mercoledì 15 ottobre 2014

Gli strateghi USA fanno apertamente apologia della guerra

di Alfredo Jalife
Robert Kaplan- consigliere  politico del Pentagono e, in precedenza, consigliere del segretario della Difesa Robert Gates-  inizia sul sito Stratfordl’apologia della guerra:  si domanda “perché la guerra è buona?” (“Why war is good “)
Dal 2005, Kaplan, che era un soldato dell’esercito israeliano catapultato come principale analista di geopolitica del portale texano- israeliano Stratfor – si dichiara a favore di una guerra contro la Cina: lo definiscono lo “scenario Kaplan” .

Da circa due anni, l’ex soldato israeliano kaplan aveva predetto l’ “Anarchia che proviene da Colombia e Venezuela”.
Un giorno prima della apologia bellica  sostenuta da Stratfor/Kaplan, in forma coincidente, il loquace sottosegretario del Pentagono, Robert Work, “ha minacciato una guerra contro la Russia e la Cina” prima dal palco del molto influente CFR (Council of Foreign Relations) dove ha sentenziato che “non ricordava nessun luogo in cui gli USA non abbiano risposto militarmente”, per cui neppure lo preoccupava  la Terza Guerra Mondiale, visto che “entrambi i paesi in definitiva ritengono che l’attuale ordine mondiale, quello che era stato stabilito negli ultimi 70 anni, deve essere cambiato”. Vedi:Conversation with Robert Work.
Il teorico balcanizzatore del mondo esterno, Kaplan, sostiene la sua apologia della guerra nel polemico libro che uscirà domani per opera dello  storico britannico Jan Morris-di Cambrige, poi dell’Università di Chicago ed adesso di Stanford: “Guerra! Per cosa serve? Conflitto e progresso della civiltà dai primitivi fino ai robots”.
Il controverso Jan Morris è un autore super macho “WASP” (protestante, bianco, anglosassone) che  enuncia questa argomentazione nel suo libro, molto tendenzioso, già da circa quattro anni. “Perché l’Occidente comanda -per adesso” (“Why the West rules-for now”), che ha ottenuto elogi sperticati della rivista neoliberale  “The Economist “ed una revisione supina anche dallo storico britannico Niall Ferguson, elogiatore dei banchieri schiavisti Rothschild e del finanziere israeliano-tedesco Siegmund Warburg, la cui banca di famiglia fu fondata a Venezia nel secolo XVI. L’opera, il Mercante di Venezia, del geniale Shakespeare, dove brilla il repellente Shylock, che fu scritta alla fine dello stesso secolo. Shylock sarà stato una referenza per i Warburg?
Si evidenzia in Morris/Kaplan/Stratfor la connessione tra le attività finanziarie belliche con la distorsione onanista della Storia.
La ermeneutica singolare di Kaplan gli permette di citare senza arrossire il Morris: “dichiarando guerre, la gente ha creato più e maggiori società organizzate che hanno ridotto il rischio che i suoi membri muoiano violentemente”.
Questi paragona dis-cronicamente  senza selezione l’età della pietra, quando esisteva un 20% di probabilità di morire violentemente nelle mani di altri esseri umani”, con il secolo XX-con tutte le sue guerre di trincea, ancora con Hitler, con Hiroshima, il terrorismo e con una armatura di guerre nel terzo mondo- dove esiste “solamente 1°- 2% di probabilità di morire violentemente”.
Alla visione schematica di Kaplan risultano indifferenti tutte le guerre dei suoi alleati USA/Gran Bretagna (dal secolo XVI in poi), Israele nel corso di tutto il XX secolo e l’inizio del XXI, come anche si occulta l’altra bomba atomica lanciata dagli USA a Nagasaki e le stragi di bambini fatte da Israele a Gaza.
A giudizio di Morris, citato dal suo ermeneuta Kaplan, bisogna essere grati agli USA ed alla sua “società complessa e produttiva”, proveniente dalla “pianificazione dei suoi conflitti armati”, del fatto di essere  questo il “globocop”: il poliziotto del mondo. Grazie agli Stati Uniti.
