lunedì 4 novembre 2013

Lacrime di “coccodrillo” di Hollande sull’assassinio dei due giornalisti francesi in Mali


Giornalisti francesiMali terroristas islamicos
di Luciano Lago

Due giornalisti francesi dell’emittente Radio France Internationale (Rfi) sono stati rapiti e uccisi ieri a Kidal, nel nord del Mali. Le vittime sono Ghislaine Dupont, di 51 anni, e Claude Verlon, di 58 anni, e pare siano stati sgozzati. I due giornalisti sono stati prelevati da uomini armati subito dopo un’intervista in casa del leader del Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad (Mnla), Ambeiry Ag Rhissa, ma al momento non ci sono certezze sui responsabili. Il presidente francese, François Hollande, ha espresso “indignazione” e ha convocato per domani i ministri chiave del suo governo per provare a far luce sull’accaduto.


L’indignazione espressa da Hollande costituisce pura ipocrisia in quanto è lo stesso Hollande ed il suo governo che hanno provveduto ad armare ed equipaggiare le bande di terroristi islamici integralisti che hanno combattuto in Libia per rovesciare il regime di Gheddafi, con l’appoggio dell’aviazione francese e della NATO e con il supporto dei servizi segreti francesi, salvo poi gli stessi gruppi armati spostarsi  in Mali utilizzando le stesse armi ricevute dal governo francese con l’obiettivo di stabilire anche in quel paese una regime islamico  sottoposto alle rigide norme della “sharia”.
Hollande ed il suo governo,  era stato fra i primi, dei governi occidentali (oltre ad USA e Gran Bretagna), nel dare sostegno ai gruppi integralisti che operano in Siria  per rovesciare il regime di Assad ed aveva poi provveduto ad inviare armi ed equipaggiamenti oltre alcuni “specialisti” dei servizi con l’incarico di addestrare i terroristi.
Lo aveva denunciato poche settimane addietro la stessa Marine Le Pen, esponente del Front National,   la quale soltanto due settimane fa aveva dichiarato: “L’action effectuée en Libye et celle désirée en Syrie par François Hollande  soutiendraient le “fondamentalisme islamique terroriste”, (L’azione intrapresa in Libia e Siria, quella voluta da François Hollande avrà l’effetto di sostenere il “fondamentalismo islamico terrorista).
Quella della Le Pen era una previsione ed anche una constatazione come dimostrato dagli avvenimenti visto che sono gli stessi servizi di sicurezza francesi oggi a preoccuparsi per il possibile rientro in Francia di alcune decine o centinaia (non si conosce il numero esatto) di giovani francesi di fede islamica che stanno attualmente combattendo in Siria tra le file dei miliziani assoldati tra i gruppi integralisti e che saranno poi  potenziali terroristi al loro rientro in patria.
Nel Mali il governo francese aveva inviato alcuni reparti dell’”Armè”(“operation Serval”), appoggiati da aviazione ed elicotteri per fronteggiare questi gruppi Jjhadisti che, dopo la destabilizzazione della Libia, divenuta” terra di nessuno” con scontri fra bande rivali (questo il “brillante risultato ottenuto dalla coalizione USA , Francia, NATO), si erano spostati all’interno del territorio, dopo il rovesciamento del regime del presidente Amadou Toumani Tourè, per affermare il loro dominio che, nelle loro intenzioni, dovrebbe estendersi a tutto la zona del  Sahara occidentale dove la Francia detiene molti interessi (vedi le miniere di uranio ed i giacimenti aurei presenti nel territorio).
Una “operazione neo coloniale in salsa francese”, come è stata definita da vari analisti, che sta riportando la Francia ad una presenza nelle sue ex colonie come già avvenuto in Costa D’Avorio dove ha instaurato un governo fantoccio ed analogamente  nel Ciad dove i francesi hanno installato una propria base militare ( a N’Djamena).
Le forze francesi si scontrano con questi gruppi yihadisti, fanatici e ben armati, grazie ai depositi di armi saccheggiati in Libia, che stanno mettendo alla prova  i reparti dell’Armè che hanno dovuto far effettuare bombardamenti mirati dall’aviazione per sgominare la resistenza di queste bande. Si tratta di fanatici integralisti, indottrinati dai vari iman,  miliziani che odiano a morte gli occidentali e sono abituati a sgozzare gli infedeli, cristiani europei o africani senza molte differenze, come avviene già da tempo ad esempio in Nigeria.
I poveri giornalisti francesi, l’inviata di RFI, Ghislaine Dupont ed il cameramen Claude Verlon,  hanno rappresentato per loro una facile preda e sono stati barbaramente sgozzati secondo il rituale islamico, rituale ben conosciuto dalla popolazione della Siria dove gli “sgozzamenti di cristiani, di sciiti ed alwiti, sono all’ordine del giorno nelle zone conquistate dai miliziani ribelli di fede salafita.
Sono quindi “lacrime di coccodrillo” quelle versate da Hollande sulla morte dei due giornalisti e non mancheranno le accuse e le polemiche contro il governo di questo personaggio, in caduta libera nei sondaggi, notoriamente legato alla massoneria, che si giova di un ministro degli esteri  Laurent Fabius, sionista e forte sostenitore della politica di intervento della Francia contro i regimi laici e nazionalisti come lo sono quello di Assad in Siria e lo era quello di Gheddafi in Libia.
Di certo la politica estera francese subisce le influenze di paesi come il Qatar, il ricco emiro del golfo, che ha effettuato enormi investimenti in Francia ed è in grado di passare i suoi “suggerimenti” al governo francese che risulta molto sensibile agli interessi di questo e dell’Arabia Saudita che fornisce petrolio ed affari alla classe politica francese e ne condiziona quindi gli impegni internazionali.
La Francia “raccoglie quanto ha seminato”, “una politica senza bussola”, questo il commento di alcuni analisti contrari alla politica suicida di Hollande e Fabius.




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