lunedì 29 dicembre 2014

La chiamano solo”Mafia capitale”quando dentro ci sono tutti!Dai servizi segreti al parlamento

Perchè i media di regime la chiamano solo “mafia capitale” quando dentro ci sono tutti?P2,servizi segreti,Nar,Finmeccanica,Odevaine,Alemanno,Marino e mazzette in Parlamento.

Forse per concentrare la nostra attenzione solo sui mafiosi distogliendola da multinazionali e politica,ma in realtà dentro ci sono anche loro…

Un Presidente del Consiglio che si dice schifato nonostante non è neppure noto quanto Salvatore Buzzi ha versato direttamente nelle casse della Segreteria del PD tramite le “cene fund-raising” con Renzi.
Un Ministro dell’Interno che asserisce che “c’è qualche mela marcia, ma non bisogna generalizzare”. Naturale chiedersi cosa intenda con “generalizzare”, considerato che il suo partito è quanto meno “assai contiguo” al sistema troppo semplicisticamente definito “Mafia Capitale”.
Lo stesso Ministro dell’interno che presiede una fondazione che ha già avuto € 30.000,00 ma che, da una lettura superficiale della trascrizione, pare fosse solo un anticipo di quanto pattuito.
Credibili i due. E sopratutto “disinteressati”.
E poi abbiamo il Ministro Poletti. Inchiodato da una foto, ma Renzi dice che “una foto non è una tangente”. Beh … lasciamo perdere che è meglio.
Non è minimizzare troppo parlare solo di “Mafia Capitale”?
No? E dei rapporti con Finmeccanica? E dei soldi distribuiti a tutto il Parlamento?
Mafia Capitale è molto di più. Dal CARA di Mineo (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) a Finmeccanica, dai 4 milioni a tutti i partiti ai 30.000 Euro alla fondazione di Alfano. E 19.380 Euro dal CARA di Mineo a Luca Odevaine.  E Massimo Carminati è un autentico spettro del passato
E più di una organizzazione mafiosa. Tra pagina 2 e pagina 3 dell’ordinanza di custodia cautelare del Giudice Flavia Costantini – ponderoso documento di 1228 pagine – si legge :
Massimo CARMINATI, capo e organizzatore, sovrintende e coordina tutte le attività della associazione, impartisce direttive agli altri partecipi, fornisce loro schede dedicate per le comunicazioni riservate, individua e recluta imprenditori, ai quali fornisce protezione,mantiene i rapporti con gli esponenti delle altre organizzazioni criminali operanti su Roma nonchè con esponenti del mondo politico, istituzionale, finanziario, con appartenenti alle forze dell’ordine e ai servizi segreti1
Dall’ordinanza, infatti, viene fuori una struttura estremamente complessa. Attività economiche per il tramite di imprenditori collusi in vari settori, forte presenza negli appalti, gestione diretta delle attività più remunerative (centri accoglienza, ad esempio) per il tramite del “braccio destro” Buzzi. Ma anche classiche attività mafiose, come le estorsioni, l’usura.
Tutto il flusso economico, tutti i rapporti con un punto di convergenza: Massimo Carminati che sta, per usare le sue parole, nel “mondo di mezzo”.
Il nome di Carminati ricorre in moltissimi processi correlati agli anni di piombo. Quegli anni in cui (acclarato in Commissione Stragi) l’eversione nera infiltrava l’eversione rossa, ma non viceversa (su questo stesso blog, vari post sull’argomento). Da quanto si legge nell’ordinanza del Giudice Flavia Costantini, i rapporti di Carminati ricalcano esattamente lo schema che devastò l’Italia in quegli anni. Uno schema fatto di collusioni e commistioni fra politica, istituzioni, forze dell’ordine, eversione nera e servizi segreti.
Uno schema in cui – se non ci avessero assicurato che non esistono più – avremmo riconosciuto l’ombra della P2 e di Gladio.
Torno dopo su Massimo Carminati. Ci torno perché sinceramente non capisco come mai i media non illuminino in pieno questa figura che è strano ritrovare in una vicenda come quella di “Mafia Capitale”. O meglio … è strana la sua presenza nella misura in cui “Mafia Capitale” ci viene presentata dai media come una storia di collusione mafiosa.
