giovedì 29 maggio 2014

PIDDI': IL PARTITONE TOTALITARIO E IL POPOLINO ITALIDIOTA DELLE SCIMMIE



di Gianni Lannes



Andiamo oltre, vale a dire alla sostanza. Come sempre, parliamoci chiaro: Renzi non è il risultato di una scelta democratica, ma uno spuntato da un bingo (le primarie scimmiottate dallo zio Sam) di periferia, piazzato a palazzo chigi da uno che ha attentato alla Costituzione repubblicana e ha tradito la Patria. In altri termini: Renzusconi non è il risultato di una scelta democratica. A conti fatti: il PIDDI' è l'erede diretto di DC, PCI, PSI. Queste ditte affaristiche messe insieme superavano di gran lunga il 60 per cento del consenso elettorale. Ergo: ma di quale trionfo si blatera quando si annaspa al 41 per cento e la metà del corpo elettorale ha disertato giustamente le urne? Ora se gli italidioti seguiteranno a dividersi in tifoserie e fazioni di comodo, scaricando la propria rabbia su facili bersagli al malcontento popolare offerti in pasto dal sistema di potere dominante, non saranno mai liberi, tantomeno sovrani, ma soltanto ed esclusivamente grulloni a buon mercato.

Nello Stivale lo Stato di diritto dal 1948 ad oggi è nulla più che uno involucro vuoto, dove i veri padroni anglo-americani in salsa sionista dettano legge. L'Italia non ha una classe dirigente a qualsiasi livello, ma gruppi e fazioni di potere locale che si scontrano tra loro per mantenere i propri crassi privilegi. 

Il popolo italiano non ha alcun debito economico ma soltanto un debito con madre Natura.

Ogni tanto al popolino si dà in pasto qualche marionetta dell'antisistema per controllare il malcontento popolare e consolidare il consenso generale. Insomma, illusioni. E così vale sempre il motto "divide et impera". 

Fino a quando in Italia e in Europa le forze armate degli Stati Uniti d'America manterranno centinaia di basi militari utili alla guerra coloniale ed il vecchio continente sarà invaso da arsenali nucleari, non sarà possibile costruire la pace e progredire universalmente.
Fino a quando l'Italia sarà eterodiretta dagli stranieri, libertà e democrazia saranno soltanto parole vuote e retoriche. Un regime autoritario si abbatte, non si riforma. Ma la prima rivoluzione è interiore. Non abbiamo che da perdere le catene: sciopero generale ad oltranza, pacifico e nonviolento.

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