mercoledì 5 febbraio 2014

Usa: torna lo spettro del default, la ripresa è già compromessa?

Il governo Usa arriverà ad una situazione di default molto presto, una volta che verrà raggiunto il tetto di indebitamento nazionale alla fine di questo mese. L’ avvertimento è arrivato dal segretario al Tesoro Jack Lew, secondo cui il governo federale dovrebbe toccare il tetto di debito per la fine di febbraio.

Sarebbe molto facile dare la colpa al maltempo, al Polar Vortex che ha letteralmente congelato gli USA, ma dietro al dato rilasciato nella giornata di lunedì si nasconde una più profonda preoccupazione per il futuro dell’economia a stelle e strisce che, nonostante abbia inserito il turbo, dovrà fare i conti innanzitutto con il tapering, ma soprattutto con l’incertezza a livello politico, specie a Washington, dove si continua a litigare su tutto.
Poche ore prima del rilascio dell’ ISM, il segretario al Tesoro Jack Lew aveva nuovamente lanciato l’allarme in direzione del Congresso, dove sembra ancora in alto mare un accordo per alzare il tetto al debito pubblico, questione che nell’autunno scorso aveva già portato preoccupazione non solo sui mercati, ma anche sull’economia reale. L’accordo raggiunto prevedeva, come noto, un differimento della questione fino alla fine di febbraio e la lentezza dei lavori torna ad agitare le acque.
Lew ha ribadito che se non verrà innalzata la capacità del Governo di prendere a prestito, ad un certo punto molto vicino nel tempo, non sarà possibile venire incontro alle obbligazioni che il governo stesso avrà contratto: in poche parole non sarà più possibile pagare alcunché. In verità il tetto alle capacità di prendere a prestito da parte del governo verrà toccato già venerdì, ma alcune strategie che il Tesoro metterà in atto permetteranno di prendere tempo fino alla fine del mese.
Trascorso questo periodo di emergenza, se non sarà alzato il tetto, gli Stati Uniti finiranno in cosiddetto default tecnico, poiché il Governo avrebbe pure la capacità di ripagare le obbligazioni contratte prendendo a prestito ulteriore denaro, tuttavia manca l’autorizzazione del Congresso che gli permetterebbe di farlo. Un mero ingolfamento tecnico causato da una classe politica poco responsabile.
L’attesa adesso è per mercoledì innanzitutto, quando verrà rilasciato l’indice ISM relativo ai servizi, ma soprattutto per venerdì, quando verranno rese note le statistiche relative alla mercato del lavoro, che resta relativamente molto depresso. Il tasso di disoccupazione, infatti, continua a calare non tanto grazie al ritorno all’impiego delle folte coorti di lavoratori licenziati nel corso della crisi economica, ma soprattutto per via degli scoraggiati, che escono dai radar degli istituti di statistica (gonfiando in modo fittizio il miglioramento del tasso di disoccupazione) e di coloro i quali desidererebbero lavorare full-time, ma trovano posizioni solo a tempo parziale, risultando così sottoccupate.
Se anche tali letture non dovessero risultare soddisfacenti e se i lavori al Congresso dovrebbero continuare a procedere a rilento il mese di febbraio che si è appena aperto potrebbe causare maretta sul mercato, come del resto già avvenuto nel primo pomeriggio di lunedì con gli indici che in seguito all’emissione dell’ISM hanno toccato il minimo delle ultime settimane.

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