martedì 12 novembre 2013

IRAN/ Dossier Nucleare : la Francia mette i bastoni tra le ruote della conferenza

Hollande Fabius Kerrydi Luciano Lago

Totale fallimento dei negoziati di Ginevra 2 sul nucleare iraniano, accordo saltato per l’opposizione netta della Francia  che ha fatto saltare ogni ipotesi di accordo, non ingannano le frasi di circostanza della  baronessa Ashton, rappresentante dell’ Unione Europea.
Delusione e rabbia manifestata dal rappresentante diplomatico russo Lavrov e dallo stesso segretario di Stato USA  Kerry. Quella della Francia si è manifestata come una vera e propria opera di sabotaggio del negoziato portata avanti per conto di interessi altrui (leggi Israele).
Contemporaneamente arriva la notizia dell’assassinio a Tehran del viceministro iraniano dell’Industria,  Safdar Rahmat Abadi, ucciso con un colpo d’arma da fuoco dietro la nuca  mentre era alla guida della sua auto: una vera e propria esecuzione. Forti sospetti che gli autori dell’esecuzione siano agenti dei servizi israeliani (leggi Mossad), come già accertato per altre esecuzioni fatte con modalità simili ed in particolare per quella avvenuta poche settimane prima a Karay, a nord di Tehran, dove la vittima era un ufficiale iraniano esperto di guerra cibernetica. In passato il Mossad israeliano aveva assassinato allo stesso modo (o con la variante della bomba sotto l’auto)cinque scienziati nucleari iraniani.

Irritazione del governo di Tehran e del suo leader Rouhani che ha dichiarato di non voler cedere alle minacce e di voler offrire la sua collaborazione in cambio di un allentamento delle sanzioni ed ha invitato le grandi potenze a non perdere l’occasione di raggiungere un accordo sul programma nucleare di Tehran nei negoziati in corso a Ginevra.
Nello stesso giorno il premier israeliano Netanyahu ha dichiarato la sua contrarietà ad ogni accordo con l’Iran ed ha invitato la comunità internazionale a non fidarsi del nuovo presidente iraniano Hassan Rouhani che ha definito “un lupo travestito da agnello”.
Inoltre bisogna segnalare che Netanyahu ha invitato espressamente la potente lobby ebraica presente negli USA a mobilitarsi per fare pressioni sul presidente Obama e sui membri del Congresso per sabotare ogni ipotesi di accordo tra USA ed Iran.
In questa azione di sabotaggio della conferenza si può facilmente identificare quale sia il miglior alleato di Israele: la Francia di Hollande.
La Francia di Hollande e del suo ministro degli esteri Laurent Fabius (un convinto sionista) sta operando nello scacchiere del Medio Oriente per conquistarsi un ruolo di primo piano avendo stabilito un asse con le monarchie del Golfo (Arabia Saudita, Emirati e Qatar) per ottenere lucrosi affari e commesse militari (fregate navali e sistemi antiaerei)  ed assicurarsi le  forniture di greggio. Niente di meglio quindi che spalleggiare l’ostilità dell’Arabia Saudita contro l’Iran sciita, visto come il più grande antagonista della monarchia saudita. Questo spiega come sia la Francia il più deciso sostenitore dell’intervento USA in Siria e come tuttora appoggi con massicce forniture di armi ed equipaggiamenti i gruppi  miliziani integralisti tafkiri che combattono in Siria per rovesciare il regime laico e socialista di Assad  per sostituirlo con un “califfato” integralista sotto la guida dell’Arabia Saudita.
Non per niente esiste un asse strategico di interessi tra la monarchia saudita ed Israele, entrambi interessati a rovesciare il regime di Assad in Siria, entrambi interessati ad indebolire ed isolare l’Iran ed il suo programma nucleare ed a contrastare gli Hezbollah sciiti del Libano.
La Francia naturalmente, oltre a sposarne totalmente le posizioni in politica estera, realizza ottimi affari anche con Israele e fornisce a questo paese la sua tecnologia nucleare e realizza un forte interscambio. In pratica si è formato un asse politico tra Tel Aviv, Ryad e Parigi.  Questo basterà a fare della Francia una grande potenza europea? Non sembrerebbe da come si stanno assestando le situazioni in Europa.
Il rovescio della medaglia sta nel fatto che la Francia appare sempre di più come un paese satellite di Israele e degli USA, un paese  che conta sempre meno sulla scena internazionale e si trova in una profonda crisi economica grazie  alla sua subalternità alle politiche europee di Bruxelles e di Francoforte che stanno poco a poco dissanguando l’economia francese (vedi l’ultimo declassamento ricevuto dall’agenzia S&P).  Una evidente contraddizione fra il ruolo che la Francia vorrebbe svolgere e quella marginalizzazione di fatto che il paese subisce nell’ambito internazionale e nella subalternità alla posizione di preminenza assunta dalla Germania della Merkel in ambito europeo.
Se ne è accorta buona parte dell’opinione pubblica francese che non accetta rovinosa politica del governo  Hollande ed  ha voltato le spalle ad Hollande (sceso al minimo dei gradimenti) , concorrendo in massa a dare il suo appoggio al Front National de la Marine Le Pen, divenuto il primo partito francese.
Forse  Hollande e  Fabius erano convinti di trovare il favore dei francesi facendo approvare tutte le leggi più laiche, radicali e relativiste come quella sul matrimonio gay, come la nuova etica laica di Stato da insegnare nelle scuole, come il divieto di portare simboli religiosi, ecc., mentre però l’economia precipita, la disoccupazione ha toccato livelli mai raggiunti da sessanta anni e l’aumento abnorme delle imposte ha spinto molti imprenditori francesi a trasferire gli impianti all’estero. La libertà  dei costumi non compensa la perdita del benessere economico e gli operai francesi e non francesi delle industrie che chiudono o riducono il personale, gli studenti e laureati che non trovano lavoro, non si accontentano della libertà  dei costumi in sostituzione di una prospettiva economica e possibilità  di lavoro.
Per quanto siano grandi le ambizioni di Hollande e Fabius di fare da “ago della bilancia”, Il panorama internazionale si trova in una fase di profondi cambiamenti e l’interesse prevalente sembra in questo momento quello di recuperare l’Iran all’interscambio con l’Occidente, approfittando del cambio più moderato avvenuto al vertice della repubblica Islamica. In questo senso si stanno muovendo sia gli USA sia paesi come la Germania e con il sostanziale appoggio della Russia di Putin, della Cina e dell’India, le nuove potenze emergenti.
Contro questo inevitabile processo sara’ difficile che possa opporsi la sola Francia, destinata  piuttosto a rimanere isolata nel suo abbraccio con gli sceicchi del golfo, mentre Israele muoverà  tutte le sue carte per ottenere garanzie dal suo potente alleato. Potrebbe avvenire quello che è  già avvenuto con la Siria:  Hollande rimasto da solo con il cerino acceso in mano a perorare un intervento militare contro la Siria mentre gli USA ed alleati si defilavano. Si sa che il cerino acceso alla fine della fiera  potrebbe anche ustionare la mano che lo sorregge.

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