DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI
Libero pensiero
Siamo al 70esimo posto al mondo come libertà di stampa,
siamo considerati la seconda nazione più corrotta nel campo dell'informazione
in tutta Europa, seconda soltanto alla Bulgaria. Ma siamo pur sempre la prima,
come livello di piattezza, servilismo, mancanza di informazione alla
cittadinanza, sia tra i 28 paesi della Unione Europea che tra quelli della zona
euro. Come "aderenza ai fatti reali che accadono nel mondo", l'Onu ci
posiziona al 172esimo posto al mondo.
Come dire: gli italiani vivono sotto una cappa di
mistificazioni, non-notizie, zero informazioni reali.
In compenso abbiamo solerti giornalisti che informano i
contribuenti su quante siano -effettivamente- le ore di sonno a disposizione di
un pregiudicato sentenziato in via definitiva e già condannato in primo grado
per lenocinio, falso in atto pubblico, dichiarazione mendace nel corso di un
processo.
Ieri sera è andata in onda sul canale La7 una trasmissione
dal titolo "Piazza Pulita" che fa disonore al giornalismo, sia
professionale che dilettantistico. Non solo si sono dilungati su sciocchezze
varie, ma hanno presentato come scoop una telefonata tra Berlusconi e un'altra
persona che ha, a dir poco, del clamoroso. Il punto è che la telefonata fatta
ascoltare era recitata da doppiatori, quindi nessun cittadino normale ha capito
nulla di ciò che stavano facendo e l'obiettivo (dal punto di vista dell'informazione)
che è stato raggiunto è stato quello di aumentare lo stato di confusione nel
paese, nelle menti, nelle orecchie di chi ascolta. Quella telefonata rivelava
che il presidente Napolitano, venuto a conoscenza del fatto che i giudici
avevano sanzionato la Mondadori a pagare il danno a De Benedetti, aveva scelto
di chiamare i giudici, farsi spedire la sentenza, far riaprire la camera di
consiglio, eventualmente far alterare la sentenza cambiandola a sfavore di
Berlusconi, presentato quindi come autentica vittima di estorsione da parte del
Presidente.
Forse, in assoluto, il fatto più grave mai avvenuto nella
storia della Repubblica Italiana.
Immediata la risposta del Quirinale: "i fatti
presentati nel corso della trasmissione sono destituiti di ogni fondamento e le
illazioni relative al presidente attribuite a Berlusconi sono di chiaro intento
diffamatorio".
Le cose, pertanto, sono due: o Napolitano mente e quindi ha
ragione Berlusconi, come La7 sostiene, oppure i giornalisti di La7 mentono e
quindi sono dei falsari, oppure sono dei dilettanti cialtroni che non si
rendono conto che cosa voglia dire fare informazione.
Personalmente non ho la minima idea su chi sia l'autore
della telefonata, nè mi interessa saperlo.
Penso che tale servizio giornalistico appartenga a una
pagina davvero indecorosa della professionalità, perchè obbliga -se uno vuole
essere coerente- a spostare la propria indignazione da Berlusconi a Napolitano,
sposando la causa sostenuta dagli avvocati del cavaliere e dalla Santanchè: non
sarebbe un delinquente bensì una vittima di un complotto organizzato dalle
sinistre, visto che il presidente è in combutta con De Benedetti per scucire la
grana al povero Berlusconi che non riesce a dormire.
Lo ritengo di uno squallore insostenibile e mi auguro che si
stenda un velo pietoso su questo episodio.
Fine della premessa, diciamo così, pedagogica.
Utile e necessaria per introdurre l'argomentazione del
giorno, la notizia bomba del giorno, prima pagina da ieri pomeriggio in tutto
il mondo planetario, con l'eccezione della Repubblica Italiana.
La notizia è la seguente:
"Dalle ore 6 di questa mattina, 1 ottobre 2013,
l'amministrazione Usa è fallita".
Non è roba da poco, se permettete.
Il fatto ha comportato l'immediato licenziamento di 800.000
dipendenti pubblici.
Il fatto ha comportato il crollo dei bpt statunitensi sul
mercato.
