mercoledì 13 agosto 2014

In Germania i rappresentanti del Capitale industriale iniziano a fare pressioni contro le sanzioni anti russe

In Germania i rappresentanti del Capitale industriale iniziano a fare pressioni contro le sanzioni anti russe
In Germania gli esponenti dell’industria e del capitale tedesco iniziano a voltare le spalle alla politica degli Stati Uniti di sanzioni verso la Russia.
A nome di questi settori fondamentale dell’economia tedesca, Gabor Steingart, editore del principale giornale economico e finanziario della Germania, “Handelsblatt”, si schiera pubblicamente per gettare alle ortiche le sanzioni contro la Russia.
Se l’Occidente avesse giudicato l’allora governo degli USA per l’invasione in Iraq con gli stessi standard che si utilizzano nei confronti della Russia di Putin, a George W. Busch avrebbero dovuto vietare l’ingresso nell’Unione Europea, i fondi della Warren Buffet all’estero avrebbero dovuto essere congelati, e le esportazioni di auto della GM, Ford e Chrysler sarebbero state bloccate”, espone Steingart.

Secondo l’autorevole l’analista finanziario, il più influente della Germania, le politiche di esclusione sono una “grande stupidaggine”. “Non ci sono stati casi verificatisi di paesi sanzionati che si discolpino per il proprio comportamento ed inizino a obbedire per sempre”, argomenta, e condanna la politica di Washington per il fatto di voler aggravare tutti i conflitti ai quali partecipa.
“La tendenza statunitense ad un escalation verbale e poi militare, all’isolamento, alla demonizzazione ed agli attacchi ai nemici non si è mai dimostrata efficace. L’ultima azione militare di successo degli USA è stata lo sbarco in Normandia- Per il resto- dalla Corea al Vietnam, all’Iraq ed all’Afghanistan – sono stati evidenti fallimenti. Muovere le unità militari della NATO verso la frontiera polacca e pensare di armare l’Ucraina significa compensare un deficit di diplomazia con mezzi militari”, ritiene Steingart.
“Dal suo punto di vista, l governo di Obama ricorre ad atteggiamenti e minacce verso Mosca per guadagnare più voti alle prossime elezioni mentre che la Germania dovrebbe mantenere una impostazione diversa e non sottoporre i propri cittadini ad un rischio non necessario”. Questa politica di sbattere la testa contro la parete e di farlo esattamente sulla parte più spessa della stessa parete procura soltanto dolore di testa e poco più. (…..). Continuare in questa iniziativa –benchè sia in maniera calcolata e renitente fino ad un certo grado, come nel caso della Merkel – non protegge i cittadini tedeschi. Piuttosto li espone a pericoli immotivati”. Postula Steingart.
Nessuno ci obbliga a piegarci agli ordini di Washington, insiste l’editorialista, sottolineando che Berlino ha un interesse vitale nella stabilità e nella comunicazione con Mosca. I tedeschi sono vicini dei russi, ricevono le loro risorse energetiche e fornitori di ogni tipo di merce l mercato russo, argomenta. Il castigo e l’auto castigo, sono la stessa cosa, in questo caso”, conclude Steigart.
Il 29 di Luglio l’Unione Europea, sotto la pressione degli Stati Uniti, ha concordato di imporre alla Russia sanzioni economiche che avranno effetti sulla sua industria estrattiva, della difesa e dei prodotti di doppio uso.
Mosca in risposta ha deciso di chiudere per un anno il suo mercato nazionale alla produzione agricola, della carne e del latte dei paesi comunitari, cosa che ha provocato proteste da parte dell’industria europea.
Nella foto in alto: Gabor Steingart (il primo sulla destra) assieme alla Merkel
Fonte: Handelsblatt
Traduzione: Luciano Lago

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