27 settembre 2013 Gli avvoltoi della Troika pronti all'attacco finale all'Italia
- Allarme Fmi: "Crisi Italia, ricadute mondiali". Disoccupazione ai
massimi dal dopoguerra I commissari del Fondo hanno pubblicato la
relazione finale sullo stato dell'economia italiana, dopo la loro
missione. Preoccupa soprattutto la mancanza di lavoro giovanile. La
ripresa si vede, ma è ancora modesta. Giudizio positivo sulle misure
prese nel 2012. Male giustizia e competitivit. Mps è un pericolo Lo
leggo dopo Allarme Fmi: "Crisi Italia, ricadute mondiali".
Disoccupazione ai massimi dal dopoguerra TAG fmi, italia,
disoccupazione, Pil, Debito MILANO - Per il Fondo Monetario
Internazionale (Fmi), l'Italia è ben più di un osservato
speciale.
Perché un peggioramento della crisi economica del Belpaese avrebbe
ricadute "marcate" in Europa e nel resto del mondo. "Dato il suo ruolo
centrale negli scambi globali e nel sistema finanziario - afferma con
toni allarmati l'organismo internazionale , un significativo shock
potrebbe generare effetti regionali e globali maggiori di quanto
suggerito dall'esposizione diretta". Ed ecco, in sintesi, il giudizio
espresso dai commissari del Fondo monetario internazionale al termine
della loro missione in Italia, dove gli esperti hanno passato in
rassegna i dati di bilancio e la situazione economica del Paese, dove
pesa soprattutto la mancanza di lavoro e di crescita.
L'economia
italiana, evidenziano, è stata in recessione per quasi due anni, sulla
scia di "un drastico calo della domanda interna", che riflette aspre
condizioni del credito, aggiustamenti fiscali e un calo della fiducia.
"Una modesta ripresa è attesa a partire alla fine del 2013, sostenuta
dalle esportazioni nette". Il lavoro. In Italia il tasso di
disoccupazione "è ai massimi del dopoguerra, al 12%, con la
disoccupazione giovanile vicina al 40%". E' quanto si legge nel rapporto
articolo IV del Fondo monetario internazionale, redatto al termine
della missione in Italia. Guardando ai numeri, il tasso di
disoccupazione dovrebbe crescere dal 10,7% dell'anno scorso al 12,5% nel
2013 e attestarsi al 12,4% l'anno prossimo. Il documento precisa che
"l'economia sta mostrando segnali di stabilizzazione, ma la
disoccupazione è ancora alta e i trend rimangono bassi". Il Fondo ha
accolto con favore il pacchetto di misure a favore della crescita e del
mercato del lavoro, ma ha sottolineato che "servono ulteriori riforme
per dare slancio alla produttività e aumentare il tasso di occupazione,
soprattutto tra giovani e donne". Questo andrebbe fatto anche
semplificando i contratti e riducendo le tasse sul lavoro. Deficit e
debito. Il deficit di bilancio nominale dell'Italia è calato al 3% del
Pil nel 2012, sulla scia di considerevoli aggiustamenti fiscali,
consentendo al Paese di uscire dalla procedura per deficit eccessivo
dell'Unione europea, e "secondo le previsioni resterà vicino a quei
livelli nel 2013". In termini strutturali, il bilancio complessivo
dovrebbe essere vicino allo zero quest'anno. Il debito "continua a
crescere e, secondo le previsioni supererà il 130% del Pil nel 2013".
Guardando ai numeri, il deficit, dopo essersi attestato al 2,9% del Pil
nel 2012, salirà al 3,2% quest'anno, per calare al 2,1% nel 2014. Il
debito invece, dal 127% del Pil dell'anno scorso, salirà al 132,3%
quest'anno e al 133,1% il prossimo. Il Fondo monetario internazionale ha
comunque accolto con favore i passi compiuti dal governo italiano "per
assicurare la sostenibilità fiscale e applicare le riforme strutturali"
nonostante un contesto di crescita "difficile". In questo contesto, è
necessario "mantenere il ritmo delle riforme per sostenere una ripresa
robusta", riforme che dovrebbero essere complementari di passi compiuti a
livello di Eurozona. Secondo l'istituto di Washington gli obiettivi
fiscali sono "appropriati". Competitività e Giustizia inadeguata. In
assenza di ulteriori riforme strutturali, la crescita di medio termine
"resterà bassa", anche a causa di "una produttività stagnante, di un
difficile contesto aziendale e di un settore pubblico indebitato".
Secono il Fmi, "l'inefficienza del sistema giudiziario è collegata agli
alti costi sostenuti dalle aziende, al ribasso degli investimenti
diretti stranieri e alle piccole dimensioni di società e mercati di
capitale". Una produttività debole, fa notare l'istituto di Washington,
"ha anche contribuito ad ampliare gradualmente il divario sulla
competitività". Banche. Gli istituti di credito italiani in uno scenario
particolarmente negativo dell'economia del Paese potrebbero avere un
fabbisogno di capitale di 6 miliardi al 2015 per rispettare i requisiti
patrimoniali minimi previsti da Basilea 3. Questa la valutazione del
Fondo monetario nel rapporto sulla stabilità finanziaria. Il rapporto
osserva che il sistema bancario ha retto bene alla crisi finanziaria
globale ma è stato "fortemente colpito" dalla crisi del debito sovrano.
Nonostante un'economia debole, "i risultati degli stress test
suggeriscono che il sistema bancario italiano nel suo complesso è in
grado di resistere alle perdite nell'ambito di uno scenario
macroeconomico avverso".
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