sabato 19 ottobre 2013

La caduta del “modello” occidentale

di Luciano Lago

Royal Mail protestsNon molto tempo fa i sostenitori delle teorie neoliberiste sembravano “vincenti” ed inarrestabili, tutti si dovevano adeguare all’ideologia del mercato come “supremo regolatore”, della libera iniziativa e della libera circolazione dei capitali senza barriere.
Il sistema britannico, reso efficiente dall’epoca delle cure della Thatcher, veniva portato quale esempio da imitare in tutta Europa e non solo. Idem per il sistema economico USA reso efficiente e competitivo dai tempi dell’Amministrazione Reagan e dalle leggi liberiste adottate dal presidente Clinton.
A distanza di pochi anni, considerando il fallimento delle loro teorie, i buchi di bilancio lasciati nelle banche e colmati con denaro pubblico, la crisi provocata dagli speculatori con i titoli spazzatura “subprime”, le bancarotte tipo Lehman Brothers, mentre i banchieri riscuotevano ugualmente le loro super liquidazioni e bonus, il sistema non è cambiato in nulla.
Wall Street e la borsa di Londra rimangono i “templi sacri “del capitalismo, la crisi ha attraversato l’oceano dagli USA all’Europa portando arretramento economico e milioni di disoccupati, ma il cambiamento c’è stato nella percezione delle teorie neoliberiste e del modello occidentale che non godono più di alcun prestigio nel mondo, benché siano ancora dominanti e fatte proprie dalle “elites” finanziarie le quali, grazie all’applicazione di queste teorie e la speculazione senza freni che ne è seguita, hanno enormemente accresciuto la loro ricchezza e potere.


