martedì 19 maggio 2015

CHICAGO, LA ''DEMOCRATICA CITTA' DI OBAMA'' E' IN STATO DI DISSESTO FINANZIARIO ADDIRITTURA PEGGIORE DI QUELLO DI DETROIT

CHICAGO, LA ''DEMOCRATICA CITTA' DI OBAMA'' E' IN STATO DI DISSESTO FINANZIARIO ADDIRITTURA PEGGIORE DI QUELLO DI DETROIT


CHICAGO - Chicago - la città d'adozione del presidente Obama e culla del suo successo politico - e' la nuova "junk city" statunitense, dopo il downgrade subito ieri dall'agenzia di rating Moody's; "Bloomberg" elenca diverse ragioni per le quali la citta' dell'Illinois si trova in uno stato di dissesto addirittura peggiore di quello della bancarottiera Detroit.
Il sindaco democratico di Chicago, Rahm Emanuel, e i membri della sua amministrazione sostengono che la megalopoli di 2,7 milioni di abitanti - la terza piu' popolosa degli Stati Uniti - sia ancora una "citta' dalle spalle larghe", come e' stata soprannominata nel corso della sua storia.
Chicago vanta una popolazione in crescita, un'economia diversificata e popolata da un gran numero di aziende citate nella classifica Fortune 500, quartieri vitali e un'industria del turismo in forte espansione.
Il problema sono i numeri terrificanti delle finanze cittadine: i suoi quattro fondi pensionistici hanno accumulato passivi non finanziati per 20 miliardi di dollari: ben 7.400 dollari per ogni singolo cittadino di Chicago, contro i 5.100 dollari pro-capite accumulati da Detroit prima del collasso.
Al contrario di Detroit, la metropoli dell'Illinois deve vedersela con una magistratura "ostile": quando Detroit si e' appellata al Capitolo 9 dichiarando la bancarotta, il giudice che ha gestito il caso ha decretato che tutte le categorie - contribuenti, dipendenti e obbligazionisti - dovessero partecipare al risanamento dei conti.
Nel caso di Chicago, invece, la Corte Suprema dell'Illinois ha sancito che la ristrutturazione del sistema previdenziale cittadino non puo' passare per un taglio dei benefit pensionistici. Un'altra debolezza di Chicago e' la paralisi della sua leadership politica democratica: per oltre un decennio - scrive "Bloomberg" - la classe politica locale ha assistito al progressivo deragliamento dei conti pubblici senza muovere un dito. Tra il 2002 e il 2012 il debito obbligazionario della citta' e' esploso dell'84 per cento, aggiungendo 1.300 dollari al peso che grava sul futuro di ogni singolo cittadino.
Il governatore del Michigan, Rick Snyder, ha reagito alla crisi di Detroit nominando un manager d'emergenza e assegnandogli una sorta di "potere da legge marziale fiscale". Nel caso di Chicago, la pressione politica per una misura egualmente drastica e' praticamente inesistente, e il governatore dell'Illinois, Bruce Rauner, ha avvertito che in caso di bancarotta la megalopoli non ricevera' alcuna forma di salvataggio da parte dello Stato. Se Chicago dichiarasse a questo punto bancarotta, evento considerato ormai molto probabile, l'immagine dei democratici ne uscirà distrutta, e questo a meno di un anno dalle elezioni per il nuovo presidente.
Redazione Milano
www.ilnord.it


Nessun commento:

Posta un commento