggio e cofinanziato dalla Ue, e che avrebbe dovuto alleviare una disoccupazione giovanile giunta al 44,2 per cento. Un sondaggio indipendente - che sappiamo finito nel dossier tedesco - rivela che poco piu' del 10% dei 300.000 ragazzi che hanno ottenuto un colloquio con le strutture pubbliche si sono sentiti offrire non un proposta di lavoro, ma un'informazione su dove andare a cercarla, attraverso i database di queste agenzie. Il resto si e' trovato di fronte a domande generiche, o addirittura al nulla. Inutile dire che la Germania, dove le agenzie di collocamento pubbliche e private funzionano, ha qualcosa da insegnare all'Italia...
Un altro capitolo è quello dei tassi d'interesse. Il solo annuncio di un nuovo colpo di bazooka da parte della Bce attraverso l'acquisto di titoli pubblici ha fatto crollare gli interessi sui Btp italiani - ora sono poco al di sopra dell'1,9% - riducendo di cinque o sei miliardi il costo di finanziamento del debito pubblico. Come intende impiegare l'Italia questo risparmio? La Bundesbank, la banca centrale tedesca che ha curato questa parte del dossier, ricorda che Berlino non utilizza i tassi a zero per finanziare la spesa pubblica (una delle accuse mosse alle Germania e' di fare pochi investimenti) ma per ridurre il debito. E l'Italia? Il debito, appunto, costituirà un altro argomento che la Merkel intende usare. Quello italiano continua a salire, in parte in rapporto al Pil per la recessione, ma anche in valore assoluto. Ad ottobre ha toccato un nuovo record di 2.157 miliardi e aumenterà anche nel 2015, ormai stabilmente il secondo debito europeo dopo la Grecia. Eppure in base al fiscal compact dovremmo ridurlo di circa 60 miliardi l'anno. Fatto che assolutamente non accadrà, pena la bancarotta del Paese.
Sempre a proposito di debito, la Germania che pure apprezza alcune riforme liberiste da turbo capitalismo - il jobs act su tutte - chiedera' come mai si sono bloccate del tutto le privatizzazioni, che continuano a slittare. In realta' è pochissimo cio' che si puo' ottenere dalla cessione di asset, e che per legge deve andare al fondo per la riduzione del debito. Quindi, tutto sommato una freccia spuntata.
Ma la stessa cosa non si può affermare per l'energia: l'Italia come intende utilizzare i risparmi del calo del petrolio? Si parla di almeno 40 miliardi l'anno, se il prezzo resta quello attuale vicino a 50 dollari al barile.
Fin qui i titoli di alcuni capitoli del fascicolo che Angela Merkel ha chiesto di preparare. Alla fine - se davvero questo vertice si terra' - occorrerà comunque evitare che si trasformi in un nulla di fatto o in un dialogo tra sordi. La Merkel potrebbe fare alcune concessioni. Si parla di un blocco del fiscal compact, cioe' del piano di rientro del debito, che in ogni caso, però, non sarebbe e non sarà mai rispettato dall'Italia, ma e' evidente che dovra' ottenere qualcosa  di più in cambio. 
Ma cosa? Volete una risposta chiara? Niente.
Se Renzi avesse il coraggio necessario, dovrebbe dire alla Merkel quanto segue: "Cara signora, l'Italia ha fatto l'errore madornale di sottoscrivere il Fiscal Compact, quindi le annuncio che noi depenniamo la nostra firma. Inoltre, sappia che ormai il 70% degli italiani non vuole più l'euro, e quasi la metà neppure stare nella Ue. Nuove tasse? Nuovi tagli? Se li scordi. Anzi, anche il limite del 3% è una catena che taglieremo adesso, nel 2015. No, non ci provi neppure a minacciare spread in salita o speculazioni sui titoli italiani. E sa perchè? Perchè se andiamo a fondo noi, voi ci seguite il minuto dopo, e lei lo sa benissimo. Quindi, dica al suo uomo alla Bce, Draghi, che deve comprare diciamo 500 miliardi di euro di titoli italiani a 10 anni, così noi li emettiamo e la Bce li acquista e noi abbiamo i soldi per fare ripartire il paese. Ha capito bene? Bene. Se non accadrà niente di tutto questo, cara signora, noi usciamo dall'euro. Buon rientro a Berlino".
max parisi
Una fonte notizie ag. stampa ilVelino.
www.ilnord.it

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