Negli USA e nei paesi dell’Europa occidentale, visto il prosciugamento delle risorse nel settore privato delle imprese, i gangster della finanza si sono applicati nel lavorare sulle “privatizzazioni” dei servizi pubblici  che vengono considerate “inevitabili e necessarie”.
Gli stessi governi si sono fatti parte attiva del progetto ove vedono la possibilità di affidare a capitalisti privati l’utilizzo di servizi pubblici con grandi possibilità di profitto per questi, lasciando però le perdite nei bilanci pubblici.
In gran Bretagna , ad esempio, il governo di Davis Cameron ha proceduto alla privatizzazione dei servizi postali (Royal Mail), una vecchia istituzione britannica ed è stata presentata questa come una operazione di “capitalismo popolare” nonostante la forte opposizione della popolazione inglese che vede come un obbrobrio l’idea di affidare il servizio postale ad una impresa con fini di lucro.
L’operazione del governo Cameron è da manuale per come sia possibile svendere un’impresa pubblica sottovalutando l’attivo dell’azienda pubblica ed il suo patrimonio immobiliare e assumendosi i costi di spedizione della corrispondenza a livello inferiore rispetto a quello che incasseranno i nuovi proprietari.
Lo stesso succede per il patrimonio immobiliare che viene ceduto ai nuovi proprietari ad un valore fittizio di un terzo rispetto al suo valore i mercato tanto che le azioni della nuova società hanno immediatamente incrementato il valore di borsa di circa il 40 % nelle quotazioni. Immaginiamo chi abbia intascato i profitti, mentre i cittadini inglesi usufruiranno di un servizio più caro rispetto al passato. Con ridimensionamento dei posti di lavoro per rendere più efficiente l’azienda e abbandono del fondo pensioni dei lavoratori che risultava passivo, lasciato alla gestione pubblica. Il regista dell’operazione è stato (neanche a dirlo) la nota banca d’affari Goldman Sachs che ha  intascato 33, 5 milioni  di competenze.
Questa la “forza “della democrazia britannica.  Quella stessa democrazia “esemplare” che gli inglesi sono così ansiosi di esportare, assieme ai loro “cugini” americani, a suon di bombe all’uranio impoverito nei paesi come Iraq, Libia, Afghanistan.
Gli acquirenti di queste aziende pubbliche sono sempre questi affaristi finanziari, capitalisti privati  e grandi “corporations” per conto dei quali si attua una politica economica nei vari paesi dell’occidente con l’intervento interessato, come sponsor o  consulenti delle operazioni, da parte delle entità finanziarie internazionali che sponsorizzano tali operazioni, quasi sempre le grandi banche d’affari internazionali, dalla JP Morgan, alla Goldman Sachs, alla Black Rock o alla Morgan Stanley.
Le centrali di Wall Street e la City di Londra, i due centri finanziari più importanti del mondo, tanto nominati dagli economisti come fondamentali per lo sviluppo e la crescita economica, in realtà sono di fatto rivelate le basi delle bande mafiose legali che sono complici con i governi dei paesi che prendono di mira per i loro interventi.
Stiamo assistendo a come queste organizzazioni  lavorino in paesi come la Grecia dove, per ottenere credito nel bilancio pubblico, il governo si appresta a vendere a questi affaristi beni del patrimonio dello Stato a prezzo di saldo, a partire da alcune isole facenti parte di parchi protetti, che saranno affidati a costruttori senza scrupoli per realizzare Hotels a 5 stelle  e residence di lusso dove andranno a villeggiare i membri delle “elites” con le loro famiglie.
Anche in quel paese sono oggetto di privatizzazione selvaggia tutti i servizi pubblici dall’acqua ai porti, alla lotteria di Stato con grandi possibilità di business per gli investitori.
La stessa cosa accade in Italia dove, oltre alla vendita delle aziende già pubbliche , sono in corso di valutazione, dal governo dei fiduciari delle banche, i valori realizzabili con la vendita di castelli e ville storiche e non si esclude di vendere anche l’isola di San Giacomo nella Laguna di Venezia  per fare cassa e ridurre il debito pubblico, lo stesso debito in gran parte prodotto dalle banche che hanno gravato lo Stato di interessi per fornire la moneta ed acquistare i titoli del Tesoro.
La parola d’ordine in tutti i paesi occidentali è quella di privatizzare, rendere competitivi ed efficienti i servizi pubblici, inclusi la scuola (dove l’educazione dei bambini potrà essere manipolata in base alla nuova ideologia dominante) e il servizio sanitario. Negli USA sono arrivati a privatizzare anche le carceri nonostante l’evidente interesse delle aziende private a riempire le carceri al massimo in modo da renderle più redditizie  per gli investitori.
Ne deriva da tutto questo che il sistema occidentale, dominato dal liberismo e neo liberismo, non rappresenta più né una attrattiva né un modello per i paesi in via di sviluppo i quali, quando riescono ad ottenere un margine di autonomia, decidono di procedere per proprio conto adottando un modello di sviluppo spesso in antitesi con quello occidentale.
Nonostante questo le centrali finanziarie, quelle con base a Wall Street e nella City di Londra, con l’appoggio e la complicità dei rispettivi governi, procedono al saccheggio delle risorse nei paesi che riescono a sottoporre al proprio controllo, utilizzando, quando necessario, il loro braccio armato, l’apparato militare USA e della NATO, che convince anche i più riottosi a sottoporsi alle “cure” delle entità finanziarie come l’FMI, la Banca Mondiale, la Goldman Sachs, secondo una procedura ben collaudata: creare il debito e quindi la dipendenza dai finanziamenti ed attuare un piano di vendita delle risorse e privatizzazioni dei servizi.
Il tutto con la supervisione tecnologica degli USA che produce la tecnologia che permette di spiare e mettere sotto controllo tutti i paesi considerati “strategici” come rivelato dallo scandalo Snowden.
Ecco spiegato perché i paesi ancora considerati esterni a questo sistema (la Cina, l’India, il Brasile, l’Argentina) hanno iniziato da tempo a prendere le distanze e a non considerare più l’Occidente come loro modello.
Qualcuno potrebbe forse biasimarli?

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