mercoledì 20 maggio 2015

Acqua quasi cancerogena dai rubinetti in Toscana!L’allarme dell’Arpat.Motivo?Gestione scellerata Renzi/Boschi

L’arpat Toscana,dopo un’analisi accurata dell’acqua potabile lancia l’allarme:”E’ quasi cancerogena”.Motivo?Gestione scellerata Renzi/Boschi.Ecco perchè

Addirittura all’Expo la regione Toscana si vanta e si presenta come il «laboratorio mondiale della qualità della vita». Gli ultimi rapporti dell’Arpat attestano nell’acqua di rubinetto che scorre nelle case della Toscana, la presenza di inquinamento chimico e radioattivo. Insomma, dalle parti di mister Renzi la Regione di Rossi non fa mancare il peggio del campionario tossico e cancerogeno ai propria cittadini. Si va dall’amianto con ben 225 chilometri di tubature d’asbesto, al cesio 137. Ma abbondano anche arsenico, cadmio, mercurio, idrocarburi e persino tallio. E non mancano salmonelle e coliformi fecali. Il rimedio all’italiana? La passano e la ripassano nel cloro (sic!). I padroni del vapore avevano propagandato che la privatizzazione dell’acqua – in barba al referendum – doveva migliorare il servizio.
Certifica l’Arpat: «Dal monitoraggio fatto nel triennio 2012-2014 emerge che il 90% dei corpi idrici valutati ricade nelle categorie SubA3 e A3 (quallità insufficiente), l’8% in A2, che è una qualità appena sufficiente, e nessuno nella categoria A1,che è quella buona».
Publiacqua distribuisce l’acqua a caro prezzo secondo un ricerca di Cittadinanzattiva: «la regione più cara d’Italia è la Toscana e gli aumenti più rilevanti riguardano Firenze, Pistoia e Prato con una spesa media annua di 563 euro». In compenso gli stipendi e i bilanci di Publiacqua sono a peso d’oro, tanto pagano gli italidioti.
Per la cronaca dimenticata: a Firenze, Maria Elena Boschi venne nominata, anche senza esperienza, quando Renzi era sindaco, nel consiglio di amministrazione di Publiacqua, l’azienda toscana che gestisce il servizio idrico con le tariffe dell’acqua più alte d’Italia, insieme a Erasmo D’Angelis (ex cronista del quotidiano Il Manifesto) che ne diventa il presidente, ed infine è stato nominato da Renzi sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti. Il 4 maggio 2014 Pier Luigi Boschi, padre della ministra Maria Elena, è stato promosso vice-presidente della Banca Etruria. Il padre della Boschi a novembre è stato multato per 144 mila euro per la Banca Etruria. A febbraio 2015, con i formidabili rialzi dei titoli delle banche popolari scattati prima ancora che il governo annunciasse il decreto per trasformarle in società per azioni, una delle banche che ha registrato i maggiori rialzi è proprio la Popolare dell’Etruria e del Lazio di cui è vicepresidente il padre del ministro Maria Elena Boschi. Sarà una coincidenza?
Il governatore Rossi dovrebbe denunciare i responsabili di primo livello e contemporaneamente, licenziarli in tronco. Poi, dovrebbe dimettersi con l’intera giunta, ma non succederà. Toc toc: Renzi l’ha fatta ancora una volta fuori dal vaso?
Rapporti Arpat di riferimento:
Fonte di riferimento:

Nessun commento:

Posta un commento