lunedì 17 febbraio 2014

Prelievo sui bonifici all'estero, ennesimo abuso di potere

La ritenuta del 20% su tutti i bonifici esteri che arrivano sui conti correnti italiani è giustificata dal sistema bancario perché le somme vengono considerate reddito imponibile, salvo prova contraria del contribuente. La ritenuta del 20% che le banche sono obbligate a trattenere su tutti i bonifici esteri che arrivano sui conti correnti italiani è soltanto l'ultimo dei continui abusi di potere da parte dell'Eurosistema e della Banca centrale europea, che altro non fanno che tutelare gli interessi degli istituti di credito, facendo fiorire il business interbancario, a discapito dei correntisti e dell'economia reale.

La ritenuta è ovviamente avallata dal nostro ministero dell'Economia e dall'Agenzia delle entrate, istituzioni sì nazionali ma sottoposte a un sistema, quello dei Trattati europei, che riduce al lumicino sovranità e potere decisionale dei singoli Paesi membri.
Pertanto dal primo febbraio sui bonifici dall'estero a persone fisiche italiane la banca deve applicare automaticamente una ritenuta del 20% perché le somme accreditate si considerano reddito imponibile, salvo prova contraria del contribuente. Spetta al beneficiario del bonifico dimostrare che le somme non hanno natura di compenso reddituale.
Insomma, ormai quando entriamo in banca è un po' come quando malauguratamente entriamo in un'aula di tribunale: siamo colpevoli fino a prova contraria. Questo ribaltamento inconcepibile è meno evidente nel rapporto con le banche e con l'esattore pubblico ma altrettanto liberticida.
Noi paghiamo per un servizio o perché siamo costretti, al di là della qualità del servizio? Il punto è proprio questo e vale anche e soprattutto per il regime fiscale.
Ezzelino

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