mercoledì 26 febbraio 2014

RENZI A FAVORE DEGLI INCENERITORI CHE UCCIDONO LA VITA


di Gianni Lannes



E’ una follia bruciare i rifiuti, specie quelli industriali, tossici e velenosi. Eppure in Italia dopo Cancronesi c’è Cancrorenzi, addirittura sulla poltrona di Palazzo Chigi a dettare legge per conto straniero. Anche i sassi, a parte Nichi Vendola che ha autorizzato in Puglia l’amica Marcegaglia ad aprirne uno illegalmente nel cuore della Daunia, ormai sanno che gli inceneritori chiamati impropriamente termovalorizzatori, annientano la qualità della vita, in particolare dei bambini. Prove? Esiste una ponderosa letteratura scientifica. Basta documentarsi, leggere e studiare attentamente.

Nell’Aprile del 2007 Lorenzo Tomatis, l’indipendente oncologo italiano, noto ai più come direttore, dal 1982 fino al 1993 della prestigiosa Agenzia Internazionale per le Ricerche sul cancro, a proposito degli inceneritori pronunciò una frase lapidaria, sostenuto da una vita di ricerche scientifiche:

«Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale».  

Incredibile ma vero, il nuovo primo ministro pro tempore spuntato dal nulla, anzi dal retrobottega del Pd e dalle scuderie del Quirinale, si erge a paladino delle fabbriche di morte.

Non guardo la televisione, però il filmato con le dichiarazioni di Renzi è visibile su Youtube. Nel bel mezzo di una trasmissione tv, ospiti Matteo Renzi e Patrizia Gentilini (oncologa e presidente dell’ISDE). Quando la dottoressa dice che gli inceneritori procurano troppi malati, Renzi inizia a sbottare. Perché l’attuale presidente del consiglio difende gli inceneritori così spudoratamente? Cosa possiamo aspettarci da un personaggio di questo livello, pompato dai mass media e dai poteri stranieri e nostrani?
Renzi è un recidivo in materia. Recentemente, in una trasmissione del servizio pubblico Rai (Ballarò) ha minacciato di trattamento sanitario obbligatorio i tesserati del Partito democristiano rei di avvistare le scie chimiche. Insomma è un negazionista incallito.


In Italia, chi inquina fiumi, mari, devasta aree protette, riempie una cava abusiva di scorie e veleni, non commette un delitto. Da sempre il contrasto alle ecomafie è connotato dall’inerzia e dal silenzio della politica. Le vittime, “tanto”, non destano clamore. Perché il delitto contro l’ambiente non è contemplato nel codice penale?

L’inquinamento ambientale è alla base di cancro, tumori, allergie e malattie neurodegenerative. Addirittura nel Belpaese lo Stato, i governi hanno escogitato il sistema già a partire dal 1993 prima di quotare in borsa gli scarti pericolosi dell’industria, poi di far pagare (il famigerato contributo economico cip 6, inventato da Bersani) attraverso una voce della bolletta elettrica il finanziamento dell’inquinamento. Esatto: i contribuenti senza saperlo finanziano gli inceneritori. Che genialata italidiota.

Mi scrive Vincenzo Mannello: «Sto ascoltando con stupito entusiasmo che Baobab seguirà, a partire dalla tappa inaugurale di Treviso, il Tour di Renzi. Tappa per tappa, fino al 2018....quasi piango dalla gioia assieme alla entusiasta giornalista che ha preannunciato l'iniziativa. Grazie, grazie sono certo che il servizio pubblico al seguito 24h di Renzi non abbia eguali neppure in Corea del Nord! Non ero così contento dai tempi di RadioTiranauno».

Matteo Renzi: le massonerie anglo-americane, i sionisti di guerra, i boiardi di Stato e le ecomafie d'ogni latitudine ringraziano Vossia sentitamente.  




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