sabato 8 febbraio 2014

OGNI CITTADINO CONSERVA IL DIRITTO NATURALE DI RESISTERE ALLA TIRANNIDE

http://sapereeundovere.itNulla cambierà per davvero fino a quando un buon numero di cittadini non maturerà un nuovo modo di concepire il proprio ruolo in relazione al potere costituito. Senza una preliminare “rivoluzione delle coscienze”, ogni tentativo di frenare l’attuale deriva sanguinaria e illiberale pilotata dalla tecnocrazia europea risulterà certamente vano. L’ostentazione del dolore e della sofferenza, amplificato da media compiacenti, non aiuta. Cosa volete che gliene freghi a Saccomanni Zanonato delle migliaia di cassintegrati pronti a finire sotto i ponti? Troppi sfruttati e neo-schiavizzati, illusoriamente convintisi di potere sensibilizzare le istituzioni intorno alla effettiva gravità del dramma occupazionale che li tormenta, finiscono inconsapevolmente per aggiungere legna al braciere che li tortura. Non capite che i nostri attuali governanti si garantiscono lussi, onori, potere e denari proprio in relazione alla dimostrata e sadica capacità di infierire sulla povera gente? Circostanza peraltro candidamente ammessa da Andrea Riccardi, già ministro nell’infame governo Monti?(clicca per leggere).
 Mostrandovi prostrati e piagnucolanti otterrete soltanto il risultato di rinforzare Enrico Letta agli occhi dei massoni reazionari che lo hanno imposto al potere conferendogli il chiaro compito di condurre i suoi connazionali sul sentiero della miseria, dell’apatia e della cupa e passiva rassegnazione. Non dimenticate che il popolo è sovrano. E il sovrano non si appella mai al buon cuore di nessuno. Sempreché gli italiani, a furia di leggere i panegirici dei vari paggetti di regime alla Marzio Breda e Massimo Franco, non si siano infine convinti circa la natura effettivamente divina del nostro Presidente Napolitano e del di Lui figlioccio Letta (conAlfano a completare l’improbabile Trinità). Nel qual caso rimarrebbe ben poco da fare. Ma se non siete disposti a rientrare in silenzio nei panni dei sudditi alla completa mercé di una nuova aristocrazia del denaro che sostituisce e surroga quella medievale basata sul sangue, dovete sforzarvi subito di difendere e recuperare le ragioni filosofiche e concettuali che hanno permesso all’Uomo nel corso della Storia di trasfigurarsi in cittadino. Dovete perciò sapere che, da Hobbes in poi, lo Stato esercita un potere delegato. Legittimo, illuminato e onesto  nella misura in cui è proteso verso la realizzazione del bene comune. Tollerabile se si limita a garantire il rispetto delle regole del gioco dimostrandosi di fatto indifferente verso le sorti di tutti e di ciascuno. Dispotico, tirannico, illegittimo e delinquenziale quando invece, come oggi accade, diviene improprio strumento di tortura brandito da pochi per soffocare con la minaccia della ritorsione e della violenza le istanze di giustizia, verità e progresso di molti. In tal caso i cittadini non solo non sono tenuti a rispettare gli obblighi che promanano da una autorità indegna ed usurpatrice, anzi, nel caso lo facessero, finirebbero per violare le regole del diritto naturale sempre valide in ogni tempo e ad ogni latitudine. Per capirci meglio. Chi, ad esempio, all’indomani del varo delle leggi razziali del 1938 si fosse distinto nel discriminare gli ebrei avrebbe così facendo perfezionato una condotta a favore o contro la legge? Io dico contro.  La normativa sulla razza ieri, il fiscal compact e il pareggio di bilancio oggi, non sono leggi sed legis corruptio. Con buona pace della presidentessa Laura Boldrini che, pur tenendo in ostaggio le istituzioni democratiche per interesse, insipienza e pavidità, si permette il lusso di accusare altri di “eversione”. Quando la classe dominante non riconosce a tutti gli altri il diritto a trascorrere una esistenza libera e dignitosa, così per come già stabilito nella Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789 (clicca per leggere), cadono in automatico tutte le convenzioni che regolano la vita sociale. Ogni libero cittadino ha perciò il diritto di riprendersi la sua porzione di sovranità e di non riconoscere, fino al ripristino della giustizia denegata, nessun retaggio figlio di un sistema che ha fondato il suo dominio sull’arbitrio, la menzogna e la paura. Né ricco né povero, né rappresentanti né rappresentati, né imprenditori né salariati. Il mancato rispetto della norma prima provoca necessariamente il crollo della costruzione intera. Per queste ragioni la riconquista della libertà perduta passa in primo luogo dall’interiorizzazione immediata di un nuovo modo di concepire tutto ciò che ci circonda. Il primo passo verso una Rivoluzione compiuta avviene nel silenzio delle nostre coscienze.
Francesco Maria Toscano

Fonte: Il Moralista

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