sabato 12 aprile 2014

INCHIESTA / NEL SILENZIO ASSOLUTO DI GOVERNO ITALIANO, GIORNALI E TV LA RUSSIA COMPRA QUOTE ENORMI DI PIRELLI, ENI, ENEL

INCHIESTA / NEL SILENZIO ASSOLUTO DI GOVERNO ITALIANO, GIORNALI E TV LA RUSSIA COMPRA QUOTE ENORMI DI PIRELLI, ENI, ENEL
Nel silenzio - imbarazzato - di Palazzo Chigi che ovviamente non può non saperlo, la Russia di Putin si sta comprando pezzi d'Italia. Tutto è iniziato lunedì 17 marzo, quando il colosso statale russo Rosneft, amministrato dall’ex agente del Kgb Igor Sechin, ha acquisito il 13% dell’italiana Pirelli.  
Operazione analoga, venne fatta sempre dal colosso statale Rosneft nel maggio del 2013, quando comprò il 21% della Saras di Massimo Moratti con lo scopo di entrare poderosamente negli organi societari dell’azienda e influenzarne progressivamente gli acquisti, favorendo come materia prima il petrolio estratto dalla Rosneft.

Questa doppia operazione è molto rilevante, sia sul piano economico, sia e ancor di pù su quello geo-politico. L'Italia che Renzi descrive come la nazione che ha quale "stella polare" la NATO, in piena crisi NATO-Russia consente non a una compagnia privata, ma alla compagnia statale russa del petrolio, che è come dire Putin in persona, di comperare una quota strategica di un'azienda strategica qual è la Pirelli.
Insomma, se nei vertici politici europei si parla di una volontà di diversificare le fonti di approvvigionamento energetiche ed importare meno dalla Russia, le imprese di Stato russe cercano di aprirsi un varco attraverso l’acquisizione di imprese chiave. E di società strategiche, che in barba a tutti gli "ultimatum" americani e NATO vengono acquistate dal "nemico" dell'Europa. 
E gli acquisti in Italia di importanti quote di grandi aziende da parte dello Stato della Russia non rappresentano l'unico episodio di questa offensiva finanziaria.
Caso analogo in Germania, dove, il giorno prima del passaggio di consegne in Pirelli, l’oligarca russo Mikhail Fridman ha rilevato per 5,1 miliardi di dollari le attività petrolifere di RWE. Se torniamo al novembre del 2013, invece, potrebbe sembrare che la strategia russa fosse cominciata già alcuni mesi prima della crisi della Crimea.
Allora, infatti, le imprese russe Gazprom e Novatek acquisirono per 2,94 miliardi di dollari la quota dell’italiana ENI nella società Russian Artic. Nello stesso periodo, sempre la stessa Rosneft acquisì per 1,8 miliardi di dollari la quota del 19,6% di ENEL nella società energetica russa SeverEnergia.
Già in autunno, quindi, i russi si erano ricomprati le quote strategiche degli italiani, iniziando ora le acquisizioni in Europa, anche se già in ottobre la Lukoil aveva rilevato il 100% dell’impianto di raffinazione petrolifera di Siracusa.
Oggi, mentre Unione Europea e Stati Uniti paiono disorientati e confusi, il rublo ha ricominciato a guadagnare posizioni insieme all’indice di borsa MICEX.
Detto tutto ciò, è bene che il lettore si ponga una domanda: come mai in Italia nessun telegiornale e nessun quotidiano ha riferito queste notizie? 
max parisi
Fonte notizie: rivastaeuropeae.eu di Fabio Cassinelli  - che ringraziamo e agenzie stampa internazionali. 
http://ilnord.it/

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