mercoledì 26 novembre 2014

LE ELEZIONI REGIONALI DI DOMENICA SCORSA, VISTE DALLA SVIZZERA... (RARAMENTE, UN'ANALISI COSI' CENTRATA E VERITIERA)

LE ELEZIONI REGIONALI DI DOMENICA SCORSA, VISTE DALLA SVIZZERA... (RARAMENTE, UN'ANALISI COSI' CENTRATA E VERITIERA)


LUGANO - Scrive "Ticino Live" il più seguito dei quotidiani online della Svizzera italiana:
"Tra le due regioni ove si è votato, quella che maggiormente rappresenta il sentire degli italiani è l’Emilia Romagna. La Calabria, infatti, rappresenta un episodio tipicamente locale, legato al disincanto verso la persona di Scopelliti. Le riflessioni essenziali da fare sono perciò le seguenti.

• La sinistra renziana, anche se vincitrice nelle percentuali, esce in realtà sconfitta. Avendo ottenuto il 48% in Emilia su un elettorato ridotto al 36 % del totale, ottiene in realtà il 18 % circa, ossia più che un dimezzamento rispetto alle precedenti consultazioni europee e amministrative.
• Forza Italia è ridotta al 4% dell’elettorato iscritto, e ciò annuncia la sua prossima scomparsa.
• Su Alfano stendiamo un velo pietoso . Egli non rappresenta nessun tipo di destra , né vecchia né nuova, ma solamente un comodo supporto per la sinistra di governo.
• Il vero dato nuovo è l’avanzata di Salvini. Il successo emiliano della Lega non va sottovalutato, proprio perché si verifica in una delle regioni più rosse d’Italia. Se a Bologna ha ottenuto il 24% , quanto avrebbe realizzato a Milano, Venezia, Torino e Genova?
Da tutto ciò dobbiamo trarre le seguenti conclusioni.
La sinistra versa in una profonda crisi di credibilità, in quanto molti suoi elettori, che non sono scemi, hanno compreso perfettamente lo sporco gioco di Renzi e il suo blaterare a vuoto, come del resto aveva fatto per tutti i 5 anni del sindacato fiorentino. Il suo ruolo di imbonitore, ad esclusivo beneficio dei poteri forti che lo hanno installato a Palazzo Chigi a tutela dei propri interessi e dello status quo, comincia a vacillare visibilmente, mentre la sua stella si sta rapidamente appannando.
Quanto alla destra, essa è di fatto scomparsa, come volevasi dimostrare. Ciò dipende in gran parte dal discredito in cui è caduto il suo già carismatico leader Silvio Berlusconi, dovuto non certo alle avventure galanti per cui è stato processato e neppure alle ipotetiche truffe fiscali, ma ai suoi cedimenti ai ricatti dei poteri forti, nel 2011, e alla sua ambigua, oscillante politica verso Renzi. La destra, privata del suo capo, è dunque allo sbando, e non ritroverà la sua credibilità finché non riuscirà a dotarsi di un nuovo leader e di un programma adeguato alle emergenze presenti e future. Soltanto allora potrà ritrovare quell’unità, in assenza della quale le speranze di vittoria appaiono nulle.
Ciò che più preoccupa, tuttavia, è che il Cavaliere coltivi ancora il sogno di una ridiscesa in campo, e speri di essere lui a ricompattare la destra, mentre la sua perdurante presenza in realtà la blocca. Egli non si è ancora reso conto di non trovarsi più all’isola d’Elba, ma ormai da tempo sul romitaggio di Sant’Elena, piccola isola vicina al Capo di Buona Speranza, dalla quale, però, a dispetto del nome, non c’è prospettiva di ritorno.
Infine, eleviamo senza rimpianti una prece per Grillo, il cui movimento si è mostrato ancor più fasullo di quello di Guglielmo Giannini.
Questi i miei commenti al voto, che non fanno che confermare le mie previsioni di sempre. Esorto perciò tutti gli uomini e le donne di destra a tener conto di tale importantissima indicazione, e a cercare le necessarie alternative senza indugio, se non vogliono soggiacere per decenni alla tirannia di una sinistra di governo sempre più ostaggio della mafia globale.
Carlo Vivaldi Forti
www.ilnord.it

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