lunedì 16 dicembre 2013

Carabinieri. La base dell’Arma si ribella ai generali e parla di Armopoli

arma dei carabinieri-R.C- E’ il generale Antonio Pappalardo a dar voce all’attacco dei delegati della Legione Carabinieri Lombardia ai vertici della Benemerita.
Scrivono “Ti fanno la morale ma non ti spiegano come arrivare a fine mese”.
Si lamentano del cattivo esempio fornito da alcuni generali che non si curano d’altro che dei propri interessi. Secondo i delegati al Comando Generale dell’Arma si è smarrita la diritta via e si calpestano le regole che dovrebbero essere rispettate da tutti: dal generale al carabiniere semplice.
Il Supu non punta il dito contro l’Arma ma, a fronte della grave crisi economica del Paese,  contro i vertici che litigano fra loro per mettere le mani sempre più su maggiori compensi e indennità. I generali dell’Arma dei Carabinieri sono novanta, di cui oltre le metà, cinquantotto in servizio nella capitale.  
La carica di Vice comandante generale viene conseguita per anzianità e ricoperta per un breve periodo, giusto per accaparrarsi una considerevole pensione che non trova riscontro nei contributi versati, percependo uno stipendio mensile pari a 6000 euro più indennità.

Un carabiniere guadagna 1300 euro al mese e molti sono costretti a trovare un secondo lavoro, in nero, per poter sbarcare il lunario, mentre un Vice comandante generale al termine dell’incarico andrà in pensione con un vitalizio di 14 mila euro al mese, e via un altro.
Ma i delegati sono andati oltre, facendo i conti in tasca ai generali che hanno approfittato di questa norma, incomprensibile, in regime di spending review.
generale C.A. Massimo Iadanza, inizio mandato 7 marzo 2013, fine mandato 18 maggio 2013. Circa due mesi;
generale C.A. Clemente Gasparri, inizio mandato 7 marzo 2012, fine mandato 7 marzo 2013, circa un anno;
generale C.A. Carlo Gualdi, inizio mandato 13 gennaio 2012, fine mandato 6 marzo 2012, meno di due mesi;
generale C.A. Michele Franzé, 14 giugno 2011,  12 gennaio 2012, 7 mesi;
generale C.A. Corrado Borruso, 14 giugno 2010, 13 giugno 2011, un anno;
generale C.A. Stefano Orlando, 23 luglio 2009, 14 giugno 2010, un anno;
generale C.A. Giorgio Piccirillo, 11 gennaio 2008,  22 luglio 2009, un anno e mezzo;
generale C.A. Massimo Cetola, 12 luglio 2007,  11 gennaio 2008, sei mesi;
generale C.A. Goffredo Mencagli, 17 luglio 2006,0 11 luglio 2007, un anno;
generale C.A. Roberto Cirese, 27 febbraio 2006, 11 luglio 2006, 5 mesi;
generale C.A. Roberto Santini, 27 febbraio 2005, 26 febbraio 2006,un anno;
generale C.A. Ermanno Vallino, 6 febbraio 2005, 26 febbraio 2005, 20 giorni;
generale C.A. Salvatore Fenu, 23 marzo 2004, 5 febbraio 2005,un anno;
generale C.A. Emo Tassi, 2 settembre 2003, 22 marzo 2004, sei mesi;
generale C.A. Virgilio Chirieleison, 2 settembre 2002, 1 settembre 2003, un anno;
generale C.A. Mariano Ceniccola, 10 aprile 2002, 2 settembre 2002, 5 mesi;
generale C.A. Carlo Alfiero, 10 aprile 2001, 9 aprile 2002, un anno;
generale C.A. Giovanni Narici, 9 agosto 2000, 9 aprile 2001, 8 mesi;
generale D. Paolo Bruno Di Noia, 9 agosto 1999, 8 agosto 2000, un anno;
generale D. Giorgio Cancellieri, 9 agosto 1998, 8 agosto 1999, un anno;
generale D. Giuseppe Bario, 15 giugno 1998, 8 agosto 1998, 2 mesi;
generale D. Bruno Brancato, 15 giugno 1997, 14 giugno 1998, un anno.
In quindici anni si sono succeduti 22 Vice comandanti generali: una logica incomprensibile uno solo può diventare Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, ma gli altri pari grado non devono rimetterci economicamente.
Non bastasse, i vertici dell’Arma fanno a gara per ricoprire altri incarichi, da prefetto a consigliere di Stato o consulente della Corte dei Conti.
 Al SUPU, sindacato di militari e carabinieri stanno giungendo segnalazioni allarmanti sull’attuale situazione nell’Arma dei Carabinieri (troppi suicidi, troppi delitti, troppe irregolarità, troppi abusi).
Altro che Tangentopoli. Già si parla di Armopoli.
Il generale Giovanni Antolini, Presidente del COIR Palidoro, ha chiesto se vi siano i presupposti per recuperare le somme di denaro percepite da questi generali con un artifizio che ha consentito loro di aggirare la legge, per distribuirle ai 107.000 carabinieri d’Italia, che vivono in difficoltà inenarrabili.
Il 25 febbraio 2011, il senatore Caforio ha scritto: “In un contesto di tagli indiscriminati, un aumento dei vertici delle Forze armate è difficile da comprendere. Che senso ha mantenere ancora il Vice Comandante dei Carabinieri e il Comandante in seconda della Guardia di Finanza?.
Mi chiedo, inoltre, quale senso abbia mantenere in vita la figura del vice Comandante Generale dei carabinieri e della Guardia di Finanza alla luce anche della riforma dello scorso anno con la quale si è provveduto, per la prima volta, alla nomina di un Comandante Generale proveniente dai ranghi dello stesso corpo, venendo, quindi, a mancare la necessaria figura di raccordo.
Credevo, e ne sono tuttora pienamente convinto, che non possiamo permetterci sprechi di denaro pubblico, né per finanziare corsi di dubbia utilità né per gratificare ulteriormente alti funzionari dello stato, già peraltro ampiamente remunerati. Ciò vale ancor di più per un paese come il nostro dove, in un momento di grave crisi economica come quello attuale, i bambini a scuola sono addirittura costretti a portarsi la carta igienica da casa”.
Nonostante questa grave denuncia, nessuno ha mosso un dito e i Comandanti Generali hanno lasciato fare.
           Dal 1814 nell’Arma si sono succeduti 58 Comandanti Generali e 96 Vice Comandanti, con una media di un Comandante Generale ogni 4 anni e di 1 Vice Comandante Generale ogni 2 anni. Dal 1997 questa media è saltata: 1 Vice Comandante ogni 7 mesi.

Nessun commento:

Posta un commento