sabato 28 settembre 2013

Telecom. Crosetto (FdI): “Comanda Bilderberg. La Panucci di Confindustria ha sbagliato mestiere”

Crosetto, non un grillino, dichiara della vicenda della vendita di Telecom a una delle società più indebitate al mondo, Telefonica, riferendosi a Bernabé:
«Lei guardi chi comanda Telecom. E guardi chi è quello che ha partecipato di più alle riunioni Bilderberg negli ultimi vent’anni»…

Grillo invece all’assemblea degli azionisti di Telecom di due anni fa accusa tutti, dai Colaninno ai Tronchetti per lo sfacelo dell’azienda, prevedendone la svendita a Telefonica, ma risparmia, lusingandolo, Bernabé:
Bernabé è una persona che stimo.
Facendo finta di non sapere di chi è il braccio destro, Bernabé. Dei soliti Rothschilds colpevoli dell’affondo su MPS e probabilmente della fusione per acquisizione Telefonica-Telecom e di tanto altro. Membro del comitato direttivo del Bilderberg, ex membro del Council of Foreign Relations (di Rockefeller e Soros), divenne vice presidente di Rothschild Europe in seguito alla fusione della sua società in Rotschild Spa nel 2004. Bisogna aggiungere altro?
N. Forcheri


Telecom. Crosetto (FdI): «Comanda Bilderberg. La Panucci di Confindustria ha sbagliato mestiere»

crosettoCofondatore di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto, è affranto quando lo contattiamo telefonicamente per l’intervista e lo avvertiamo che parleremo dell’operazione Telefonica-Telecom. Poche le sue parole, ma chiarisce subito di cosa stiamo parlando: «Lei guardi chi comanda Telecom. E guardi chi è quello che ha partecipato di più alle riunioniBilderberg negli ultimi vent’anni»…

E poi risponde alla dichiarazione del direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, che «ha sbagliato mestiere»,  e attacca la casta al governo, colpevole di un silenzio assordante…
 La cessione di Telecom è una grande sconfitta del nostro sistema industriale?
«Credo proprio di sì. Si può dire il contrario? Un Paese che era sesto al mondo e non è più nella chimica, nell’informatica, nella farmaceutica. C’è una responsabilità di chi ha gestito quell’azienda fino alla sua dismissione, dalla privatizzazione in poi. Qualcuno deve pagare per certe gestioni. E’ un asset importante non solo per motivi economici, ma anche strategici. E’ importante anche una nostra azienda che fa vestiti, ma non c’è paragone con un’industria delle Telecomunicazioni».
Il fatto che tutto sia passato a una realtà straniera, senza colpo ferire, senza nessun intervento del Governo?
«Lei guardi chi comanda Telecom»…
Bernabè?
«E già. E guardi chi è quello che ha partecipato di più alle riunioni Bilderberg negli ultimi vent’anni. Adesso bisogna vedere dove lo manderanno…».
Ma è molto grave quanto successo?
«E’ un fatto grave perché dimostra l’incapacità di un Paese  di avere una strategia che vada al di là della discussione quotidiana su stupidaggini mostruose. Per quanto sia importante l’Iva, e per me è importante non alzarla, qua parliamo di un asset».
E il fatto che la Borsa va bene, maglia rosa alla Telecom oggi? Come va letto?
«La dismissione non è che fa male all’Italia. L’azienda l’ha persa l’Italia, ma l’alleanza con Telefonica gli farà bene. E’ logica e legittima. La borsa non dà giudizi etici e la fotografia della borsa dipende dai fonadamentali dell’azienda, se produce utili, indipendetemente da come li produce, va bene».
Una dichiarazione fuori dal coro, è quella della direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, che ha parlato così nella trasmissione ‘L’Economia prima di tutto’ su Radio1 Rai: “L’operazione Telefonica-Telecom è uno snodo molto importante per il nostro futuro industriale”. Affermando poi che non è rilevante la nazionalità del capitale, ma la competitività. Come commenta queste parole?
«Vada a fare il Direttore di Confindustria in Spagna. Non ho parole. Cioè, ha sbagliato mestiere. Si rende conto che conta anche la nazionalità per noi e per i cittadini?».
Pezzo dopo pezzo, da Alitalia in poi, stanno impedendo la crescita italiana?
«Questo governo deve sopravvivere, perché devono sopravvivere loro. Sono anni che predico sulle strategie e sui percorsi di lungo periodo per chi produce e vive in Italia. E perdiamo un pezzo così importante. Non ho parole».

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