È strana nella misura in cui ci hanno assicurato che P2 e Gladio non esistono più.
Marino, Alemanno (intercettazione di una conversazione fra Salvatore Buzzi e Giovanni Campenni. Parla Buzzi)
mò pure le elezioni… le elezioni siamo messi bene perché Marino siamo coperti, Alemanno coperti e con Marchini c’ho… Luca che… piglia i soldi per questo non rompesse il cazzo… cinquemila euro al mese roba da non credere… però è un investimento pure quello
Alemanno e Marino vengono posti sullo stesso piano: “coperti”. Nel caso in cui avesse vinto Marchini, ci avrebbe pensato Odevaine.
Ma ci sono tracce (e non solo nell’ordinanza) di ramificazioni ben più ampie.
Giuliano Poletti (oggi Ministro del Lavoro) dal 2002 è presidente della Legacoop. In TUTTI i centri di accoglienza sono presenti cooperative aderenti alla Legacoop. Ma non solo, ovviamente.
Le “Larghe intese” anche li.
Prendiamo il CARA di Mineo. Gestito da un consorzio di comuni dell’area intorno a Caltagirone denominato “Calatino terra d’accoglienza”. Li elenco, così chi la avesse, può soddisfare la curiosità di verificare la composizione partitica della maggioranza (dal sito del consorzio): Castel di Iudica, Licodia Eubea, Mineo, Mirabella Imbaccari, Raddusa, Ramacca, San Cono, San Michele di Ganzaria e Vizzini.
Dice il Giudice a proposito di Odevaine:
Conflitti d’interesse come quelli espressi da Odevaine, che siede al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale” , in virtù della sua carica quale rappresentante 2086 dell’Unione delle  Province Italiane, e al contempo è «esperto del presidente del C.d.A. per il Consorzio “Calatino Terra d’Accoglienza”» , ente che soprintende alla gestione del C.A.R.A. di Mineo , nelle materie dell’immigrazione e nel settore della protezione civile.
Ora, fino al 2013 il Presidente del consorzio era Giuseppe Castiglione, fedelissimo uomo in Sicilia di Angelino Alfano. Divenuto sottosegretario, la presidenza del consorzio passa ad Anna Aloisi, sindaco di Mineo e anche lei del partito di Alfano.
Solo a titolo di “rimborso spese per missioni”, a Luca Odevaine vengono liquidati 19.380 euro.
Il CARA di Mineo era gestito dalla Sisifo (Legacoop. Assurta agli onori della cronaca per il caso delle docce anti-scabbia di Lampedusa) e dalla Cascina Global Service, vicina a Comunione e Liberazione. Su tutto, il consorzio di comuni che gestisce gli appalti, di stretta osservanza NCD di Angelino Alfano, come ho appena accennato. Nuovo appalto, nuove cooperative? No. Le cooperative restano quelle:
Nel ricorso preparato dalla Cot si evidenziano molteplici dubbi sui “paletti” fissati dal bando di gara. A cominciare dai numeri, che si riferiscono dapprima all’esperienza del concorrente di “aver gestito senza demerito più di una struttura di accoglienza rivolta a stranieri nei tre anni precedenti, accogliendo un numero di immigrati superiore a 1500 giornalieri”. Successivamente, si parla di un servizio di ristorazione collettiva “non inferiore a 2000 pasti al giorno”. Nel bando di gara, però, quando si fa riferimento  a impianti idrici e di depurazione si parla invece di un numero minimo di 3000 unità”. Insomma, i conti non tornano. Quanti sono gli ospiti che il vincitore della gara avrebbe dovuto servire quotidianamente? Tremila, duemila o millecinquecento?
Già da questo esempio appare evidente che “Mafia Capitale” è estremamente riduttivo. C’è un verminaio da scoprire. Putrido, ma attraversa tutta l’Italia.
Ora, Renzi si è definito “sconvolto” e ha commissariato il PD di Roma.
Probabilmente dovrebbe prima rispondere come mai Salvatore Buzzi era presente a cene “fund-raising” di Matteo Renzi stesso.
Già che c’è, non sarebbe opportuno rendere pubblici i nomi dei finanziatori e relative somme “donate”?
Da sottolineare che dalle intercettazioni presenti nell’ordinanza, di questo genere di finanziamenti “indiretti” Buzzi ne fa un punto di forza (In conversazione Salvatore Buzzi/Giovanni Campenni, parla Buzzi):

