domenica 23 febbraio 2014

L’ATTUALE GOVERNANCE EUROPEA NON E’ NEOLIBERISTA. E’ NAZISTA

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- di Francesco Maria Toscano -
Ieri, dopo avere stabilito che l’Italia di oggi non può a ragion veduta essere definita una “democrazia liberale(clicca per leggere), ci siamo lasciati chiedendoci cosa possa (e debba) fare il singolo cittadino per opporsi alla violenza di Stato e alla barbarie istituzionale. Prima di rispondere sul punto voglio brevemente approfondire i tratti criminali, sanguinari e dittatoriali che pongono il nostro Paese in una posizione di chiara incompatibilità sia con il dettato costituzionale frutto della sconfitta del nazifascismo, sia in relazione agli inalienabili principi sanciti nella Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 (clicca per leggere). 
Di fronte allo scempio che quotidianamente si consuma sotto i nostri occhi, inerti spettatori del progressivo e apparentemente  prossimo e inesorabile definitivo crollo della stessa civiltà occidentale, ferita a morte da un manipolo di massoni contro-iniziati capitanati dal Maestro VenerabileMario Draghi, si insinua strisciante e insidiosa una lettura minimalista degli eventi in grado di fare breccia anche tra gli osservatori più acuti e attenti della realtà attuale e contemporanea. Una lettura, ottimistica e benevola, che nega le oramai evidenti affinità che accumunano l’esperienza storica del nazismo classico di HitlerGoebbels,Rosenberg e compagnia con il tecno-nazismo di oggi ben interpretato dal già citato Draghi insieme a Merkel,Olli Rehn e similari individui. Tanti pregevoli intellettuali, pur critici nei confronti della governance europea, ritengono che l’incontestabile fallimento delle recenti politiche predisposte nel buio delle stanze di Bruxelles e Francoforte sia tutt’al più ascrivibile ad una malsana e acritica interiorizzazione di tutti peggiori dogmi neoliberisti di ritorno. Un filone di pensiero, tornato politicamente in auge fin dai tempi di Reagan e Thatcher, ora inerzialmente tracimato nelle viscere più profonde del Vecchio Continente. Magari così fosse! In realtà, a ben vedere, ci troviamo adesso di fronte ad un fenomeno molto più complesso di quanto a prima vista non appaia. Cosa vogliono i cantori dello “Stato minimo” che si riconoscono nelle teorie di Robert Nozick? Vogliono limitare al massimo l’invadenza dei poteri pubblici assegnando allo Stato solo ed esclusivamente quei compiti, dalla difesa della nazione al mantenimento dell’ordine pubblico, che naturalmente il cittadino non può singolarmente predisporre né garantire. Fine. Tutto il resto, dal lavoro all’economia, dalla previdenza alla sanità, attiene alla sfera delle prerogative facoltative dell’individuo responsabilizzato. Punto. Lo Stato, seguendo questo schema, altro non è se non un arbitro svogliato che fischia solo lo stretto necessario. Questa visione della società e del mondo, molto lontana dal mio modo di sentire, è pur tuttavia rispettabile. La filosofia che la permea non è sanguinaria ma più banalmente indifferente. Non persegue cioè scientificamente lo sterminio di nessun ceto sociale preventivamente bollato come bersaglio, ma si limita a prendere atto, senza battere ciglio o palesare emozioni, delle naturali conseguenze che un darwinismo sociale esasperato giocoforza produce. Se permettete si tratta di qualcosa di profondamente diverso rispetto al fenomeno tecno-nazista oggi prevalente. Draghi,Merkel, Olli RehnMonti e fratelli contro-iniziati non vogliono affatto colpire il “potere dell’apparato burocratico che limita la libera creatività del cittadino”, né intendono diminuire la pressione fiscale in misura parallela ad un immaginifico dimagrimento delle “strutture dirigiste e antidemocratiche che ci dominano”.  Puntellano invece un elefantiaco apparato tecnocratico imponendo contestualmente a tutti i Paesi dell’area euro il cosiddetto “consolidamento fiscale”, ovvero una pianificata strage  delle categorie più deboli delegata ad organizzazioni che, come Equitalia, rappresentano l’evoluzione perbenista delle vecchie SS , risorte senza coltellacci e pistole ma ugualmente pronte a far fuoco armate di valigette e carta bollata. Questa perversa genia al potere, in estrema sintesi, non insegue il mito del mercato che gerarchizza i naturali rapporti di forza che regolano la vita di qualsiasi ordinata società umana. Vuole di più e di peggio. Vuole cioè selezionare la specie enfatizzando la purezza del bilancio con la stessa infernale ottusità maligna con la quale i nazisti veri vagheggiavano la purezza della razza. Resta ancora da precisare “cosa può fare il singolo cittadino per resistere alla barbarie istituzionale e alla violenza di Stato”. Ma siccome il discorso si è di nuovo fatto troppo lungo mi ritrovo ancora una volta costretto a rinviare la questione a domani. Certo della vostra comprensione.
Fonte: Il Moralista

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