L’interessante qui non è disminuire la disinformazione storica, le distorsioni sofiste e le elugubrazioni bizantine di Morris/Kaplan, senza intendere l’intossicazione hollywoodiana  di Stratfor  che ha il fine di preparare le trasnazionali  israeliane-anglosassoni e la molto ingenua opinione pubblica degli USA, ad una nuova guerra, forse con la vecchia formula dei banchieri Warburg/Rothschild (in ordine cronologico dinastico) per prevalere finanziariamente sul resto del mondo catalogato come inferiore (ideologia straussiana).
I circuiti israel-anglosassoni dai neo-conservatori straussiani  fino alla rivista Commentary (fondata per American Jewish Committee) di Norman Podhoretz, hanno annunciato ideologicamente da quasi 10 anni la Quarta Guerra Mondiale prima che si scateni la Terza.
Kaplan ingrandisce i sofismi di Morris che “esplora vari scenari per le guerre future, dalle insurrezioni con carattere di guerriglie, passando per i guerrieri robotici, fino ai missili nello spazio” e lo considera “ottimista”, stimando che “l’umanità dopo millenni di guerra possa ottenere un punto culmine, in cui il numero degli umani assassinati per opera di altri umani continua drammaticamente la sua discesa.
Il volgare sofisma di Morris divulgato da Kaplan: entrambi sostengono l’idea di “guerre future”, anche se con una diminuzione delle vittime civili, previsione che è totalmente falsa ed ingannevole in termini assoluti, più che in termini relativi, quando si considera che non sono paragonabili le popolazioni dell’Età Media né le loro infrastrutture con quelle del secolo XXI.
A differenza delle guerre passate, oggi quelli che meno muoiono sono i soldati sui fronti di battaglia, da quando i “civili” si sono trasformati in carne da cannone  degli eserciti  degli USA/GB/Israele: dall’Iraq, passando per Gaza (che naturalmente omette di menzionare l’ex soldato israeliano Kaplan) all’Iraq,  fino all’Afghanistan.
Le perdite dei soldati invasori /occupanti israeliti-anglosassoni sono state minori a quelle delle vittime civili delle popolazioni autoctone decimate, senza contare la massiccia distruzione economica e finanziaria altrui.
Avanza la pseudo –civilizzazione israeliana anglosassone quando “le guerre della Siria e dell’Ucraina hanno aumentato le quotazioni del complesso militare industriale della Difesa degli USA a livelli record, secondo Richard Clough, da Bloomberg News, a mio giudizio, grazie alla “quotazione in borsa della Yihad” nelle piazze finanziarie di Wall Street e della City a Londra, dove brilla il quintetto bellico Lockheed Martin, Vnorthrop Grumman, Raytheon, General Dynamics e Boeing.
Il quintetto bellico degli USA ha ricevuto contratti federali l’anno scorso per 105 milioni di dollari e si calcola una “domanda per l’equipaggiamenti ed armi militari” per altri 66.000 milioni di dollari, grazie alla scenografia Hollywoodiano dei jihadisti dello Stato Islamico- con cui ha confessato di aver riunito il pugnace quanto mentitore senatore John Mc Cain, in un memorabile lapsus freudiano davanti a una televisione: il “Primo califfo” dello Jihad , finanziere  islamico.
La Terza Guerra Mondiale degli USA, che non preoccupa il sottosegretario del pentagono RW, turba i paesi a cui si allude, Russia e Cina, i quali al loro volta prendono le loro precauzioni.
Sergey Glazev, consigliere del Presidente Putin, affronta “La minaccia della guerra e la risposta russa”.
Glazyev  si focalizza sulla crisi finanziaria del dollaro e dei suoi Shylocks emblematici e propone di creare una coalizione di forze sane che cercano la stabilità- “una coalizione globale anti-guerra con un piano positivo per aggiustare l’architettura internazionale finanziaria ed economica con principi di mutui benefici, equità e rispetto alla sovranità nazionale”
Si potrebbe esercitare la sovranità davanti ad un insaziabile “regolatore globale” (“globocop”) o ad un nuovo Leviatano?
Alfredo Jalife
Analista internazionale, direttore del Centro di Studi Strategici presso UNAM (Città del Messico) docente Universitario, autore di numerose opere fra cui “Un enfoque multidimensional”, “El ibrido mundo multipolar”. Editorialista de “La Jornada” e “Contralinea”.

Fonte: EL Horizonte
Traduzione: Luciano Lago

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