Tu devi essere bravo perché la cooperativa campa di politica, perché il lavoro che faccio io lo fanno in tanti, perché lo devo fare io? Finanzio giornali, faccio pubblicità, finanzio eventi, pago segretaria, pago cena, pago manifesti, lunedì c’ho una cena da ventimila euro pensa
Del coinvolgimento del partito di Alfano ne ho accennato (ma anche del resto del centro destra. Basta verificare il funzionamento dei comuni che compongono il consorzio “Calatino terra d’accoglienza”).
Ma nell’ordinanza si trova qualcos’altro (15.11.2012) :

- Alle 10:29, dall’utenza telefonica in uso a Nadia CERRITO, stretta collaboratrice di BUZZI, incaricata di curare, per conto di quest’ultimo, una contabilità parallela “in nero”, veniva inviato un sms a quella in uso allo stesso BUZZI: “Ho le coordinate della fondazione posso far uscire 30.000 euro da Formula Sociale”;
- Alle ore 17:58, Salvatore BUZZI chiamava Patrizia CARACUZZI, segretaria di Franco PANZIRONI. Nella circostanza, la donna lo invitava a recarsi il giorno seguente, alle 13:00 a Piazza (San Lorenzo ndr) in Lucina al che BUZZI chiedeva presso quale delle due Fondazioni si sarebbe dovuto recare; la donna rispondeva al “26” (Fondazione DE GASPERI, ndr).
- Alle 11:23, Salvatore BUZZI contattava “Patrizia” (CARACUZZI, ndr) alla quale diceva: “se dici al nos…al dottore che quella cosa sulla Fondazione De Gasperi è tutto a posto”. La CARACUZZI concludeva “ok!… ti ringrazio!”;
− Dopo qualche minuto, la CARACUZZI richiamava BUZZI per dirgli: “senti lui mi dice quand’è che però ti fai vedere!…”.BUZZI rispondeva: “quando vuole lui”. Dopo varie ipotesi, BUZZI diceva che sarebbe andato in “Fondazione” nel primo pomeriggio, verso le 16, chiedendo conferma del “civico 26”. La donna confermava.
Mi pare evidente che non solo sono state fatte pressioni per ricevere le somme, ma … dal tenore della discussione, parrebbe proprio che quei 30.000 euro fossero, probabilmente, solo un acconto. E non solo, ma l’interlocutore della Fondazione sembrava impaziente di “vedere” Buzzi.
Perché ho fatto riferimento alla Fondazione De Gasperi? Ma perché il Presidente è proprio il nostro Ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Ricapitolando abbiamo:
Un Presidente del Consiglio che si dice schifato nonostante non è neppure noto quanto Salvatore Buzzi ha versato direttamente nelle casse della Segreteria del PD tramite le “cene fund-raising” con Renzi.
Un Ministro dell’Interno che asserisce che “c’è qualche mela marcia, ma non bisogna generalizzare”. Naturale chiedersi cosa intenda con “generalizzare”, considerato che il suo partito è quanto meno “assai contiguo” al sistema troppo semplicisticamente definito “Mafia Capitale”.
Lo stesso Ministro dell’interno che presiede una fondazione che ha già avuto € 30.000,00 ma che, da una lettura superficiale della trascrizione, pare fosse solo un anticipo di quanto pattuito.
Credibili i due. E sopratutto “disinteressati”.
E poi abbiamo il Ministro Poletti. Inchiodato da una foto, ma Renzi dice che “una foto non è una tangente”. Beh … lasciamo perdere che è meglio.
Non è minimizzare troppo parlare solo di “Mafia Capitale”?
No? E dei rapporti con Finmeccanica? E dei soldi distribuiti a tutto il Parlamento?