Il fatto comporta la necessità da parte di 1 milione di
persone di andare a lavorare sapendo che non verranno pagati.
Il fatto ha un costo di 300 milioni di dollari al giorno che
-dati alla mano- se non si interviene provocherà entro la fine di ottobre un
crollo di tutti i derivati legati alla spesa pubblica statunitense e
un'accelerazione esponenziale dei meccanismi di recessione che determinerà,
inevitabilmente, l'esplosione di una crisi finanziaria planetaria.
E' il prezzo della pace.
E' il conto che i colossi finanziari e la destra occidentale
hanno presentato al mondo per punirli, visto che Obama e Rouhani (il premier
mussulmano iraniano) hanno "osato" parlarsi tra di loro, hanno
"osato" aprire un tavolo di colloqui e hanno fatto sapere che
"stanno osando" porre fine al cosiddetto scontro di civiltà tra
Occidente e Asia Minore aprendo una stagione di coesistenza pacifica tra mondi
diversi, tra etnie distinte, per investire risorse sia economiche, che
politiche, che psicologiche, nel risolvere i veri problemi dell'umanità: lavoro
e occupazione.
Il tutto è nato perchè Barack Obama ha finito per cedere ai
consigli di Bill Clinton e soprattutto a quelli dei premi Nobel per l'economia
Joseph Stiglitz e Paul Krugman: "vai a vedere il loro sporco e immondo
bluff". I repubblicani al Congresso, infatti, frustrati perchè non c'è più
la guerra sulla quale investire, hanno ricattato il governo in carica: "o
si cancella la riforma sanitaria, o si abbatte il debito e si tagliano 500
miliardi di dollari subito all'istruzione, alla sanità, ai servizi pubblici,
oppure noi blocchiamo costituzionalmente l'emissione di moneta per impedire che
superi il tetto consentito e quindi mandiamo lo Stato in default".
Obama non ha ceduto.
Non solo.
Ha sostenuto pubblicamente che "il debito non è il vero
problema, quella è una illusione, è una cartina di tornasole; il vero problema
è avviare un piano mondiale di investimenti massicci nel mondo dell'economia
reale per creare subito occupazione".
La destra repubblicana ha scelto i licenziamenti perchè
evidentemente vuole la guerra civile.
E' l'inizio dell'atto definitivo dello scontro tra
iper-liberisti e keynesiani, tra i fautori e cultori del servizio privato (da
una parte) e gli accesi sostenitori del servizio pubblico (dall'altra parte);
tra chi vuole andare a colpire "anche" gli interessi dell'oligarchia
privilegiata e chi, invece, vuole far pagare soltanto il contribuente.
L'Italia segue il trend: andare allo scontro.
"No alla cittadinanza": questo è diventato il
mantra in Usa, nell'Europa liberista e nell'Italia piddina-berlusconiana-montiana
per seguitare a portare avanti fino in fondo il piano di austerità e rigore
basato sulla truffa del debito pubblico da coprire.
E' bene cominciare a dibattere di queste cose,
apparentemente grandi numeri e temi vasti che esulano dalle autentiche esigenze
quotidiane di tutti noi, cittadini abbandonati al nostro destino. Ma non è
così.
Questa è la guerra vera nel mondo di oggi.
Non sono riusciti a farla in Syria e allora decidono di
farla contro la popolazione inerme
bombardandola invece che con i missili con le tasse, con la corruzione,
con le falsità, con le bugie, con le mistificazioni, con l'espoliazione del
bene pubblico, con l'annientamento mafioso e nazista dei ceti più deboli e
disagiati.
Se non altro sapere come stanno le cose per fare una scelta
di schieramento.
Informatevi, la rete è piena di link a proposito.
Così CNN on line (il sito giornalistico più seguito al
mondo, circa 200 milioni di utenti al giorno) riferisce la notizia, facendola
scrivere a Lisa Desjardin, una giornalista moderata, squisita professionista.
