venerdì 17 ottobre 2014

La caduta del petrolio sui mercati mondiali, una manovra degli USA e dell’Arabia Saudita contro la Russia?

Il prezzo del petrolio Brent ha già perso un 20%, in caduta libera senza freni dalla metà di Giugno fino ad arrivare attualmente a meno di 90 dollari per il barile (79$ al 16.10), fatto questo che provoca forti sospetti tra gli esperti sulla possibilità che questa caduta dei prezzi sia dovuta a determinate azioni sul mercato da parte degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita per indebolire l’economia della Russia.
Il crudo nel corso degli ultimi due anni si vendeva in un range di 100-115 dollari per barile. Varie volte il prezzo, per un tempo breve, si protraeva più in là del limite superiore del trend, una volta, in Aprile del 2013, era caduto al di sotto dei 100 dollari.  Tuttavia in quel caso ribassò fino ai 96,75 dollari ed alcuni giorni dopo ritornò al prezzo abituale.

In questo periodo non è così. Il prezzo è sprofondato drasticamente fino al livello dei 100 dollari un mese fa e, il 9 di Ottobre, è caduto al di sotto dei 90 dollari.
Gli esperti sottolineano che non è una caduta abituale e potrebbe essere il risultato di un complotto ordito tra gli USA e vari paesi del Medio Oriente, in particolare dell’Arabia Saudita, che sembra di non voler  procedere a ridurre significativamente la produzione per mantenere il prezzo del crudo.
Per questo motivo  l’ex ministro delle finanze russo, Alexei Kudrin, sottolinea che una situazione di questo tipo si era osservata nel 2008 prima delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti.
” Quello fu un avvenimento a breve termine. Prima delle elezioni presidenziali degli USA questo tipo di accordo funzionò per un anno, secondo i nostri dati, ed il prezzo ribassò fino ai 92 dollari”, spiega Kudrin.
“C’è una versione del fatto che le condizioni  dell’economia in Russia dipendono principalmente dagli alti prezzi del petrolio e questa  è abituata a vivere con gli alti prezzi del petrolio, per questo  esiste un certo accordo tra i paesi principali, tanto gli importatori come gli esportatori, per esempio, gli Stati Uniti, ed i paesi del Medio Oriente, perchè si aumenti la produzione ed il prezzo sia spinto verso il basso”, dice Kudrin.
Caida del petroleo
Un’altro motivo che mette in evidenza la possibilità di un complotto è che la diminuzione dei prezzi del petrolio ha coinciso con un forte rafforzamento del dollaro in comparazione con tutte le altre monete del mondo, che si è prodotto nel contesto della eliminazione graduale della politica di stampa di dollari (q.e.) della Federal Reserve degli USA.
Inoltre la caduta dei prezzi del petrolio si è prodotta per l’inerzia (o complicità) dell’OPEC. Nell’ultima riunione di questa estate non si è presa la decisione di ridurre la quote di produzione, cosa che avrebbe potuto neutralizzare l’eccesso di offerta e frenare la caduta dei prezzi.
Adesso tutti sono in atesa della della prossima riunione dell’OPEC che si terrà il 27 di Novembre.
Si prevede che l’organizzazione decida una riduzione delle quote di produzione, che erano rimaste senza variazioni dall’anno 2011.
Tuttavia se l’OPEC non lo farà, i prezzi possono rompere la barriera degli 80/90 dollari per barile, e questo può essere considerato come la prima evidenza chiara del complotto dei giocatori chiave del mercato con il fine di debilitare la Russia, già che la successiva discesa dei prezzi del petrolio non è redditizia nè per gli USA nè per la maggior parte dei produttori di petrolio. Se  si accordano per continuare con la dinamica attuale o dunque è una pazzia o un castigo alla Russia per la sua politica giusta ed indipendente.
Pertanto la decisione che verrà presa nell’ambito della riunione dell’OPEC, metterà in luce in quale grado siano giustificate le teorie della cospirazione .
Inoltre si può dire lo stesso circa le conseguenze di questa politica per  il Venezuela e l’Iran, che sono anche loro vittime della politica degli USA e dell’Arabia Saudita, visto che le loro economie risentono molto per la caduta dei prezzi del petrolio, ma di questo si parlerà a parte.
Traduzione: Luciano Lago

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