lunedì 10 febbraio 2014

Portogallo verso la fine greca. Tagli alle pensioni a partire da 1.000 euro lordi al mese













Il Parlamento portoghese ha adottato definitivamente un emendamento della legge di stabilita' 2014 che prevede nuovi tagli alle pensione a partire da 1.000 euro lordi al mese e un aumento dei contributi per malattia dei dipendenti statali. Si tratta di misure molto contestate introdotte per compensare il mancato apporto ai conti causato dalla bocciatura da parte della Corte Costituzionale del taglio del 10% delle pensioni dei dipendenti pubblici superiori a 600 euro.


Tutta l'opposizione ha votato contro le nuove misure. I tagli dovrebbero permettere al Portogallo di riportare il deficit al 4% del Pil e rispettare l'obiettivo di bilancio concordato nel'ambito del piano di aiuto finanziario concesso a Lisbona nel 2011. La Troika (Ue, Bce e Fmi) aveva chiesto a Lisbona di trovare una nuova soluzione per ridurre il disavanzo in cambio dello sblocco di 2,7 miliardi di prestiti La misura bocciata il 19 dicembre prevedeva risparmi per 388 milioni. La nuova regola va a colpire altre 80mila persone oltre alle 270mila che gia' risentono di un taglio della pensione tra il 3,5% e il 10%, in quanto destinatarie di una pensione di 1.350 euro lordi.

Tutti i partiti di opposizione hanno già annunciato scioperi a catena in tutti i settori.

La Troika tornera' a Lisbona il 20 febbraio per il penultimo esame dei conti del Portogallo, prima dell'uscita del Paese dal piano di aiuti prevista per il 17 maggio.

Tuttavia, non è detto che questi ulteriori tagli alle già povere pensioni dei portoghesi riescano ad essere attuati. Infatti, anche su questa legge pende il giudizio della Corte Costituzionale che potrebbe, come in precedenza, bocciare e quindi cancellare questo sciagurato provvedimento che aggredisce le fasce più povere della popolazione per provare a ripianare i buchi nei conti pubblici provocati da dissesti bancari e pessima gestione della finanza pubblica. 

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