Il testo si apre così: "Il gioco delle galline è
fallito. Nessuno dei due contendenti ha strizzato l'occhio e il prezzo lo
pagherà per intero tutta la cittadinanza. Noi americani abbiamo assistito in
diretta televisiva, nel corso della notte, all'impasse politica e alla
dichiarazione ufficiale di default governativo. Da oggi, ufficialmente, inizia
lo smantellamento di tutti i servizi pubblici a favore della
cittadinanza". http://edition.cnn.com/2013/10/01/politics/government-shutdown/
Ezra Klein, grande editorialista di Washington Post, ha
scelto il grande impatto della sobrietà oggettiva.
Pubblica in prima pagina la fotocopia della nota ufficiale,
firmata dai responsabili dell'amministrazione, presentandola così: "Abbiamo ricevuto da Sylvia Matthews
Burwell, capo dell'ufficio budget e responsabile dei servizi pubblici
dell'amministrazione in carica la seguente notizia, con la quale ci ha
gentilmente informato che dalle 9 del mattino del 1 ottobre 2013 ogni servizio
pubblico per la cittadinanza americana viene chiuso e interrotto fino a data
destinarsi".
http://www.washingtonpost.com/blogs/wonkblog/wp/2013/10/01/heres-the-memo-that-just-shut-down-the-government/
Il New York Times gli dedica, invece, molto più spazio e il
titolo a piena pagine è il seguente: "Il Governo chiude per
l'impasse" e sotto "800.000 persone licenziate; un altro milione, da
oggi, vanno a lavorare senza paga".
Government Is Shutting Down in Impasse
http://www.nytimes.com/2013/10/01/us/politics/congress-shutdown-debate.html?
800,000 Face Furloughs; a Million More Are to Work Without
Pay
http://www.nytimes.com/2013/10/01/us/politics/congress-shutdown-debate.html
E poi tutta una serie di analisi argomentate e dibattute da
diverse voci.
Trovate il tutto qui:
http://www.nytimes.com/2013/10/01/us/politics/congress-shutdown
Infine, il più importante organo di informazione televisivo
e on-line dedicato esclusivamente alla finanza e all'economia, Bloomberg, di
proprietà del sindaco di New York: "la chiusura del governo provoca
800.000 licenziamenti per via del fallimento del Congresso; costerà
all'economia nazionale 300 milioni di dollari al giorno; crollano i buoni del
tesoro, ma gli investitori sostengono che il default potrebbe non durare a
lungo".
U.S. Shutdown Idles 800,000 as Deadlocked Congress Fails
http://www.bloomberg.com/news/2013-10-01/government-shutdown-begins-as-deadlocked-congress-flails.html
http://www.bloomberg.com/news/2013-10-01/government-shutdown-
E così, il popolo americano, da questa mattina dibatte di
politica, si occupa della realtà, argomenta sul proprio futuro, sul significato
del liberismo, ormai smascherato nella maniera più impietosa: agenti di colossi
finanziari, camerieri e maggiordomi assunti sotto diverse fogge, il cui unico
obiettivo consiste nella difesa a oltranza degli interessi di una esigua
oligarchia del privilegio e della rendita. A costo di applicare il muoia
Sansone con tutti i filistei.E' esattamente ciò che stanno facendo anche in
Italia, perchè gli Usa, come è noto, mostrano e segnalano sempre i trend. E'
bene saperlo. Penso lo stiano capendo anche i bambini.Se non li mandiamo via al
più presto, manderanno loro a casa tutti noi, perchè questa è la strategia
dell'Aspen Institute, del club Bilderberg, dei membri della Trilateral.Per
tutte queste persone, da Letta a Berlusconi, da Monti a Passera, noi cittadini
siamo semplicemente, nè più nè meno, che un danno collaterale.
Siamo numeri, non persone.Se non ci facciamo sentire,
vedere, e non esibiamo la nostra identità, seguiteranno a pensare che neppure
esistiamo.
Che Sansone s'arrangi e crepi sotto le macerie.
Peggio per lui che si è fidato di Dalila e si è fatto
tagliare i capelli. Non è colpa nostra.
Quindi, il conto, non lo paghiamo noi: è bene spiegarlo a
chiare lettere.
Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it
Link:
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/10/scontro-al-congresso-usa-lo-stato-piu.html
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