Informativa finale Ros, reparto anticrimine, pag. 1546 BUZZI spiegava di aver appreso dallo stesso CARMINATI del coinvolgimento di quest’ultimo negli affari illeciti in cui era coinvolta Finmeccanica asserendo che “ma lo sai che mi dice Massimo? Lo sai perché Massimo è intoccabile? Perché era lui che portava i soldi per Finmeccanica! Bustoni di soldi! A tutti li ha portati Massimo! Non mi dice i nomi perché non me li dice… tutti! Finmeccanica! Ecco perché ogni tanto adesso… 4 milioni dentro le buste! 4 milioni! Alla fine mi ha detto Massimo “è sicuro che l’ho portati a tutti! Tutti! Pure a Rifondazione!”.
FINMECCANICA!!! E ci limitiamo a dire “Mafia Capitale”? Ci rendiamo conto che qui si sta parlando di una ramificazione internazionale?
Se dalla sintesi dei ROS non è chiaro, vediamo la trascrizione della conversazione:

Buzzi : ma lo sai che mi dice Massimo? lo sai perchè Massimo è intoccabile? perchè era lui che portava i soldi per Finmeccanica! bustoni di soldi! a tutti li ha portati Massimo! non mi dice i nomi perchè non me li dice… tutti! Finmeccanica! ecco perchè ogni tanto adesso… 4 milioni dentro le buste! 4 milioni! alla fine mi ha detto Massimo <è sicuro che l’ho portati a tutti!> tutti!
Garrone : a tutto il Parlamento!
Buzzi : pure a Rifondazione!
“Mafia Capitale”? Solo “Mafia Capitale”?
Avevo detto che sarei ritornato su Massimo Carminati, quello che – fino a questo momento – parrebbe essere il cuore pulsante di “Mafia Capitale”, ma, sinceramente, mi pare davvero poco credibile che tutto postesse essere gestito da Massimo Carminati2.
D’altra parte, questo post è già abbastanza lungo. A chi (grazie a Dio) non si accontenta, quindi, suggerisco semplici link a Wikipedia da approfondire come meglio si crede.
Massimo Carminati faceva parte dei NAR (lo abbiamo sentito, ma vi siete chiesti “cosa erano i NAR?”) ed è poi diventato un boss della banda della Magliana. Venne coinvolto nell’omicidio Pecorelli e in quello di Fausto e Iaio entrambi legati al sequestro e all’omicidio di Aldo Moro. Coinvolto nella strage della stazione ferroviaria di Bologna. Aveva libero accesso al deposito di armi della banda della Magliana tenuto negli scantinati del Ministero della Sanità.
Ora, dopo aver letto tutti i link che ho citato. Dopo aver approfondito quanto si vuole, sono un complottista se da mesi, attraverso questo blog, continuo a dire che le ombre degli anni 70 sono materiali e presenti e si presentano con i volti – dall’apparenza più o meno simpatica – dei nostri rappresentanti dei vertici istituzionali?
Anche perché non credo affatto sia stato lo stesso Carminati a depistare e fare si che da tutti quei processi ne uscisse incolume.
Il giudice Clementina Forleo scrive nel disporre l’archiviazione:
pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva ed in particolari degli attuali indagati, appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura del reato delle pur rilevanti dichiarazioni.
Quindi, siccome secondo me “Mafia Capitale” e estremamente riduttivo, penso che verrà ulteriormente declassata a “qualche mazzetta a Roma”
Di Stefano Alì

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