mercoledì 25 giugno 2014

IL GRANDE FREDDO tra Vaticano e ONU

popeonu

Pedofilia, Comitato tortura Onu: il Vaticano deve garantire risarcimento alle vittime

Il Comitato Onu sulla tortura a termine dell’esame del primo rapporto consegnato della Santa Sede all’Onu sul caso di pedofilia ha scritto che la Santa Sede deve garantire risarcimento e piena riabilitazione alle vittime di abusi sessuali commessi da o con il consenso di funzionari dello Stato.

Secondo la conclusione del comitato Onu, la Santa Sede non ha infranto la Convenzione contro la tortura. Il comitato tuttavia ammonisce il Vaticano di non aver reso obbligatorie le denunce alla polizia dei reati di pedofilia e di avere trasferito preti evitando loro sanzioni giudiziarie.
Secondo quanto riporta la Santa Sede in un comunicato, la Commissione apprezza “il dialogo costruttivo e aperto con la delegazione di alto livello”, guidata dall’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, monsignor Silvano Maria Tomasi sottolineando come la Commissione riconosce inoltre “che la Santa Sede, le diocesi cattoliche e gli ordini religiosi hanno compiuto sforzi importanti per prevenire gli abusi sessuali contro i minori”-
Tuttavia, il Vaticano ribadisce quanto ha già espresso davanti alle Nazioni Unite, ovvero che la pedofilia, non rientra sotto la voce tortura e che la Santa Sede non può rispondere dell’agire di tutto il clero.
“Pur non concludendo in modo esplicito che lo stupro o l’abuso sessuale da parte di individui costituisce un atto di tortura, molte delle osservazioni finali fanno riferimento all’abuso sessuale” e anche se vi potrebbe essere “un assunto di fondo che indica l’abuso sessuale come una forma di tortura secondo la definizione della Cat”, questo assunto, precisa il Vaticano, “non è né sostenuto dal testo della Cat né è stato in alcun modo accettato dalle autorità sui diritti umani”.
Per il vaticano, l’assunto è “fallace, fuorviante e controproducente”.
Infine, nella nota di commento alle conclusioni dell’Onu, la Santa Sede scrive che vi è il tentativo “di dare l’impressione che tutti i sacerdoti nel mondo siano indirettamente e giuridicamente legati al Vaticano”, mentre ciascuno “è cittadino giuridicamente dipendente dal paese in cui vive e che ha diritto di esercitare la sua sovranità senza interferenze esterne”.
Inoltre, la Santa Sede assicura che “considererà molto seriamente” le accuse rivolte per “non aver richiesto che le accuse di abusi vengano riportate alla polizia”.
Nel rapporto conclusivo dell’Onu vi è anche un capitolo che riguarda l’aborto per cui l’Onu ha spiegato che gli sforzi della Chiesa sono volti alla protezione dei nascituri e rientrano nel diritto alla libertà religiosa e che pertanto non configurano quindi una violazione della convenzione.
A febbraio scorso la commissione Onu per i diritti dei minori avave reso noto le conclusioni di un rapporto in cui accusava il Vaticano di non aver fatto nulla contro la pedofilia, e chiedeva pertanto “l’immediata rimozione” dei responsabili di quegli atti.
Mentre a marzo, la conferenza episcopale aveva diffuso le “linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici” citata appunto dall’Onu per i progressi messi in atto e criticate nella parte che suscitò polemiche anche in Italia e che riguardava il fatto che “i vescovi italiani ribadivano la differenza di ruoli tra autorità ecclesiastica e civile”.
Redazione

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